
Le distese di sargasso nelle acque dell’Atlantico hanno raggiunto livelli record. Ma c’è anche chi si rimbocca le maniche per cercare soluzioni.
A quanto pare, gli hooligans rappresentano il minore dei mali per la Barcaccia e in generale per tutti i beni culturali romani. I danni peggiori per chiese, resti archeologici e statue continuano a farli lo smog e le alluvioni. Foto: ©www.automoto.it E’ quanto afferma l’ultimo rapporto congiunto di Ispra, l’Istituto superiore protezione e ricerca
A quanto pare, gli hooligans rappresentano il minore dei mali per la Barcaccia e in generale per tutti i beni culturali romani. I danni peggiori per chiese, resti archeologici e statue continuano a farli lo smog e le alluvioni.
E’ quanto afferma l’ultimo rapporto congiunto di Ispra, l’Istituto superiore protezione e ricerca ambientale e Iscr, l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro che celebrano così 15 anni di collaborazione.
I dati non sono affatto rosei: secondo i due istituti, solo nella Capitale i beni di composizione calcarea a rischio deterioramento sono 3.600, mentre quelli a composizione bronzea sono 60.
La perdita di superficie delle opere romane è stimata in 5,2 – 5,9 micron l’anno per il marmo e 0,30 – 0,35 micron l’anno per il bronzo. Lo smog, infatti, non solo sporca i monumenti, rendendoli esteticamente meno belli, ma li “attacca” a livello chimico. Altro problema potrebbe essere l’acqua: se per caso arrivasse un’alluvione a interessare il centro storico (piazza Navona, piazza del Popolo e Pantheon) i beni culturali romani esposti a rischio sarebbero 2.204.
In tutta Italia, le opere del patrimonio artistico-archeologico che potrebbero essere rovinate dall’inquinamento atmosferico o da problemi legati al dissesto idrogeologico sono 14.000. Una cifra immensa.
Per fermare tutto questo degrado, a detta di Patrizia Bonanni dell’Ispra, responsabile del Protocollo d’intesa con l’Iscr ed esperta di inquinamento sui monumenti, basterebbe una pulizia annuale (o eventualmente semestrale) svolta con regolarità. Sarebbe relativamente poco costosa ed eviterebbe i rischi di sbriciolamento.
E per quanto riguarda il dissesto, il suggerimento dei due istituti è sostanzialmente lo stesso dei geologi: incrementare il monitoraggio, servirsi di banche date e satelliti, mettere in sicurezza l’intero territorio peninsulare, pianificare con serietà gli interventi.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Le distese di sargasso nelle acque dell’Atlantico hanno raggiunto livelli record. Ma c’è anche chi si rimbocca le maniche per cercare soluzioni.
È aumentato il numero di Comuni italiani sui cui territori sono presenti spiagge alle quali è stata riconosciuta la Bandiera blu.
Che fine fa il vetro, quando si rompe? Se lo trattiamo bene, è uno dei pochi materiali che non vedrà mai la discarica. Qui vi raccontiamo come e perché. Con l’aiuto di CoReVe.
Nasce il Parco nazionale del Matese, la 25esima area protetta italiana che ospita un’enorme biodiversità tra Campania e Molise.
Il 6 maggio l’Italia ha già consumato tutte le risorse naturali rinnovabili che le spettano per l’intero 2025: è l’Overshoot day del nostro paese.
Il rapporto annuale di Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa indica per la prima volta una situazione globale “difficile”. Male l’Italia.
Combattimenti tra animali, caccia al trofeo e allevamento in gabbia: nessuno degli emendamenti che avrebbero contrastato queste pratiche è stato approvato dalla maggioranza di Governo in Parlamento.
Mentre l’Europa prende tempo per stringere i controlli contro il commercio illegale di legno, Albania, Bosnia e Macedonia del Nord provano a cogliere l’opportunità per fare passi avanti.
Un’immersione a oltre 5.000 metri di profondità ha svelato un fondale pieno di plastica e rifiuti: la Calypso deep, nel cuore del Mediterraneo, si conferma uno dei luoghi più inquinati degli abissi marini.