La Corte suprema del Messico ha depenalizzato l’aborto

Il parlamento del Messico dovrà approvare una legge che legalizza l’aborto, dopo la sentenza della Corte suprema che l’ha depenalizzato a livello nazionale.

  • In Messico l’aborto finora era consentito solo in caso di stupro.
  • Dal 2007 alcuni stati hanno iniziato a depenalizzare l’aborto ed è aumentata la pressione sulle istituzioni.
  • Ora la Corte suprema ha definito incostituzionali le legge federali che vietano l’aborto.
  • In America latina sono sempre più gli stati che stanno depenalizzando l’interruzione di gravidanza.

Con una sentenza storica, la Corte suprema del Messico ha stabilito che le leggi federali che vietano l’aborto sono incostituzionali. Questo non significa che in automatico l’interruzione di gravidanza diventa legale nel paese, ma che è stata depenalizzata. Le strutture sanitarie dovranno garantire da subito il diritto all’aborto, altrimenti si tratterebbe di una violazione della Costituzione.

In Messico l’aborto è illegale per legge in 20 stati su 32. La lotta per rendere l’interruzione di gravidanza legale va avanti da parecchio tempo, con la depenalizzazione che ha interessato singoli stati in una sorta di effetto domino. Ora però la pronuncia ha portata nazionale e costringe il parlamento ad approvare una legge ad hoc, seguendo l’esempio di altri stati dell’America latina.

Il diritto all’aborto in Messico

Nel 2007 lo stato di Città del Messico ha legalizzato l’aborto, consentendo di ricorrervi fino alla dodicesima settimana di gestazione. Si è trattato del primo stato messicano a procedere in questo senso, in un paese dove l’aborto è vietato a livello naziomale e consentito solo in caso di stupro, mentre diverse leggi federali stabiliscono che la vita inizia nel momento del concepimento.

Da quel momento è cresciuta la forza dei movimenti messicani per il diritto all’aborto, che sono riusciti a far sentire sempre più la loro voce anche sull’onda di un attivismo transnazionale sul tema noto come marea verde, per il colore delle bandiere e dei drappi sventolati durante i cortei. Una manciata di altri stati messicani nel corso del decennio scorso hanno depenalizzato l’aborto, mentre nel 2021 la Corte suprema è intervenuta sull’argomento nello stato di Coahuila, stabilendo che la legge che lo vieta è da considerarsi illegittima. Nello stato si è avuta dunque una depenalizzazione dell’aborto, con la rimozione delle sanzioni per chi vi ricorresse e con l’obbligo per il sistema sanitario di fornire questo tipo di prestazione. 

A quel punto altri stati messicani, in una sorta di effetto domino, hanno vissuto lo stesso processo di depenalizzazione. Fino ad arrivare a ora, quando 12 stati su 32 hanno rimosso divieti e sanzioni.

La depenalizzazione della Corte suprema

Ora la depenalizzazione dell’aborto in Messico ha assunto un valore nazionale. La Corte suprema nella giornata del 6 settembre non si è limitata a sentenziare su un singolo stato, ma ha definito incostituzionali tutte le leggi federali che limitano l’aborto.

La sentenza è arrivata all’unanimità dopo che il caso era stato portato in tribunale da un gruppo femminista di Città del Messico, denominato Gire. Il fatto che le leggi contro l’aborto siano state dichiarate illegittime non significa che in automatico l’interruzione di gravidanza sia diventata legale in Messico, ma nei fatti è così. Si tratta infatti di una depenalizzazione che obbliga il sistema sanitario a garantire l’aborto a chi lo volesse, mentre le due camere del parlamento dovranno approvare una legge sul tema nei prossimi mesi. 

La depenalizzazione dell’aborto in Messico non è un fulmine a ciel sereno in America latina. In diversi altri stati in effetti è avvenuto lo stesso negli ultimi tempi, in quello che sembra un vero e proprio effetto domino nel riconoscimento dei diritti delle donne. L’Argentina ha legalizzato l’aborto nel 2020, l’anno scorso è stata la volta della Colombia, mentre prima ancora era toccato all’Uruguay e al Guyana. E la pressione sulle istituzioni da parte delle organizzazioni per i diritti civili sta aumentando anche negli altri stati dell’area. 

Il trend in corso in America Latina è un importante novità vista l’influenza storica che qui hanno i gruppi cattolici. E soprattutto, è un processo opposto a quanto avvenuto negli Stati Uniti, dove nel 2022 la Corte Suprema ha affossato la sentenza Roe v Wade, cancellando il diritto all’aborto a livello federale.

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