Nave cinese intercettata alle Galápagos con 6.600 squali a bordo

Tra gli squali sequestrati figurano anche alcune specie in via d’estinzione, come nel caso del pesce martello. Già condannati i marinai.

Una nave battente bandiera cinese è stata intercettata il 13 agosto nei pressi dell’isola di San Cristóbal, nell’arcipelago delle Galápagos. A bordo sono stati trovati più di 6.600 cadaveri di squali, tra i quali figurano anche esemplari di specie in via di estinzione, come nel caso del pesce martello.

Rinvenute in totale 300 tonnellate di pesce

Nella stiva della Fu Yuan Yu Leng 999 sono state recuperate ben 300 tonnellate di pesce. A riferirlo è la stampa internazionale, che spiega come a danno dei marinai che sono stati arrestati sull’imbarcazione sia stata già emanata una sentenza: per loro sono state inflitte condanne fino a quattro anni di reclusione dalla giustizia ecuadoriana. In particolare, al comandante della nave non è stata concessa alcuna attenuante: i magistrati hanno applicato la pena massima prevista per i crimini contro la flora e il traffico di specie protette. Assieme all’uomo, sono stati condannati anche altri tre ufficiali e sedici marinai, tutti di nazionalità cinese.

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Squalo Longimanus © Massimo Bicciato/Mille Battute

A tradire l’equipaggio è stata la scelta di attraversare senza permesso l’arcipelago ecuatoriano, nelle cui acque una nave del genere (lunga 98 metri) non può accedere. L’area, classificata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, è infatti protetta dalla riserva naturale marina più grande del mondo, estesa per ben 138mila chilometri quadrati.

Gli squali sarebbero stati scaricati da due navi taiwanesi

Secondo le informazioni riferite dalle autorità locali, è probabile che il carico di quali sia giunto sulla nave cinese scaricato da due imbarcazioni taiwanesi. Il trasbordo sarebbe stato effettuato tra il 5 ed il 7 agosto, “a più di mille chilometri dalle isole Galápagos”. La Fu Yuan Yu Leng 999 avrebbe dovuto attraversare l’arcipelago per poi fare rotta verso il Perù, prima di rientrare in Cina.

Proprio in questi giorni gli abitanti delle isole ecuatoriane hanno manifestato contro la presenza di circa 300 pescherecci cinesi nelle acque internazionali limitrofe. Negli ultimi tre anni per lo stesso tipo di crimini contestati ai marinai della nave cinese sono stati condannati gli equipaggi di altre 17 imbarcazioni, a conferma del fatto che la pesca illegale e il commercio di specie protette rappresentano ancora un business criminale particolarmente prolifico. E pericoloso per l’equilibrio degli ecosistemi.

Nell’immagine di apertura, uno squalo fotografato in Egitto ©Alexander Vasenin/Wikimedia Commons

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