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Una femmina di rara tigre dell’Amur, salvata nel 2012, è stata reintrodotta nel suo ambiente e potrebbe contribuire a salvare la specie.
Si chiama Cenerentola e il lieto fine ricorda quello di una favola, ma la storia è vera e la protagonista è una femmina di tigre dell’Amur (Panthera tigris altaica). C’era una volta (nel 2012) un cucciolo di tigre, orfano, affamato e in balia del rigore dell’inverno russo.
L’animale, destinato a morte certa, è stato salvato dai ricercatori della Wildlife Conservation Society che lo hanno ribattezzato Zolushka, la traduzione russa di Cenerentola. Oggi Zolushka è stata restituita alla natura selvaggia e gli scienziati si augurano che possa riprodursi e contribuire a far sì che le tigri tornino a colonizzare l’Oblast’ autonoma ebraica.
In questo territorio della Russia le tigri erano scomparse da circa quaranta anni a causa della perdita dell’habitat, del bracconaggio e della diminuzione delle prede. Gli scienziati ostentano però fiducia, Zolushka ha infatti già incontrato un maschio e si spera possano nascere dei cuccioli.
“Zolushka si è ambientata subito nella sua nuova casa e rappresenta il primo indispensabile tassello nel processo di ri-colonizzazione di un habitat nel quel un tempo cacciavano i suoi antenati”, ha dichiarato Dale Miquelle, direttore del programma in Russia per la Wildlife Conservation Society.
Quando è stata trovata nel 2012 Zolushka era sola, si sospetta che la madre sia stata uccisa dai bracconieri, e malandata, è stato infatti necessario amputarle un terzo della coda ormai assiderata. La giovane tigre è stata ospitata per 15 mesi in un centro di riabilitazione per le tigri in Russia e ha ricevuto le cure mediche necessarie, grazie anche all’assistenza tecnica del dottor Pat Thomas, responsabile del Wcs Bronx Zoo.
Il contributo del dottor Thomas è stato importante per migliorare la sicurezza della struttura e per ridurre la necessità di interazioni dirette tra tigri ed esseri umani. Per una completa riabilitazione della tigre, che consente in un secondo momento di restituirle la libertà, è infatti necessario che il felino mantenga intatta la paura verso gli uomini e che impari a cacciare prede vive. Nel periodo in cui è stata ospite del centro Zolushka è cresciuta e ha imparato a cacciare.
Zolushka è stata rilasciata nella Bastak Reserve e gli scienziati seguono i suoi movimenti grazie ad un radiocollare e alle trappole fotografiche. È difficile stabilire quante tigri dell’Amur sopravvivano oggi, le stime parlano di 330-390 individui, contro i 430-500 del 2005. Il salvataggio e la reintroduzione in natura di Zolushka rappresenta un grande successo e può contribuire a salvare questi meravigliosi animali dall’oblio dell’estinzione.
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