Come le aziende possono abbracciare l’economia circolare: la ricetta di Giotto Circular

La startup italiana Giotto Circular propone un supporto concreto per analizzare e implementare i principi dell’economia circolare nei processi produttivi.

  • Gli scarti da rifiuto ritrovano valore grazie all’implementazione dei processi di economia circolare.
  • La startup italiana Giotto Circular supporta le aziende in un percorso di trasformazione del proprio modello di business.
  • I modelli della startup permettono di misurare e migliorare l’indice di circolarità aziendale.
  • Così facendo, si ottimizza l’uso delle risorse e si riducono i costi operativi.

A differenza del tradizionale modello economico lineare, che si basa su produzione, consumo e scarto, l’economia circolare promuove un approccio rigenerativo e sostenibile. Questo modello valorizza le risorse, riduce gli sprechi e minimizza l’impatto ambientale, trasformando ciò che una volta era considerato rifiuto in una risorsa preziosa. È per sfruttare questa opportunità che è stata creata la startup italiana Giotto Circular, parte della galassia LifeGate Way. Giotto Circular è una startup digitale nata per offrire soluzioni alle aziende che vogliono intraprendere un percorso di coscienza e conoscenza della circolarità dei propri prodotti o processi. Attraverso la sua piattaforma online, le imprese possono effettuare un percorso per migliorare il proprio livello di circolarità, con la possibilità di rimettere sul mercato materie di scarto e prodotti alla fine del proprio utilizzo.

 

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Come è nata l’idea di Giotto Circular 

I fondatori di Giotto Circular da anni operano nel settore della gestione e valorizzazione degli scarti da rifiuto. Durante le loro precedenti attività, i soci si sono resi conto del fatto che molte imprese necessitano di un supporto concreto per analizzare e implementare i principi dell’economia circolare nei propri processi produttivi. Giotto Circular coniuga la complessità tecnica dell’economia circolare con la semplicità d’uso di una piattaforma online. “La nostra piattaforma è in grado di misurare l’indice di circolarità delle aziende e di definire una roadmap di interventi mirati per migliorare la sostenibilità e l’efficienza dei processi aziendali”, spiega Riccardo Scialla, Ceo e co-fondatore dell’azienda con sede a Casinaro, in provincia di Caserta.

La missione principale di Giotto Circular è quella di supportare le aziende in un radicale percorso di trasformazione del proprio modello di business. “Vogliamo aiutare le imprese a transitare da un modello economico lineare, basato su produzione e scarto, a un modello rigenerativo che valorizza le risorse e minimizza gli sprechi. Attraverso la definizione e l’applicazione di pratiche di economia circolare, miriamo a preparare le aziende alle sfide del futuro, promuovendo la sostenibilità ambientale e la crescita economica”.

Un percorso in tre tappe verso l’economia circolare

Il processo di circolarità di Giotto Circular si articola in tre tappe principali. Si parte dal C-Assessment (circularity assessment) in cui gli esperti realizzano una valutazione dettagliata del livello di circolarità dell’azienda cliente, abbracciando tutte le aree rilevanti: materie prime, energia e acqua, rifiuti ed emissioni, logistica, prodotti e servizi, e infine società e governance. Alla fine del processo, rilasciano un report con l’indice di circolarità specifico per ciascuna area e uno complessivo per l’intera azienda, in conformità con la norma Uni TS/11820 sulla circolarità aziendale.

Il secondo step volontario, G-Analysis (Giotto analysis), è una consulenza personalizzata che parte dalla volontà di affrontare le aree di maggiore vulnerabilità emerse. “Partiamo dall’analisi degli impatti ambientali attraverso un life cycle assessment (Lca) dell’azienda e studiamo una proposta tecnica che consente di ottenere miglioramenti significativi a livello ambientale ed economico.

I risultati di questa analisi sono presentati attraverso un report arricchito da indicatori specifici (kpi), sviluppati in collaborazione con l’università Federico II di Napoli, che evidenziamo i benefici economici e ambientali delle proposte”. Be-Circular è il terzo step in cui la startup accompagna il cliente nel mettere in pratica le soluzioni proposte, completando il percorso. Tutto questo, in collaborazione con partner specializzati in tutto il territorio. “Oltre a questi tre step principali, i nostri servizi si concentrano anche sulla valorizzazione degli scarti industriali, la creazione di piani ambientali, sociali e di governance (Esg) e la formazione aziendale”, aggiunge Scialla.

Perché l’economia circolare conviene alle aziende

Il Circularity gap report 2024, redatto dall’organizzazione internazionale Circle Economy Foundation, evidenzia un controsenso: l’economia circolare è sempre più di tendenza, ma la quota di materiali secondari effettivamente consumati dall’economia globale è scesa dal 9,1 per cento del 2018 al 7,2 per cento del 2023. Il calo è del 21 per cento in cinque anni. Nello stesso periodo, abbiamo consumato oltre 500 gigatonnellate di risorse, cioè il 28 per cento di tutti i materiali consumati dall’umanità dal 1900.

Startup come Giotto Circular provano a invertire questo trend e trasformare l’economia circolare in una reale occasione per le aziende. Ai loro occhi, uno dei punti più critici sta nella gestione delle risorse e dei rifiuti, regolata da normative molto stringenti. Ridurre gli sprechi e trasformarli in risorse significa ridurre i costi operativi, aprendo al tempo stesso nuove possibilità di riciclo e riuso. L’efficienza energetica è un’altra area in cui molte imprese sono vulnerabili, ma che si trasforma in vantaggio quando si investe in soluzioni tecnologiche sostenibili che riducono le spese e le emissioni. Adottando materiali riciclati e sostenibili, infine, le aziende diventano sempre meno dipendenti da risorse non rinnovabili; anche questo significa abbattere i costi. “Non si tratta solo di essere conformi, ma di essere pionieri di un nuovo modo di fare impresa” spiega il co-fondatore di Giotto Circular.

“Anche il design dei prodotti e il loro ciclo di vita rappresentano una sfida significativa. Le normative sull’ecodesign e la responsabilità estesa del produttore richiedono che i prodotti siano progettati per durare più a lungo e per essere riciclati facilmente, il che riduce i costi a lungo termine, fidelizza i clienti e apre nuovi mercati. È una mossa strategica che ripaga nel tempo”, precisa Scialla, che sottolinea quanto anche la logistica e la distribuzione siano cruciali per ridurre i costi di trasporto e le emissioni di CO2, migliorando l’efficienza operativa. Infine, gli aspetti sociali e di governance non possono essere trascurati, perché un’azienda responsabile e trasparente attira investitori etici e migliora la propria reputazione.

La transizione verso un’economia circolare non è immediata: implica investimenti (talvolta costosi) in nuove tecnologie e infrastrutture, nonché la formazione del personale e tante sfide legate alla comunicazione e al coinvolgimento di clienti, fornitori, investitori e comunità locali. “La trasparenza e la responsabilità sono fondamentali per costruire la fiducia e la reputazione delle aziende mentre si impegnano nella transizione verso un’economia circolare” conclude Riccardo Scialla.

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