
Sbarca sul mercato europeo il filetto di salmone vegano stampato in 3D: uguale nell’aspetto e nella consistenza al prodotto tradizionale, è realizzato con le proteine dei funghi.
L’introduzione delle nuove etichette sugli alimenti ha coinvolto positivamente anche i prodotti ittici. Scopriamo insieme cosa ci raccontano.
Dallo scorso dicembre, su ogni prodotto esposto nel banco del pesce deve essere indicato anche l’attrezzo di pesca utilizzato per consentire ai consuamtori di distinguere il pesce sostenibile. E le novità non finiscono qui: la misteriosa sigla che indicava le macro aree di provenienza del pescato (ad esempio Fao 37 per il Mar Mediterraneo) deve essere sostituita da un’indicazione più ristretta e precisa dell’area di pesca.
Le nuove etichette, purtroppo, non sono ancora visibili dappertutto, perché ai negozianti è stato concesso un certo tempo per adeguarsi. Ma presto lo saranno.
La nuova etichetta è obbligatoria sul pesce fresco intero, ma può non essere adottata per lo scomparto frigo della grande distribuzione, dove si espongono i pesci puliti dal supermercato stesso. Quindi non è di fatto possibile sapere come e dove sono state pescate le sardine già sfilettate: il consiglio, per scegliere un prodotto sostenibile, è quello di chiedere informazioni all’addetto al banco oppure dare un’occhiata all’etichetta delle sardine intere.
Ma come si può capire se un attrezzo da pesca è sostenibile, quando non lo si conosce?
Sulla pagina di consumaregiusto.it è possibile scaricare la nuova guida al pesce sostenibile. Con il semplice e intuitivo modello del semaforo sono evidenziati in rosso gli attrezzi da pesca da evitare (reti a traino da fondo, Palangaro di superficie, draga, Sciabica; in giallo le buone alternative (il Tramaglio, rete da posta fissa, Palangaro di fondo); in verde quelli più sostenibili (arpione, Nasse, rete da traino a mezz’acqua, canna da pesca, lenza, rete da circuizione).
Più in generale, le indicazioni da seguire per fare acquisti sostenibili in pescheria sono queste:
Scegliere prodotti locali: meno strada percorre il pesce che compriamo e più l’ acquisto risulta sostenibile e poco inquinante.
Scegliere prodotti certificati sostenibili o provenienti da allevamenti biologici.
Scegliere pesce a ciclo vitale breve, sarà contento il mare, che si ripopolerà in fretta, ma anche il nostro organismo, che eviterà di avere a che fare con inquinanti pericolosi.
Non mangiare pesce ogni giorno.
A cura di Daniele Tibi per consumaregiusto.it
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Sbarca sul mercato europeo il filetto di salmone vegano stampato in 3D: uguale nell’aspetto e nella consistenza al prodotto tradizionale, è realizzato con le proteine dei funghi.
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