L’uso dei sottoprodotti dell’agricoltura nei mangimi animali può permettere un risparmio ecologico e una via diversa per l’ecosostenibilità ambientale.
La Scozia non vuole contaminare il suo ambiente: no agli ogm
Il governo scozzese ha bandito la coltivazione delle colture geneticamente modificate per proteggere il proprio patrimonio ambientale.
Nel mondo dell’agricoltura è in corso una guerra, tra colture biologiche o tradizionali e colture geneticamente modificate. È un conflitto che avviene in sordina, lontano dai riflettori, eppure riguarda tutti noi, è in gioco la nostra alimentazione.
La Scozia ha deciso da che parte schierarsi, vietando completamente la coltivazione di prodotti ogm, lo ha annunciato Richard Lochhead, il segretario agli affari rurali del governo autonomo scozzese.
“La Scozia è conosciuta in tutto il mondo per il suo splendido ambiente naturale – ha spiegato Lochhead – il divieto di coltivazione di colture geneticamente modificate servirà a tutelare e valorizzare tale patrimonio”.
La scelta, però, non è solo di carattere ambientale ma anche economica, è infatti in crisi l’assioma che vorrebbe le colture ogm più produttive di quelle biologiche.
“Non ci sono prove di una significativa domanda di prodotti geneticamente modificati da parte dei consumatori scozzesi – ha affermato il segretario agli affari rurali – sono inoltre preoccupato che tali colture possano danneggiare la nostra immagine di Paese verde, sarebbe come giocare d’azzardo con il nostro futuro e mettere a rischio un’industria del cibo e delle bevande che vale 14 miliardi di sterline”.
La Scozia chiederà dunque di essere esclusa da qualsiasi tipo di decisione dell’Unione europea che apra alla coltivazione di colture geneticamente modificate. La presa di posizione è stata accolta favorevolmente dalla Scottish Crofting Federation, ente che rappresenta i piccoli coltivatori della nazione, e da altre organizzazioni della società civile che ha scritto una lettera aperta di sostegno al governo scozzese.
“Condividiamo il principio di precauzione che il governo scozzese sostiene – si legge nella lettera – secondo il quale i potenziali rischi degli ogm per la salute pubblica e l’ambiente, superano i potenziali vantaggi per il sistema alimentare della Scozia, riconosciamo inoltre l’importanza di proteggere e migliorare la reputazione della Scozia come produttore di cibo buono e sano”.
Con questa scelta la Scozia prende le distanze dal governo britannico, molto più aperto sulla questione ogm, e sarà forse etichettata come anti-progressista. La risposta preventiva è contenuta nella lettera degli agricoltori di supporto alla decisione del governo.
“Non siamo contro la scienza, la nostra opposizione nasce dal fatto che, con buona ragione, non ci fidiamo delle affermazioni fatte da società con un interesse acquisito nel controllare il nostro sistema alimentare”.
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