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Gli scatolifici trasformatori rendono possibile un recupero efficiente di carta e cartone, con tassi di riciclo oltre il 90 per cento.
Immagina: sei un consumatore consapevole al supermercato. Controlli l’etichetta, per verificare che il contenuto dei prodotti sia biologico, oppure ecologico, realizzato con materie prime che non danneggiano l’ambiente e poi… E poi, controlli l’imballaggio. Di che materiale è fatto? Si ricicla? Del tutto o solo in parte? Ecco, con il cartone si va sul sicuro, per due motivi: primo, perché niente (o quasi) va perduto: noi italiani siamo infatti tra i più bravi d’Europa a recuperare gli imballaggi di carta e cartone e a ridare loro valore, avviandoli al riciclo e trasformandoli in nuovo cartone. Secondo, perché la filiera degli scatolifici italiani è sempre più attenta a innovazione e sostenibilità.
Di questo e molto altro si è parlato lo scorso 2 ottobre, in occasione di un incontro tenuto dall’Associazione italiana scatolifici per approfondire il ruolo cruciale degli imballaggi in cartone ondulato nel packaging sostenibile e per spiegare le specificità degli scatolifici trasformatori all’interno della filiera produttiva.
In Italia produciamo ogni anno circa 190 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui circa 13,9 milioni sono imballaggi. Di questi, carta e cartone avviati al riciclo rappresentano 4,6 milioni di tonnellate, con un tasso di recupero del 92,5 per cento, il più alto tra tutti i materiali di imballaggio. Il sistema e i nostri atteggiamenti virtuosi consentono al nostro Paese di contribuire per il 15 per cento circa alla raccolta europea di carta e cartone. L’80 per cento della fibra recuperata viene poi utilizzata per produrre cartone ondulato riciclato, mentre il restante 20 per cento deriva da foreste gestite in modo sostenibile.
Questi risultati così importanti sono appunto possibili anche grazie a una rete di 300 scatolifici trasformatori, per lo più Pmi a capitale familiare italiano, distribuite su tutto il territorio nazionale, riunite dall’Associazione italiana scatolifici. Le aziende – che danno lavoro a oltre 5.000 persone e trasformano 2 miliardi di metri quadrati di cartone ondulato l’anno – si concentrano soprattutto in quattro regioni, ovvero Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Marche. Il fatturato annuo complessivo è di 1,3 miliardi di euro.
Andrea Mecarozzi, presidente dell’Associazione italiana scatolifici, durante l’evento ha commentato: “Siamo un mondo di piccole e medie imprese sparse su tutto il territorio italiano, in prima linea nella transizione ecologica e fortemente radicate nel tessuto industriale dei vari distretti. Continueremo dunque a lavorare per promuovere presso tutti gli stakeholder una filiera che genera valore economico, ambientale e sociale”.
L’incontro è stato anche l’occasione per fare il punto sul Regolamento europeo imballaggi (PPWR), entrato in vigore l’11 febbraio 2025 con l’obiettivo di rendere più sostenibile il packaging con provvedimenti come l’introduzione di percentuali minime di materiale riciclato, obbligo di riciclabilità e promozione del riutilizzo. In realtà, gli imballaggi di carta e cartone sono già su un’ottima strada, con una filiera che valorizza al massimo il riciclo e l’uso di materie prime seconde.
I consumatori consapevoli hanno tanti motivi in più per preferire gli imballaggi in carta e cartone e stare tranquilli.
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