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Mauro Caruccio, ad di Toyota Motor Italia, ci parla delle sfide dell’industria dell’auto, dalle zero emissioni alle integrazioni tra le forme di trasporto.
Mobilità intelligente, qualità dell’aria, soluzioni tecnologiche del futuro. Il tutto all’insegna di un concetto di sostenibilità che – andando al di là di una scelta consapevole nel presente – sia in grado di abbracciare anche una visione di lungo periodo. Spazia fra questi e molti altri temi l’intervista che l’amministratore delegato di Toyota Motor Italia, Mauro Caruccio, ci rilascia alla vigilia del lancio del primo Osservatorio su Roma e la sostenibilità. Nell’occasione evidenzia l’impegno della casa giapponese per la riduzione delle emissioni inquinanti, e per offrire ai suoi clienti proposte sempre più all’avanguardia; ma il dibattito si allarga al futuro della mobilità nelle nostre città e alla necessità di implementare l’integrazione fra le varie forme di trasporto: un processo, già in corso da tempo, che l’emergenza coronavirus ha in qualche modo accelerato.
“Il pubblico e il privato – spiega Caruccio – dovranno lavorare insieme per combinare tutte le soluzioni e per raggiungere gli obiettivi comuni, dalla riduzione dell’inquinamento a quella di suolo pubblico”. Per Toyota, nello specifico, la formula per una mobilità intelligente consiste nella “complementarietà delle soluzioni tecnologiche che oggi il settore dell’auto può offrire”.
Nel quadro della sfida delle zero emissioni che vede impegnati tutti i costruttori, c’è una lunga fase di transizione che accompagnerà per molti anni l’industria dell’auto; in quest’ambito, per Toyota la migliore soluzione possibile è quella del full hybrid electric, ovvero dell’ibrido: “E’ la più immediata, pragmatica e semplice nell’utilizzo, perché il sistema provvede in totale autonomia a far dialogare un motore termico con uno elettrico ad alta potenza, in maniera esclusiva o combinata, nell’ottica di ottenere il miglior compromesso possibile tra prestazioni, richieste del guidatore, consumi ed emissioni”.
A proposito di qualità dell’aria, è sempre importante distinguere tra un gas climalterante come la CO2 – che non ha un effetto negativo diretto sulla salute degli individui – e altri inquinanti che si producono nella combustione, come il particolato e gli ossidi di azoto NOx. Su questi ultimi, in particolare, Toyota ha anticipato i tempi scegliendo di comunicare i dati emissivi delle proprie vetture; ciò nell’ottica di rafforzare il legame di fiducia con la clientela, che spesso sceglie il marchio giapponese proprio perché particolarmente sensibile al tema dell’aria che si respira.
“Le nostre soluzioni ibride – evidenzia Caruccio – sono in grado di combinare emissioni molto basse non solo di CO2, ma anche di ossidi di azoto: da ciclo omologativo, hanno valori di oltre il 90 per cento più bassi rispetto al limite previsto dalla normativa vigente. Ciò è frutto di investimenti e soluzioni tecnologiche che portiamo avanti da oltre vent’anni e che miglioriamo costantemente nel tempo”. Sempre in tema di qualità dell’aria, l’ad di Toyota Motor Italia ricorda l’esempio virtuoso della città di Bolzano, che già da tempo utilizza degli autobus a idrogeno, alimentandosi dall’unico stabilimento del genere in Italia: negli ultimi anni questa flotta – composta da cinque automezzi – ha percorso oltre un milione di chilometri, facendo risparmiare all’ambiente 1.200 tonnellate di CO2.
Negli ultimi tempi l’emergenza coronavirus ha letteralmente stravolto tante nostre abitudini consolidate; viene quindi automatico chiedersi come evolverà il concetto stesso di mobilità. Per Caruccio gli effetti della crisi sanitaria finiranno per accelerare un percorso che era già in atto, per cui gli utenti richiederanno sempre più formule di integrazione tra pubblico e privato, alla ricerca di quella più congegnale all’esigenza del momento. In sostanza una mobilità “incentrata sulle persone, inclusiva, sostenibile e intuitiva.
Per questo motivo, già da alcuni mesi abbiamo introdotto a livello globale un nuovo brand, Kinto, che in modo olistico racchiude tutte le soluzioni, dal car pooling allo sharing, fino alle forme di noleggio più classiche. È il nostro modo di fornire una risposta concreta alla mobilità del futuro”. Un futuro legato a doppio filo anche al tema della sostenibilità, che però deve essere considerata “in maniera più ampia: c’è una sostenibilità ambientale che viene condotta facendo una scelta responsabile su veicoli ad alta efficienza energetica e a basse emissioni di inquinanti, ma è necessario guardare anche a quelle soluzioni che garantiscano una lunga durata nel tempo. Ciò per evitare che un mezzo o le sue parti meccaniche vengano frequentemente sostituiti, con ricadute sul sistema produttivo che poi inquina”. Una visione allargata, che alla sostenibilità nel quotidiano affianca una visione di lungo periodo, per scegliere soluzioni più durature e che garantiscano un maggiore valore nel tempo.
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