
Già 13 Regioni hanno emesso ordinanze anti-caldo basate sulla piattaforma Worklimate: “siesta” dalle 12.30 alle 16. E i musei diventano rifugi climatici.
David McTaggart, fondatore di greenpeace: autore di articoli e saggi, nel suo libro “il guerriero del pianeta” ci racconta la sua vita e le sue scelte
Azioni dirette. La Rainbow Warrior – nave ammiraglia di Greenpeace – all’arrembaggio delle baleniere giapponesi. Pantere verdi (attivisti) che scalano ciminiere inquinanti o bloccano i treni carichi di veleni. Occupazioni e denunce di campi di piante transgeniche, bonifiche di fabbriche abbandonate. Sono le attività di Greenpeace, in tutto il mondo. Tutto nasce da un imprenditore canadese, David McTaggart, che decide, a un certo punto della sua vita, di “cambiare rotta”: il 30 aprile del ’72, una domenica mattina, issa le vele del suo 12 metri, il Vega, e punta, a 700 miglia d’oceano, su Mururoa, l’atollo dove i francesi stavano per compiere esperimenti nucleari. Con la sua presenza li impedì fisicamente. Il nome di Greenpeace, la piccola associazione canadese nata da un anno, si proietta sui giornali di tutto il mondo.
Mentre gli altri uomini rimangono in disparte aspettando di vedere quale altro incubo si sarà materializzato, chi difende l’ambiente si muove come un turbine per impedire l’incubo. David McTaggart racconta la sua adolescenza, i sui due matrimoni falliti, la sua azienda, e poi il suo Vega e la sua Greenpeace. Ecco come nasce la forza di chi ha voluto sfidare il mondo, le armi nucleari, il veleno. E spesso ha vinto.
David McTaggart è nato a Vancouver, in Canada, nella British Columbia, il 24 giugno 1932.
Adolescente ribelle, sportivo appassionato di sci, golf, squash… vincente (vinse tre anni di fila il campionato nazionale canadese di badminton). Poi, uomo d’affari. Nel 1972 col suo Vega blocca gli esperimenti a Mururoa. Nel 1977 David McTaggart comincia ad organizzare gruppi di supporter in Europa per Greenpeace, che stabilisce sedi in nove paesi. Nel 1979 forgia un’alleanza internazionale tra diversi gruppi ambientalisti e li unisce col nome di Greenpeace International. Dal 1975 al 1991, David McTaggart conduce tutte le campagne di Greenpeace per salvare le balene, per lo stop allo scarico di rifiuti nucleari negli oceani, il blocco della produzione di rifiuti tossici, la fine di test nucleari, la protezione del continente dell’Antartide dalle perforazioni e dagli scempi petrolifero-minerarii.
Autore di numerosissimi articoli e saggi, la sua azione e’ stata riconosciuta e ricompensata da premi ambientalisti internazionali: l’Onassis Award, il Kreisky Prize, e lo United Nations Environmental Programme’s Global 500 Award. Nel settembre del 1991, David McTaggart lascia la leadership attiva di Greenpeace International. E viene in Italia. In Umbria. Una tenuta dove coltiva ulivi e produce olio – con metodi bio, naturalmente. Ma continua ad impegnarsi, sulle campagne per le balene e sui nuovi temi internazionali, attraverso la sua Fondazione. David McTaggart e’ morto, in un incidente d’auto vicino a casa sua, il 23 marzo 2001.
Per tutto il giorno, c’è un sacco di movimento intorno a noi. Grossi aerei che vanno e vengono da Mururoa. Sembra che il test sia imminente e, se lo è, cosa faranno del Vega?
Un libro di più di 250 pagine, così ricco di azione vera, di fatti e retroscena, che delinea un ritratto di un protagonista dei nostri tempi, vero.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Già 13 Regioni hanno emesso ordinanze anti-caldo basate sulla piattaforma Worklimate: “siesta” dalle 12.30 alle 16. E i musei diventano rifugi climatici.
A Vicenza il maxiprocesso per contaminazione da Pfas si è concluso con 140 anni di reclusione per 11 dirigenti dell’azienda Miteni, per disastro ambientale, avvelenamento delle acque e reati fallimentari. Una sentenza storica, dopo 4 anni di procedimento.
Il caldo non è uguale per tutti: servono soluzioni accessibili come i rifugi climatici. A Bologna ne sono stati attivati quindici in biblioteche, musei e spazi pubblici.
Riduzione delle emissioni in agricoltura, mobilità sostenibile, efficientamento degli edifici e sensibilizzazione i i pilastri. Ma ora servono i fatti.
Un nuovo murales al Gazometro sarà l’ulteriore tassello di un processo di rigenerazione che sta interessando uno dei quadranti più dinamici della Capitale.
Accordo in Senato: a decidere non sarebbe il paziente, ma un “Comitato etico”. Ma spunta una controproposta popolare che punta all’eutanasia legale.
Le forze armate pesano globabilmente per il 5,5 per cento delle emissioni, e il riarmo Nato può provocare un disastro anche dal punto di vista ambientale.
La campagna per il riconoscimento del reato di ecocidio arriva in Sardegna, dove è stata proposta una legge regionale.
Passi avanti per il Trattato sull’alto mare, stallo sulle estrazioni minerarie, tentativi di riprendere i negoziati sulla plastica: il bilancio della Conferenza Onu sugli oceani (Unoc3) che si è tenuta a Nizza dal 9 al 13 giugno.