L’inquinamento acustico ci sta rendendo sordi ai suoni della natura

Lo sostiene una ricerca condotta dall’Us National Park Service secondo la quale il rumore cresce più velocemente della popolazione degli Stati Uniti.

Il canto di un cardellino, il fruscio del vento tra le fronde degli alberi, lo scorrere di un fiume, sono solo alcuni dei meravigliosi concerti che la natura  esegue ininterrottamente, eppure stiamo perdendo la capacità di ascoltarli e le nuove generazioni potrebbero perdere questo dono.

 

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Lo sostiene Kurt Fristrup, scienziato statunitense dell’Us National Park Service, secondo il quale l’aumento dei livelli di rumori di fondo in alcune zone rischia di sovrastare i suoni prodotti dall’ambiente naturale circostante.

 

“Questo nuovo tipo di sordità è un problema reale, condizioniamo noi stessi ad ignorare le informazioni che giungono alle nostre orecchie – ha dichiarato Fristrup. – Questo dono con il quale siamo nati, che ci consente di percepire tutti i suoni che avvengono anche a centinaia di metri di distanza, rischia di perdersi per un’amnesia generazionale”.

 

Questo fenomeno sarebbe provocato sia dall’effettiva riduzione della capacità uditiva, provocata dalla continua esposizione all’inquinamento acustico, che da una perdita delle abitudini di ascolto. Negli ultimi dieci anni il Us National Park Service ha registrato i livelli sonori di oltre seicento siti in tutti gli Stati Uniti, tra cui i parchi Yosemite in California, Yellowstone nel Wyoming e Denali in Alaska.

 

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Ognuna delle aree analizzate si è rivelata influenzata da una qualche forma di rumore prodotto da attività umane, come autobus, aerei e moto. Il gruppo di ricercatori guidato da Fristrup ha combinato i livelli sonori registrati nei parchi nazionali con dati simili provenienti da contesti urbani per creare un modello dei livelli di rumore presenti negli Stati Uniti.

 

Dallo studio emerge che l’inquinamento acustico cresce più velocemente della popolazione degli Stati Uniti e sarà più che raddoppiato nei prossimi 30 anni.

 

Potrebbe non sembrare un dramma visto che l’uomo si adatta rapidamente ai cambiamenti dell’ambiente circostante, eppure ne risentirebbe anche dal punto di vista della salute. È stato infatti dimostrato come l’ascolto di suoni naturali abbia un influsso benefico sul nostro organismo.

 

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Derrick Taff, scienziato della Pennsylvania State University, ha notato come l’ascolto di registrazioni effettuate nei parchi nazionali aiutino le persone a recuperare dopo eventi stressanti. Togliete le cuffie dalle orecchie, trovate il parco o l’area protetta più vicina e ascoltate il concerto della natura, vi sentirete meglio.

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