
Socially made in Italy, quando l’alta moda italiana è fatta a mano dalle detenute
Socially made in Italy è un punto d’incontro tra i brand di lusso e le cooperative sociali per valorizzare il lavoro delle detenute in 11 carceri italiane.
Socially made in Italy è un punto d’incontro tra i brand di lusso e le cooperative sociali per valorizzare il lavoro delle detenute in 11 carceri italiane.
Oltre al design moderno ed ecologico, i gioielli di Circuit breaker labs presentano una valida soluzione al problema dei rifiuti elettrici ed elettronici.
Cangiari vuol dire “cambiare” in calabrese. È un marchio di moda etica realizzato dalla cooperativa sociale Goel, per sfidare la ’ndrangheta e non solo.
Arriva dalla Francia ed è una sciarpa innovativa in grado di filtrare le sostanze pericolose presenti nell’aria. Ideale per ciclisti, motociclisti e pedoni.
Riutilizzare i rifiuti per dar loro nuova vita. Le creazioni di Messie design ne sono l’esempio, grazie a un riciclo creativo unico nella sua specie.
Villa Necchi Campiglio, di proprietà del Fai, apre le porte al pubblico con una mostra sulla moda che vede protagonista Isabelle de Borchgrave e le sue opere.
Sostituire la pelle vera si può. Un’alternativa eco che presenta tutte le caratteristiche ideali è Muskin, composta al 100% da materie prime naturali.
Si amplia la gamma delle fonti rinnovabili con un tessuto che genera energia solare e meccanica grazie a delle componenti elettriche presenti al suo interno.
Presentato durante la settimana della moda londinese, Bnature di Bonaveri è il primo manichino ecologico prodotto con materie prime biodegradabili.
Materie prime a basso impatto ambientale e trasparenza totale: la sostenibilità secondo il marchio d’abbigliamento Iluut.