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Per Toyota spingersi Beyond Zero è la chiave per superare le sfide ambientali. L’idrogeno avrà un ruolo centrale, nel campo della mobilità e non solo.
Spingersi Beyond Zero per contribuire a costruire una società migliore, puntando sull’idrogeno e riducendo l’impatto sull’ambiente delle proprie attività e dei propri prodotti. Mettendo le persone al centro e lavorando su nuove tecnologie che permettano di coinvolgere tutti, senza lasciare indietro nessuno. Lungo queste direttrici Toyota punta a confermare la sua leadership aziendale, per far sì che le comunità possano guardare a un mondo migliore attraverso l’innovazione di prodotti, tecnologie e produzione.
Annunciata nel 2015, l’Environmental Challenge rappresenta la sfida ambientale di Toyota per il 2050: un piano d’azione olistico volto a garantire un impegno concreto per la tutela ambientale e la mobilita sostenibile, attraverso l’individuazione e il superamento di sei sfide. Si parte con le nuove auto con motorizzazioni green, per ridurre entro il 2050 le emissioni di CO2 del 90 per cento rispetto ai livelli del 2010: la Casa giapponese prevede nel 2025 di vendere 5,5 milioni di veicoli elettrificati e 1 milione a emissioni zero entro il 2030. Un traguardo da raggiungere anche nell’intero ciclo di vita, riducendo entro il 2030 del 25 per cento rispetto al 2013 le emissioni di CO2 dal processo di fabbricazione dei materiali e delle varie parti utilizzate, dalle attività di logistica e dalle metodologie di smaltimento e di riciclo impiegate al termine del ciclo di vita di un’automobile. Per contribuire a mitigare i cambiamenti climatici, la strategia punta a ridurre le emissioni di carbonio anche degli impianti produttivi, attraverso il miglioramento delle tecnologie utilizzate e il passaggio a fonti energetiche alternative come le rinnovabili e l’idrogeno.
Tra le sei sfide al 2050 figura anche l’azzeramento delle emissioni degli impianti produttivi © ToyotaToyota punta inoltre all’utilizzo efficiente dell’acqua, minimizzando e riducendo le quantità utilizzate per la fabbricazione dei prodotti e riciclandone il più possibile: gli stabilimenti europei di Toyota sono già i più virtuosi con un consumo di 1,5 metri cubi per veicolo prodotto rispetto alla media globale di 3,2 metri cubi. Toyota vuole inoltre contribuire a costruire una società basata sul riciclo delle risorse, agendo su quattro aree fondamentali: aumentare l’utilizzo di materiali eco-compatibili; progettare componenti utilizzabili più a lungo; sviluppare tecnologie per il riciclo più efficaci e più accurate; fabbricare nuovi veicoli riutilizzando maggiormente i materiali ricavati dallo smantellamento dei veicoli fuori uso. Dal 1998 sono state recuperate 41 tonnellate di magneti e 132mila batterie, destinate ad altro utilizzo e riciclate; nel 2019 il volume dei rifiuti di produzione è diminuito del 62 per cento e quello dei materiali di imballaggio del 35 per cento rispetto al 2006. La sfida ambientale punta infine a realizzare una società futura in armonia con la natura, con progetti tesi ad arricchire la vita delle comunità e a organizzare la riforestazione, la piantumazione di alberi e l’attuazione di piani urbanistici “green”: dal 2005 al 2019 sono stati piantati in Giappone oltre 12 milioni di alberi, mentre presso lo stabilimento di Burnaston (Regno Unito) sono stati riqualificati 230 ettari di territorio.
In quest’ottica, l’idrogeno è l’energia pulita e sostenibile che permetterà alla Casa giapponese di ridurre l’impatto dei suoi prodotti e delle sue attività sull’ambiente. A partire dalle auto e, più in generale, dal mondo dei trasporti. I veicoli alimentati a idrogeno rappresentano i mezzi elettrici di ultima generazione, grazie alla reazione chimica che avviene con l’ossigeno all’interno delle celle a combustibile, trasformando l’idrogeno in elettricità. Tra i vantaggi spiccano la velocità di ricarica, l’elevata autonomia e l’emissione solo di vapore acqueo; Toyota ha sperimentato con successo questa tecnologia sulla Mirai, giunta alla seconda generazione: un’auto capace non solo di garantire ottime prestazioni e un’autonomia di 650 chilometri ma, grazie a uno speciale filtro che cattura gli inquinanti, in grado anche di ripulire l’aria mentre cammina.
La stessa tecnologia è stata applicata da Toyota anche nel trasporto pubblico con Caetanobus, la prima flotta europea di autobus a celle a combustibile che possono viaggiare per 400 chilometri a zero emissioni, e si adatta ad altre applicazioni come camion, carelli elevatori e generatori, mentre sono in corso dei test per il suo utilizzo anche su barche e treni. Nell’ottica della mobility company, si va insomma verso una vera e propria società dell’idrogeno, considerato un’alternativa sostenibile ai combustibili fossili anche per il riscaldamento delle case: una società più pulita e decarbonizzata il cui l’unico prodotto di scarto sarà l’acqua. Una visione che trova espressione in Woven City, la città del futuro che sarà interamente alimentata da celle a combustibile di idrogeno. L’abitato – la cui prima pietra è stata posata lo scorso febbraio – sarà una sorta di laboratorio vivente nel quale gli abitanti potranno testare, in un ambiente reale, tecnologie come la robotica, l’intelligenza artificiale e la guida automatizzata, con tre diverse tipologie di percorsi per la mobilità, edifici autosufficienti dal punto di vista energetico ed emissioni nocive azzerate.
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