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L’azienda produttrice di jamu più grande dell’Indonesia converte i propri scarti in pellet da biomassa e lo usa come combustibile, risparmiando 1,5 milioni di dollari all’anno.
L’uso in ambito industriale di organismi vegetali ricchi di energia come combustibili, o biomasse, rappresenta il futuro delle energie rinnovabili. Le biomasse derivate dagli scarti di produzione sembrano essere la soluzione ideale perché non costano nulla. In Indonesia un’azienda lungimirante, la Sido Muncul, ha scelto gli scarti della lavorazione del famoso preparato fitoterapico jamu per creare il pellet.
Il jamu è una bevanda preparata con piante e spezie, come lo zenzero, la curcuma, i chiodi di garofano, il finocchio, il sedano e il tamarindo. Gli indonesiani lo bevono per mantenersi in forma e in salute e per prevenire, e in alcuni casi curare, malattie da parecchie generazioni. Oggi il jamu è prodotto su scala industriale e lo si può trovare sottoforma di compresse, capsule, bustine o direttamente in bottiglia. Le spezie vengono tritate e mescolate e successivamente si estraggono i sapori e le proprietà con l’immersione in acqua bollente. Alla fine di questo processo rimangono scarti solidi sotto forma di posa. Con tre chilogrammi di ingredienti crudi viene prodotto un chilo di scarti.
In passato, prima del boom dei combustibili fossili, il legno, che non è altro che un tipo di biomassa, era il metodo più utilizzato per riscaldare le stanze. Se le biomasse vengono buttate nel fuoco per alimentarlo, si parla di sistema di combustione diretto. Oggi, però, c’è un modo più efficiente di usare le biomasse come carburante, ossia quello di trasformarle prima in pellet. Questo processo si chiama sistema di combustione a pellet. Dato che il pellet è secco, compatto e uniforme, la combustione rilascia una quantità maggiore di calorie.
La funzionalità del pellet ha ispirato nell’amministratore delegato della Sido Muncul Irwan Hidayat un nuovo modo di concepire gli scarti di lavorazione. La Sido Muncul, azienda leader in Indonesia per la produzione di jamu, produce 35,000 tonnellate di rifiuti solidi ogni giorno. Gestire al meglio le pile di rifiuti richiede sforzi non indifferenti e la vera intuizione di Hidayat è stata quella di usare gli avanzi di questa sostanza per alimentare la produzione di jamu.
Per ricavare il pellet dal jamu gli scarti vengono essiccati e ridotti in polvere poi pressati in cilindri della lunghezza di 2 centimetri circa. Questi sono poi inseriti in caldaie a vapore e usati nel processo di produzione del jamu e del pellet.
Con una riduzione del consumo di Gas naturale compresso (Cng) del 40 per cento, grazie al pellet, si possono risparmiare ogni anno fino a 20 miliardi di rupie (1,4 milioni di euro). L’azienda punta a rimpiazzare interamente il Cng con il pellet ricavato dal jamu perché è riuscita a dimostrare che quest’ultimo è una fonte di combustibile efficace. Il gas e il pellet rilasciano circa la stessa quantità di energia nello stesso lasso di tempo ma questo tipo di biomassa è sempre disponibile gratuitmente. E soprattutto questo significa che gli impianti di produzione del jamu non produrranno rifiuti.
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