Dalla lolla di riso un materiale adatto al contatto con gli alimenti: il nuovo blend sostenibile di Mixcycling

Dalla startup Mixcycling arriva Lolla PPH 20-021, un blend composto per il 20 per cento di lolla di riso, adatto al contatto con gli alimenti e circolare.

  • Lolla PPH 20-021 è un nuovo materiale realizzato per il 20 per cento di lolla di riso e per l’80 di polipropilene.
  • Adatto al contatto con gli alimenti e molto versatile, ha la potenzialità per sostituire le plastiche vergini in molti settori.
  • Mixcycling, la startup che la produce, è in grado di calcolare il Life cycle assessement, cioè l’impatto ambientale dalla produzione fino alla consegna all’azienda partner.

Un altro piccolo, grande passo verso il risparmio di risorse energetiche e materie prime. Un altro passo verso l’economia circolare e il rispetto del pianeta. È quello che sta per compiere Mixcycling, la startup nata da una costola dell’azienda vicentina di tappi Labrenta, che fa parte del network di LifeGate Way. E che lavora per sostituire polimeri di derivazione fossile con fibre naturali recuperate da scarti di lavorazione industriale, allo scopo di creare materiali bio-compositi performanti e sostenibili.

Un materiale food contact circolare

Il nuovo passo si chiama Lolla PPH 20-021 ed è un nuovo materiale realizzato per il 20 per cento con fibra organica di lolla di riso, la pellicola protettiva che avvolge il chicco di riso e che viene scartata nella lavorazione, e per il restante 80 per cento da Pph, il polimero termoplastico più resistente tra i tipi di polipropilene esistenti. Lolla potrà trovare spazio in diversi settori di applicazione, tra quelli in cui i prodotti di Mixcycling sono già presenti, dall’arredamento alla cosmesi, dall’oggettistica per la casa all’industria passando per il settore dei pet toys.

Ma i veri punti di forza del prodotto sono due. Da una parte il fatto che sia idoneo per il contatto con gli alimenti e, di conseguenza, possa essere impiegato per il packaging alimentare. Da sempre questo è uno dei requisiti più complicati da soddisfare per un materiale di recupero e circolare, per via del rischio di contaminazioni tra cibo e materiale di conservazione.

Dall’altro, la versatilità del nuovo materiale, e il suo rimanere molto simile al polipropilene vergine già stampato e utilizzato, dà a Lolla le potenzialità per una vera sostituzione di massa atta a farla diventare uno standard, in tempi non molto lunghi, in settori come quelli dei bar e della ristorazione.

Ma anche nella stoviglieria per la casa, dove già da qualche tempo si è registrato un boom di richieste di soluzioni alternative alle plastiche tradizionali, frenate in qualche caso da limitazioni come quella introdotta ad esempio dall’Unione Europa sul bambù. Posate, stoviglie dunque, ma anche pratici contenitori porta-pranzo leggeri e resistenti (i cosiddetti “tupperware” per antonomasia), che consentiranno di non perdere in comodità e risparmiare in risorse e materie prime. Finora, nel settore del food contact, Mixcycling aveva già realizzato Sughera, un blend di sughero e plastica con un campo di applicazione però ancora limitato.

Cos’è la lolla di riso e quanta ce n’è in Italia

La lolla di riso, costituita dalle glumelle che rivestono e proteggono il chicco, è un sottoprodotto della lavorazione del riso. L’Italia ne è un grandissimo produttore, il che la rende una risorsa a km zero. Ogni anno, solo nel nostro paese, si ottengono più di 280mila tonnellate di lolla di riso: un numero che forse basta già da solo per rendere l’idea di quante risorse si possano risparmiare riutilizzando questa risorsa.

Generalmente la lolla di riso viene utilizzata soprattutto nella zootecnica come lettiera, oppure come biomassa. Mixcycling però, è riuscita a spingersi adesso un passo oltre, recuperandola e trattandola per inserirla in ulteriori cicli produttivi. I vantaggi ambientali si possono contare su più livelli: innanzitutto nel riciclo di materiali già in circolazione che permette di consumare meno materie prime. Di conseguenza, si riduce anche il contenuto di plastica dei nuovi materiali, senza impattare sulle loro performance.

Nel pieno rispetto della logica del closed loop, inoltre, qualsiasi prodotto in Lolla può essere a sua volta riciclato. Restituendolo al produttore a fine vita, infatti, si garantisce un’efficienza quasi perfetta e si recupera materiale pulito e da reinserire in nuovi cicli produttivi. Non a caso Mixcyling punta, in prima battuta, a coinvolgere gli stessi produttori di riso in progetti di piena circolarità, creando una filiera completa che passi dalla raccolta del riso al riutilizzo degli scarti per farne packaging per il prodotto stesso.

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L’Italia è uno dei più grandi produttori di riso, questo fa della lolla una fibra vegetale a km zero  © Sean Gallup/Getty Images

Quali sono i benefici ambientali di questo nuovo materiale

La startup vicentina è anche in grado di calcolare gli impatti energetici ed ambientali relativi ai suoi processi o attività, in questo caso la produzione di Lolla, fornendo una qualifica ambientale del prodotto: uno strumento di grande impatto comunicativo che Mixcycling è in grado di fornire alle aziende partner. Il Life cycle assessment (lca) viene valutato dalla culla al cancello, vale alla dire dalla nascita del prodotto, nella fase dell’estrazione e il trattamento delle materie prime, passando per la fabbricazione e il packaging fino al trasporto presso l’azienda partner.

Nello specifico, il biocomposto consente di limitare del 4,93 per cento la formazione di ossidanti fotochimici rispetto a un prodotto realizzato esclusivamente in polipropilene, di utilizzare il 12,09 per cento in meno di risorse fossili (circa 67 megajoule, ovvero la quantità di calore sviluppata dalla combustione per chilogrammo, contro oltre 76 del polimero puro) e l’1,29 per cento in meno di risorse minerali. Complessivamente, dunque, l’ecopunteggio è inferiore dell’1,04 per cento: viene elaborato sulla base di una serie di indicatori ambientali come impronta carbonica (CO2 equivalente per kg), formazione di ossidanti fotochimici, acidificazione, eutrofizzazione acquatica, impronta idrica, esaurimento di risorse fossili, esaurimento di risorse minerali.

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