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Le imprese italiane ancora poco preparate sulla gestione sostenibile dell’acqua
Sarà una delle risorse fondamentali del futuro prossimo, a livello globale. Ma in Italia quasi un’azienda su due non conosce le normative vigenti.
In vista della Giornata mondiale dell’acqua l’ente internazionale di certificazione Dnv Gl Business Assurance, in collaborazione con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (Unido) e con il supporto dell’istituto internazionale di ricerca Gfk Eurisko, rende nota un’indagine internazionale sulla gestione dell’acqua a livello aziendale, che visto coinvolti 1.907 professionisti di differenti settori in Europa, Nord America, Centro e Sud America e Asia.
Una fotografia di quella che è la percezione della risorsa idrica nel mondo delle imprese, della sua gestione futura in maniera sostenibile. Come è immaginabile la questione “acqua” è percepita in chiave di efficienza, ovvero le aziende si preoccupano di ridurre i consumi: nel rapporto infatti risulta che la metà delle imprese ha intrapreso iniziative di gestione dell’acqua negli ultimi cinque anni. Le tre iniziative più comuni sono il monitoraggio dei consumi, la definizione di obiettivi specifici e l’investimento in dispositivi idrici efficienti.
“L’acqua è destinata a rappresentare uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in discussione a livello globale”, dichiara Li Yong, direttore generale di Unido. “Questa indagine è davvero tempestiva: fornisce informazioni su come le aziende gestiscono l’acqua al giorno d’oggi ma anche sulle opportunità e sulle sfide attese per il futuro. L’indagine, inoltre, rivela differenze a livello geografico inaspettate e molto interessanti”.
Immagine via procone.org
Differenze, appunto. Se guardiamo in casa nostra infatti, mentre a livello globale un quinto delle aziende che utilizzano acqua per la produzione non è a conoscenza della legislazione nazionale in materia e solo un terzo del totale si è già dotata di una politica di gestione della risorsa, in Italia solo il 57 per cento delle aziende ritiene che le problematiche relative all’acqua possano avere un impatto sulle proprie strategie aziendali e il 40 per cento dichiara di non essere informato sulla legislazione specifica in materia di acqua.
“Nel corso del 20mo secolo la domanda di acqua è aumentata di sei volte, mentre la popolazione è raddoppiata. È evidente che la scarsità d’acqua è un problema globale di cui siamo responsabili”, sottolinea Luca Crisciotti, amministratore delegato di DNV GL – Business Assurance.
Ma ci sono anche dati positivi: 1 azienda su 3 ha introdotto una politica di gestione dell’acqua, mentre 1 su 4 ha già degli obiettivi specifici, soprattutto per favorire la riduzione dei consumi. Le misure più comuni sono la misurazione e l’efficienza dei consumi. Ma, secondo il rapporto, mancano ancora degli obiettivi concreti. “Esserne consapevoli è il primo passo”, conclude Crisciotti. “Le aziende stanno iniziando a rendersene conto e sarebbero portate a fare di più se le pressioni da parte degli stakeholder fossero pari a quelle per l’inquinamento o la sicurezza. I primi ad agire potranno ottenerne un vantaggio competitivo, derivante sia dalla corretta gestione dell’acqua, sia dalla possibilità di soddisfare la crescente domanda di performance di business sostenibili”.
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