
Il governo ha fatto slittare la sugar tax a gennaio 2026. Assobibe chiede la cancellazione della tassa, mentre per l’Istituto Mario Negri è necessaria e deve aumentare per essere efficace.
Diminuire, o escludere, le proteine animali dalla nostra alimentazione non solo fa bene ma è anche semplice.
Ogni anno il 20 marzo si celebra il Meat out day, la Giornata mondiale senza carne, che stimola le persone a rimuovere per un giorno le proteine animali dal proprio piatto, ricordando l’importanza delle proprie scelte quotidiane anche in tema di alimentazione.
Farlo non dev’essere considerato un sacrificio, anzi. I benefici dell’alimentazione vegetale su salute, ambiente e animali sono indiscussi e in Italia già una persona su due ha ridotto il consumo di carne. A essere più consapevoli sono sicuramente i più giovani. Eppure secondo il Crea il consumo medio di legumi (la fonte vegetale primaria di proteine) nel nostro Paese è di soli 9 g al giorno. Quello di carne invece 143 g tra gli adolescenti e 124 g tra gli adulti.
Gli scienziati e i ricercatori intanto ricordano che consumare fagioli, lenticchie e ceci è molto più vantaggioso per la nostra salute: sono una fonte di proteine, di ferro, zinco, vitamine del gruppo B e di fibra, e sono associati a un rischio ridotto di malattie cardiovascolari, obesità, diabete, e di alcune forme di tumori. Insomma, abbiamo bisogno di “riscoprire il biblico piatto di lenticchie”, come spiega Giulia Cairella, membro della Società italiana di nutrizione umana.
Il consumo di carne è anche una delle principali cause di emissioni e inquinanti tanto che secondo l’Ipcc un’alimentazione vegetale ridurrebbe le emissioni di gas serra di quasi 8 miliardi di tonnellate all’anno, equivalenti a quelle di India e Stati Uniti. Oltre a richiedere meno energia, risorse idriche, consumo di suolo ed essere conveniente dal punto di vista della salute, l’alimentazione vegetale ha anche l’enorme vantaggio di evitare la sofferenza e la morte di tantissimi animali: soltanto in Italia parliamo di oltre 650 milioni di animali macellati tra mucche, vitelli, maiali, polli, galline, conigli (dati BDN 2025). Da questo calcolo sono esclusi i pesci che non vengono conteggiati come individui ma a tonnellate per via dell’altissimo numero di esemplari macellati.
Secondo le stime di Animal Charity Evaluators, per ogni persona che ogni anno sceglie l’alimentazione vegetale vengono risparmiati almeno 105 animali, senza contare gli invertebrati come gamberetti, polpi, seppie, vongole, cozze e altri molluschi.
Per chiunque voglia avvicinarsi un’alimentazione più sostenibile e locale ma non sa da dove iniziare, Essere Animali ha creato IoScelgoVeg, un sito ricco di consigli, ricette a base vegetale e una mappa in continuo aggiornamento dove si possono trovare ristoranti e locali vegan-friendly in tutta Italia.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il governo ha fatto slittare la sugar tax a gennaio 2026. Assobibe chiede la cancellazione della tassa, mentre per l’Istituto Mario Negri è necessaria e deve aumentare per essere efficace.
Le indagini della Procura di Bari sollevano nuovi dubbi sulle strategie di lotta alla Xylella, mostrando gli interessi economici coltivati all’ombra della fitopatia. Ma c’è dell’altro.
Sono oltre 24mila gli allevamenti intensivi di polli e suini in Europa, molti sorti nell’ultimo decennio. Un’inchiesta ne fa la mappatura e ne denuncia le principali problematiche.
Secondo uno studio, il passaggio da una dieta tradizionale africana a una tipica del mondo occidentale globalizzato, aumenta l’infiammazione e diminuisce la risposta ai patogeni. Il passaggio inverso comporta invece benefici.
Secondo quanto osservato da ricercatori statunitensi, la dieta mediterranea ha del potenziale per contrastare i disturbi della sindrome dell’intestino irritabile.
I ricercatori dell’Istituto Ramazzini di Bologna hanno osservato un aumento dell’incidenza di tumori in diversi sedi con la somministrazione di bassi dosi di glifosato.
Rigenerazione e salute. Sono le parole chiave che è tempo di sovrascrivere a quelle attuali di impoverimento e degrado, imposte dall’agricoltura intensiva. Una sostituzione che scuote equilibri e merita attenzione.
Secondo uno studio americano sulla salute metabolica, il consumo di ceci è in grado di abbassare il colesterolo, mentre quello di fagioli neri riduce l’infiammazione.
I risultati di un progetto pilota sull’agricoltura rigenerativa mostrano i vantaggi di questo approccio rispetto all’agricoltura convenzionale. Registrando una produttività complessiva più elevata.