Lo Stato ha approvato una legge bipartisan per togliere dai pasti scolastici i cibi ultra-processati più dannosi per la salute a partire dal 2029 ed entro il 2035.
Diminuire, o escludere, le proteine animali dalla nostra alimentazione non solo fa bene ma è anche semplice.
Ogni anno il 20 marzo si celebra il Meat out day, la Giornata mondiale senza carne, che stimola le persone a rimuovere per un giorno le proteine animali dal proprio piatto, ricordando l’importanza delle proprie scelte quotidiane anche in tema di alimentazione.
Farlo non dev’essere considerato un sacrificio, anzi. I benefici dell’alimentazione vegetale su salute, ambiente e animali sono indiscussi e in Italia già una persona su due ha ridotto il consumo di carne. A essere più consapevoli sono sicuramente i più giovani. Eppure secondo il Crea il consumo medio di legumi (la fonte vegetale primaria di proteine) nel nostro Paese è di soli 9 g al giorno. Quello di carne invece 143 g tra gli adolescenti e 124 g tra gli adulti.
Gli scienziati e i ricercatori intanto ricordano che consumare fagioli, lenticchie e ceci è molto più vantaggioso per la nostra salute: sono una fonte di proteine, di ferro, zinco, vitamine del gruppo B e di fibra, e sono associati a un rischio ridotto di malattie cardiovascolari, obesità, diabete, e di alcune forme di tumori. Insomma, abbiamo bisogno di “riscoprire il biblico piatto di lenticchie”, come spiega Giulia Cairella, membro della Società italiana di nutrizione umana.
Il consumo di carne è anche una delle principali cause di emissioni e inquinanti tanto che secondo l’Ipcc un’alimentazione vegetale ridurrebbe le emissioni di gas serra di quasi 8 miliardi di tonnellate all’anno, equivalenti a quelle di India e Stati Uniti. Oltre a richiedere meno energia, risorse idriche, consumo di suolo ed essere conveniente dal punto di vista della salute, l’alimentazione vegetale ha anche l’enorme vantaggio di evitare la sofferenza e la morte di tantissimi animali: soltanto in Italia parliamo di oltre 650 milioni di animali macellati tra mucche, vitelli, maiali, polli, galline, conigli (dati BDN 2025). Da questo calcolo sono esclusi i pesci che non vengono conteggiati come individui ma a tonnellate per via dell’altissimo numero di esemplari macellati.
Secondo le stime di Animal Charity Evaluators, per ogni persona che ogni anno sceglie l’alimentazione vegetale vengono risparmiati almeno 105 animali, senza contare gli invertebrati come gamberetti, polpi, seppie, vongole, cozze e altri molluschi.
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