La storia nelle sabbie del deserto, il Marocco delle kasbah

Viaggio culturale fra le dune del Sahara, in Marocco, tra le antiche fortezze che custodiscono la saggezza berbera e i misteri dei Tuareg. Un incontro basato sul rispetto di popoli fieri e antichi.

Popoli millenari che conoscono i misteri del deserto. Fortezze di terra e paglia che sembrano nascere dalle rocce. E storie di dominazioni e carovane che hanno plasmato interi paesi. Siamo nel Maghreb, in arabo “Occidente”, ossia quella porzione sconfinata d’Africa che si estende a ovest del Nilo, tra Mediterraneo e Sahara. Una fascia di terra solcata da dune, altipiani e fortezze che nei secoli ha visto il passaggio di Fenici, Romani, Arabi e Francesi. Ognuno con la sua impronta lasciata sulle tribù native, ancora oggi conosciute come Berberi.

Presente sul territorio da millenni, questo fiero popolo s’incontra nei villaggi color argilla del Marocco del sud, lungo la Strada delle kasbah. Un viaggio di conoscenza che significa rispetto per tradizioni ancestrali, da osservare a distanza senza contaminazioni turistiche.

I Berberi e le sabbie della storia

Abitano le grandi distese sabbiose ai piedi della catena dell’Atlante già da mille anni prima di Cristo. Da sempre sono vissuti come tribù sparpagliate e spesso in lotta tra di loro in un terreno vastissimo, imparando i segreti della sopravvivenza. I Berberi hanno dovuto fronteggiare fin dall’antichità le invasioni di popoli stranieri alla ricerca di risorse e spazi. Dai legionari romani alla conquista araba, fino alla colonizzazione europea, molti usi e costumi si sono persi nelle ondate di dominazione. E i dialetti, gli alfabeti e le tradizioni originarie che sono sopravvissuti alla storia devono la propria custodia proprio alle sabbie del deserto. Resistono infatti nei villaggi berberi a ridosso del Sahara, dove la saggezza indigena ha consentito un’indomita resistenza nelle terre più inospitali.

“Ne Il nome della rosa di Umberto Eco, uno dei protagonisti dice: ‘Ci sono dei confini al di là dei quali non è permesso andare. Dio ha voluto che su certe carte fosse scritto: hic sunt leones’, quasi a proteggere quelle terre. Nelle cartine antiche di questi luoghi, in Marocco, c’era esattamente la stessa scritta, per descrivere un territorio in cui non era saggio o salutare spingersi, più che per indicare l’effettiva presenza di leoni”, racconta Elisabetta Rosso, fotografa professionista e autrice di libri e reportage di viaggio che accompagna dall’Italia i viaggiatori diretti in Marocco come travel expert di Made by Turisanda.

fotografa Elisabetta Rosso
Elisabetta Rosso © Made by Turisanda

“Questo era un territorio ricchissimo di risorse, acqua e animali selvatici. Il tratto che collega Marrakech al deserto, attraversa le oasi e la strada delle Kasbah del Marocco: senza dubbio uno dei più scenografici di tutto il paese e sicuramente una delle esperienze migliori che si possano vivere sul territorio”, precisa Rosso.

Lungo la strada delle kasbah in Marocco

Tra i viaggi effettuati nel rispetto di popoli e ambiente a tema History proposti dal tour operator c’è “Tra le dune”, itinerario a tappe con la presenza di un accompagnatore esperto e appassionato in partenza dall’Italia, per scoprire la storia e la cultura viva fra dune e kasbah. La strada che da Marrakech scende al deserto è una delle più scenografiche dell’intero Maghreb. La sua bellezza si esprime nella varietà di ambienti che salgono su passi di montagna a quota 2.260 metri; attraversano gole che s’insinuano fra rocce rosse e oasi; e si fermano al cospetto di cittadelle fortificate color della terra a ridosso delle dune degli Erg. Sono proprio queste a testimoniare la storia berbera con le tipiche architetture in paglia e fango dalle torri decorate.

Cittadella fortificata © Made by Turisanda

Ci sono veri e propri villaggi fortificati da alte mura, ksar, che cingono case, botteghe, forni, pozzi e granai. È il caso del famoso Ait Ben Haddou, patrimonio Unesco, che domina dall’alto di un colle con la sua mole color terra. E poi ci sono le kasbah, le fortezze che ospitavano le dimore dei possidenti berberi o degli amministratori locali. Come la kasbah di Telouet eretta lungo le rotte carovaniere per volere del ricco El Glaoui e poi caduta in rovina. Le mura leggermente inclinate verso l’interno e le torri ricamate da feritoie, nicchie e merlature rendono i castelli del deserto una visione senza tempo. Non a caso, questi set naturali sono stati le location di film come Il gladiatore, La mummia, Alexander o di serie come Il trono di Spade. Tanto che Ourzazate è considerata la Hollywood del Marocco grazie agli studios cinematografici. Ma al di là dei siti più frequentati dai turisti, il viaggio incrocia villaggi dove la vita scorre uguale da secoli. Qui si possono fare incontri autentici senza visite programmate e costruite, bensì attraverso interazioni spontanee con gli abitanti del luogo, davanti a un piatto tipico o a un prodotto artigianale.

In Marocco verso i misteriosi Tuareg

Lo stesso spirito rispettoso e consapevole accompagna i viaggiatori che raggiungono i villaggi ai margini delle grandi dune, dove si possono avvistare i misteriosi Tuareg. Sono gli eredi delle tribù berbere più indomite, che hanno preservato meglio lingua, usi e costumi delle origini resistendo all’assimilazione culturale degli invasori. Può capitare d’incrociare gli uomini blu, per via del colore dei loro veli, nell’ultimo avamposto prima del regno delle sabbie del Sahara, a M’hamid El Ghizlane.

“Non si può parlare delle culture locali senza associarle al deserto. Il deserto sa essere duro e inespressivo ma è la culla di popolazioni che si sono fermate, stabilite e hanno poi costruito una fitta rete di commerci e pellegrinaggi. Un tempo trasportavano prevalentemente il sale, spezie e altre mercanzie verso i mercati mediorientali o l’Arabia, con la Mecca. Proprio la Mecca, in epoca successiva e dopo l’islamizzazione delle tribù, è stata il punto di approdo perché gli stessi Tuareg conducevano le carovane di pellegrini tramite il Sahel. Oggi sono comunità sparpagliate, con identità differenti a seconda del paese che li ospita. Talvolta mercanti, pastori di dromedari e ancora nomadi, altrove invece condizionati dalle necessità: predoni in alcuni casi, soldati in altri. La proposta ‘Sud e Kasbah’ di Made by Turisanda passa per M’Hamid prima di raggiungere le splendide dune di Chegaga. Invece, il tour ‘Profondo Nord’ di 7 notti per un percorso lungo 1.200 km, permette un’immersione totale nelle affascinanti città imperiali del Marocco e con la cultura viva delle tradizioni arabe che incontrano le varie culture europee”, conclude Elisabetta Rosso.

È nel regno silenzioso del deserto che alcuni popoli hanno resistito millenni attingendo alla sapienza degli insegnamenti tramandati dagli avi. Qui, nelle sabbie del tempo e della storia si riesce a cogliere l’essenza di un Paese solo rispettandone la natura schiva e a tratti inaccessibile.

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