Madagascar, Andry Rajoelina resta al potere dopo elezioni a dir poco controverse

Dopo la chiusura dei seggi, Andry Rajoelina ha ottenuto il 59,7% dei voti nelle presidenziali del Madagascar ed è pronto per un terzo mandato.

  • Le recenti elezioni in Madagascar sono state caratterizzate da una bassa partecipazione e manifestazioni di dissenso popolare.
  • Nonostante la contestazione, il presidente uscente, l’ex dj Andry Rajoelina, ha ottenuto nuovamente la vittoria, ma la situazione del Paese resta critica per i problemi ambientali e sociali.
  • L’isola africana affronta in tutto il territorio disagi dovuti ai cambiamenti climatici e al fenomeno del land grabbing, che colpisce le fasce più povere della popolazione.

Terminati a rilento i seggi scrutinati, a distanza di una settimana dal voto, in Madagascar il presidente uscente Andry Rajoelina si avvia verso la rielezione. Secondo la Commissione elettorale nazionale, Rajoelina ha ottenuto il 59,7 per cento dei voti nelle elezioni presidenziali malgasce. Un tale margine di vittoria elimina la necessità di un ballottaggio e gli garantisce un terzo mandato alla guida dell’isola di 28 milioni di abitanti dell’Oceano Indiano. Dopo le proteste nei giorni prima del voto, la situazione in Madagascar appare ancora difficile: il presidente non gode della fiducia degli altri partiti politici, mentre i cittadini continuano a dover far fronte a problemi che riguardano il territorio e che rendono ancora più complesso il sostentamento in uno degli stati più poveri al mondo.

Madagascar
Il Magascar vive un periodo di estrema difficoltà ©Carlotta Zoppellari

Rajoelina verso la rielezione

Il 49enne Andry Rajoelina, ex dj e sindaco della capitale Antananarivo, è stato presidente di un governo provvisorio post-golpe nel periodo fra il 2009 e il 2014. È stato successivamente eletto presidente nel 2019 e si è guadagnato una certa notorietà per il suo carattere estroverso e per aver ottenuto la cittadinanza francese, un gesto reputato poco incline a una carica politica nazionale dagli altri membri del governo. L’ex presidente Marc Ravalomanana, spodestato da Rajoelina nel 2009, era uno dei dieci candidati dell’opposizione che hanno boicottato le elezioni, affermando che non erano state soddisfatte le condizioni per un voto legittimo ed equo. Il suo nome e quello di altri candidati sono comunque rimasti sulla scheda elettorale. Il percorso verso il terzo mandato dell’attuale presidente appare già disegnato, ma le contestazioni ancora in atto nella capitale e in altre città malgasce potrebbero portare a un ulteriore periodo di instabilità politica in Madagascar.

Subito dopo il voto, rimandato inizialmente di una settimana per le proteste nelle città, molte persone si sono messe in fila fuori dagli uffici del partito Tanora malagasy vonona di Rajoelina ad Antananarivo e in altre centri del Paese per ritirare le tessere di iscrizione al partito, che secondo loro avrebbero permesso di essere pagati per il loro voto. Alcuni hanno dichiarato di aver ricevuto la promessa di circa 75 dollari per aver votato per Rajoelina. Il partito ha negato di aver promesso denaro ai suoi sostenitori. Tuttavia, i funzionari hanno affermato che le tessere di iscrizione avrebbero dato alle persone un trattamento preferenziale per qualsiasi futura elargizione governativa di cibo e altre provvidenze in un Paese che, secondo la Banca Mondiale, ha uno dei tassi di povertà più alti al mondo. Al termine dello scrutinio, Rajoelina potrà reinsediarsi come presidente, ma le sfide da affrontare per l’isola restano numerose e riguardano soprattutto il benessere dei cittadini e del territorio malgascio.

Il Madagascar fra cambiamenti climatici e land grabbing

Il Madagascar è stato fortemente colpito dai cambiamenti climatici negli ultimi anni, con cicloni, siccità e inondazioni che hanno causato danni significativi. Il sud dell’isola è particolarmente afflitto da prolungate siccità, generando carestia e insicurezza alimentare. La conservazione ambientale è diventata una sfida critica, mettendo a rischio la sussistenza della popolazione. Le organizzazioni di solidarietà, come l’italiana Amici di Jangany, svolgono un ruolo fondamentale nel fornire aiuti nella regione meridionale del Paese. Inoltre, il fenomeno del land grabbing, ovvero l’acquisizione di terre da parte di aziende private per favorire un’agricoltura intensiva, ha generato tensioni nel Paese. La coltivazione dell’arbusto jatropha, imposta in alcune zone dell’isola tramite l’accaparramento di terre, non ha portato alcun beneficio alla comunità secondo gli abitanti. Nel 2008, la società sudcoreana Daewoo Logistics Corporation, ha tentato di sfruttare questa possibilità cercando di accaparrarsi 1,3 milioni di ettari di terre per produrre grano e olio di palma. Questo tentativo di land grabbing causò il golpe con il quale Rajoelina poté instaurarsi al potere in quello che viene considerato il suo primo mandato.

L’esito delle recenti elezioni in Madagascar ha messo in evidenza le profonde divisioni e le sfide che il Paese deve affrontare. La bassa affluenza, le rivolte e la rielezione di Rajoelina sollevano domande cruciali sulla legittimità del governo e la sua capacità di affrontare le questioni urgenti. Affrontare la crisi politica richiederà un impegno significativo da parte delle autorità nazionali e della comunità internazionale per garantire una transizione pacifica verso una leadership più responsabile e attenta alle esigenze della popolazione e del territorio dell’isola.

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