
Cosa è successo e cosa possiamo imparare dal crollo del ghiacciaio del Birch.
Il Consiglio di una delle università più prestigiose al mondo ha deciso di non investire più in società che operano nell’estrazione del carbone per la produzione di energia, ma di puntare alle alternative rinnovabili.
Sono circa un centinaio le società nelle quali l’università di Stanford non investirà più. La decisione avviene dopo un’attenta valutazione del Consiglio su raccomandazione dell’Advisory Panel on Investment Responsibility and Licensing (Apirl), una sorta di comitato composto dai rappresentanti degli studenti, docenti, personale e alunni, che ha valutato le implicazioni sociali e ambientali degli investimenti in società di combustibili fossili.
“Stanford ha una precisa responsabilità nel promuovere la sostenibilità e lavoriamo intensamente per farlo attraverso la ricerca, i nostri programmi educativi e le nostre azioni nel campus”, ha detto il rettore John Hennessy. “La valutazione dell’università ha concluso che il carbone è uno dei metodi a più alta intensità di carbonio nella produzione di energia e che ormai sono disponibili altre fonti facilmente sostituibili. Eliminare il carbone dai nostri investimenti è un piccolo, ma costruttivo, passo”.
Una delle università più importanti al mondo dà quindi un chiaro segnale anche nel mondo degli investimenti. Ma il lavoro più importante lo sta portando avanti all’interno del campus. L’università conduce una vasta gamma di ricerca incentrata sulla sostenibilità e l’efficienza energetica, compreso il lavoro presso la Facoltà di Scienze della Terra, l’Istituto Woods Stanford per l’Ambiente, l’Istituto Precourt per l’Energia. Oltre al fatto che i docenti dell’università hanno svolto negli anni un ruolo chiave nel Gruppo intergovernativo di esperti delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Ipcc).
L’università attualmente sta lavorando ad un nuovo sistema energetico in grado di ridurre le emissioni di carbonio del campus del 50 per cento e di ridurre il consumo di acqua di circa il 15 per cento, dopo che negli ultimi anni si è registrata una riduzione del 21 per cento in 15 anni.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Cosa è successo e cosa possiamo imparare dal crollo del ghiacciaio del Birch.
Le bozze del ddl allo studio del governo prefigurano maglie molto più larghe per le attività venatorie: 44 associazioni chiedono spiegazioni ai ministri.
Il 2 giugno si celebra la Giornata mondiale delle torbiere. Un’occasione per parlare di questi ecosistemi poco conosciuti e silenziosi, ma fondamentali per il clima, l’acqua, la biodiversità e la memoria del nostro Pianeta.
La stagione estiva è ancora lontana, ma dal Regno Unito alla Russia, dai Paesi Bassi alla Turchia, in buona parte d’Europa impera già la siccità.
In occasione della Giornata mondiale delle api il Wwf pubblica un rapporto che lancia l’allarme sulla situazione degli insetti impollinatori nel mondo.
Per la prima volta dall’inizio delle rilevazioni nel 2019, lo scorso anno la deforestazione è stata stabile o in calo in tutti e sei i biomi del Brasile.
Le distese di sargasso nelle acque dell’Atlantico hanno raggiunto livelli record. Ma c’è anche chi si rimbocca le maniche per cercare soluzioni.
È aumentato il numero di Comuni italiani sui cui territori sono presenti spiagge alle quali è stata riconosciuta la Bandiera blu.
Che fine fa il vetro, quando si rompe? Se lo trattiamo bene, è uno dei pochi materiali che non vedrà mai la discarica. Qui vi raccontiamo come e perché. Con l’aiuto di CoReVe.