L’uso dei sottoprodotti dell’agricoltura nei mangimi animali può permettere un risparmio ecologico e una via diversa per l’ecosostenibilità ambientale.
Inquinamento e vita insalubre uccidono 1,7 milioni di bambini all’anno
Le cifre sono contenute in due rapporti dell’Oms. Che chiede di salvaguardare i bambini intervenendo soprattutto su acqua e combustibili inquinanti.
L’inquinamento atmosferico e quello casalingo. Il fumo passivo e il consumo di acqua non potabile. La mancanza di strutture sanitarie e d’igiene. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità vivere in un ambiente non sano rappresenta, ogni anno, la ragione della morte di 1,7 milioni di bambini in tutto il mondo.
Tra le cause principali di morte diarrea, malaria e polmonite
La drammatica statistica è contenuta in due rapporti (“Un mondo sostenibile in eredità. Atlante della salute infantile” e “Non inquinate il mio futuro: l’impatto ambientale sulla salute infantile”), pubblicati lunedì 6 marzo dall’organizzazione internazionale. Nei documenti si punta il dito contro le condizioni spesso insalubri nelle quali sono costretti a vivere milioni e milioni di bambini, non solamente nelle zone più remote della Terra. Se infatti, ad esempio, il problema dell’acqua inquinata riguarda principalmente le nazioni più povere del pianeta, l’inquinamento atmosferico rappresenta la quotidianità anche nei paesi più sviluppati.
L’Oms sottolinea il fatto che il 26 per cento dei 5,9 milioni di decessi registrati ogni anno tra bambini di meno di cinque anni a livello mondiale potrebbe essere evitato se solo venissero prevenuti i rischi legati all’ambiente circostante. Tra le cause di morte più frequenti vengono citati la diarrea, la malaria e la polmonite “che potrebbero essere drasticamente ridotte grazie ad un accesso più equo all’acqua potabile e a fonti di energia pulite”.
Bambini in pericolo anche nei paesi sviluppati
Ma i pericoli arrivano anche da “agenti emergenti”. E in questo caso i problemi sono concentrati proprio nelle nazioni più sviluppate: si tratta di rischi legati alle sostanze inquinanti prodotte dalle attività industriali, dalla presenza di rifiuti elettrici ed elettronici, ma anche dai cambiamenti climatici. La presenza di elementi tossici nei prodotti chimici di uso comune, secondo l’Oms, non è ad esempio presa nella dovuta considerazione. Così come quella di residui di pesticidi, di materie plastiche o di altri elementi (piombo, fluoro, mercurio…) che finiscono per essere presenti anche nella catena alimentare.
Il risultato è che 570mila bambini muoiono ogni anno per malattie respiratorie imputabili all’inquinamento, 361mila per diarrea dovuta alla mancanza d’igiene, 200mila perché colpiti da malaria, altrettanti per intossicazioni. “Vivere in un ambiente degradato – ha spiegato Maria Neira, medico e direttrice del dipartimento Salute pubblica e Ambiente dell’Oms – comporta pesanti conseguenze sulla salute dei nostri figli. Per questo occorre investire per sradicare i rischi, puntando soprattutto a garantire un’adeguata qualità dell’acqua e a favorire l’uso di fonti di energia pulite”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Torna il 19 e 20 aprile lo sciopero globale per il clima, che in Italia vede coinvolte 25 città. Giovani in piazza anche per Gaza.
I lavori del ponte sullo stretto di Messina dovrebbero iniziare a dicembre 2024 e concludersi nel 2032. Ma i cittadini si ribellano.
L’Agenzia per la protezione dell’ambiente ha imposto di rimuovere quasi del tutto alcuni Pfas dall’acqua potabile negli Stati Uniti.
La Corte europea per i diritti dell’uomo dà ragione alle Anziane per il clima: l’inazione climatica della Svizzera viola i loro diritti umani.
Dopo i rilievi nell’acqua potabile del Veneto e della Lombardia, sono state trovate tracce di Pfas nei delfini, tartarughe e squali spiaggiati sulle coste della Toscana.
Un nuovo rapporto di Wri e università del Maryland fa il punto sulla deforestazione. Miglioramenti in Brasile e Colombia, ma passi indietro altrove.
Sabato 6 aprile, il settimanale porta in edicola e online le tematiche del “vivere verde”. Con un’intervista a Simona Roveda.
A distanza di un mese dall’annuncio dello Zambia, anche il Malawi ha dichiarato lo stato di calamità a causa della siccità prolungata da El Niño.