La bomba delle materie prime sta per esplodere. La disinnesca il riciclo

“Non abbiamo un solo grammo in Europa delle materie necessarie a realizzare i telefonini, se dobbiamo utilizzare del tantalio o del cobalto lo dobbiamo andare a prendere in Congo o in Ruanda”. È la constatazione al centro dell’intervento di Roberto Cavallo, vicepresidente di ACR+ (network internazionale di città e regioni che condividono l’obiettivo di sviluppare

“Non abbiamo un solo grammo in Europa delle materie necessarie a realizzare i telefonini, se dobbiamo utilizzare del tantalio o del cobalto lo dobbiamo andare a prendere in Congo o in Ruanda”. È la constatazione al centro dell’intervento di Roberto Cavallo, vicepresidente di ACR+ (network internazionale di città e regioni che condividono l’obiettivo di sviluppare il consumo sostenibile e una corretta gestione delle risorse) al convegno Economia circolare: una strategia UE per uscire dalla crisi, anche in Liguria organizzato da Comune di Genova e Amiu.

 

Gli europei sono totalmente dipendenti da economie esogene. L’85% dei cellulari oggi in Europa finisce in discarica, non viene riutilizzato, uno spreco enorme di risorse. Ma ACR+ va oltre, evidenziando che l’indice dei prezzi delle materie prime negli ultimi 15 anni è esploso del 43% per l’Europa, mentre Cina e Stati Uniti sono rimaste sotto il 20%, l’area Euro è sotto, ha un gap del 20% rispetto ai competitor principali. “Già nel 2005 si scriveva che il riciclo è un’opportunità per l’Europa, ma non si è fatto abbastanza – dice Cavallo – mentre con lo sviluppo di un’economia circolare in Europa si potrebbero creare centinaia di migliaia di posti di lavoro nel continente, un posto in più ogni 1.500 abitanti”.

 

Il concetto di sviluppo dell’economia circolare è usato da McKinsey & Company, multinazionale di consulenza manageriale, secondo cui il modello del riciclo su scala continentale può creare fino a 630 miliardi di dollari di benefici economici all’anno.

 

Passare dal modello “prendi – usa – getta” a quello del “prendi – usa – trasforma” è l’indicazione illustrata dal senior practice expert della società di consulenza globale Marco Albani. Con il riuso di quelli che oggi sono chiamati ‘rifiuti’, secondo McKinsey l’Europa potrebbe risparmiare 340-380 miliardi di dollari all’anno in uno scenario di transizione, e fino a 630 in uno scenario avanzato, senza contare i nuovi posti di lavoro. “Il mondo è seduto sulla bomba a tempo delle risorse naturali: – sottolinea Albani – entro il 2025 avremo oltre un miliardo di persone in più sul pianeta, un miliardo e 800 milioni di persone passeranno dall’ essere soggetti dell’economia di sussistenza a consumatori-classe media emergente, 3 miliardi di persone entro il 2030 avranno il primo frigorifero, il primo motorino, la prima casa con l’acqua, un trend positivo per l’umanità ma anche un peso sulle risorse mondiali. Non ha precedenti il numero di persone che passeranno dalla povertà alla classe media. Il Pil di Paesi come Cina, India o Brasile raddoppierà”. McKinsey evidenzia che dal 1900 al 2000 il prezzo delle materie prime, petrolio, grano, acciaio, in termini reali è costantemente sceso mentre l’economia cresceva, improvvisamente dal 2000 al 2014 si sono cancellati 100 anni di diminuzione in termini reali dei prezzi delle materie prime, è cambiato il rapporto tra l’economia mondiale e la disponibilità delle risorse. L’economia circolare può risolvere il problema delle risorse? Può generare profitto? Sì. “L’economia circolare può disinnescare questa bomba”.

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