Niger, uccise cento persone in due villaggi

Una delle peggiori stragi della storia del Niger è stata perpetrata in due villaggi nei pressi dei confini con Mali e Burkina Faso.

Sabato 2 gennaio è stato perpetrato uno dei peggiori massacri di civili della storia del Niger. Secondo quanto riferito dalle autorità della nazione africana, sarebbero circa cento le persone uccise in un due attacchi in altrettanti villaggi situati nelle regioni occidentali del paese.

Il primo ministro del Niger: “Un disastro”

Il primo ministro Brigi Rafini si è recato sul posto il giorno successivo agli attentati, parlando di “bilancio disastroso” e di “situazione orribile”. Ad accompagnarlo c’erano i ministri dell’Interno Alkache Alhada, della Difesa Issoufou Katambé, e il governatore della regione di  Tillabéri, Ibrahim Katiella. I morti sarebbero 70 a Tchombangou e 30 a Zaroumdareye, piccoli centri situati nei pressi dei confini con il Mali e il Burkina Faso, a circa 120 chilometri dalla capitale Niamey. Ad essi si aggiungono circa 25 feriti.

Niger Brigi Rafini
Il primo ministro del Niger Brigi Rafini in un incontro con la direttrice del Fmi Christine Lagarde © Imf Staff Photograph/Stephen Jaffe/Getty Images

Ad oggi il doppio attacco non è stato rivendicato ufficialmente. È noto però che nella zona sono attivi numerosi gruppi jihadisti. Così come il fatto che la tecnica di attaccare villaggi prendendosela con i civili non è nuova. Si sa inoltre che gli attentati sono stati perpetrati da “dei terroristi arrivati a bordo di decine di motociclette”, secondo testimonianze locali.

Le elezioni possibile fattore scatenante

Per riuscire ad attaccare i due villaggi, situati a 7 chilometri di distanza l’uno dall’altro, i criminali “si sono divisi in due colonne, e hanno colpito in modo simultaneo”, ha spiegato Almou Hassane, sindaco di Tchombangou, comune che amministra l’area. Per cercare di far luce su quanto accaduto sono state promesse delle inchieste approfondite. Rafini ha poi promesso lo stanziamento di militari per rendere sicuri i villaggi a rischio.

La scelta del giorno e dell’orario (attorno a mezzogiorno) degli attentati sembra infine avere un chiaro legame con le elezioni presidenziali del 27 dicembre. Proprio mentre i civili venivano massacrati, infatti, la televisione diffondeva i risultati, che danno il candidato del partito al potere largamente in testa. Si tratta di Mohamed Bazoum, ex ministro dell’Interno che ha promesso proprio di rafforzare la lotta contro i gruppi jihadisti.

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