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Il tasso di disoccupazione in Italia diminuisce, ma quello dell’occupazione…anche. I dati pubblicati oggi dall’Istat, e relativi al mese di luglio, sembrano certificare una contraddizione, perché da una parte dicono che gli italiani senza lavoro sono scesi dello 0,1 percento (passando all’11,4), dall’altra certificano che per la prima volta negli ultimi quattro mesi si sono
Il tasso di disoccupazione in Italia diminuisce, ma quello dell’occupazione…anche. I dati pubblicati oggi dall’Istat, e relativi al mese di luglio, sembrano certificare una contraddizione, perché da una parte dicono che gli italiani senza lavoro sono scesi dello 0,1 percento (passando all’11,4), dall’altra certificano che per la prima volta negli ultimi quattro mesi si sono persi 63mila posti. La contraddizione però non c’è: nella conta giocano un ruolo determinante i cosiddetti ‘inattivi’, ovvero le persone che, per sfiducia, hanno rinunciato a cercare lavoro: sono 53 mila in più e sono quasi tutte donne, spiega l’Istat. E considerando gli inattivi come disoccupati veri e propri, al di là delle definizioni metodologiche, il quadro diventa improvvisamente più fosco.
A luglio #inattivi 15-64enni +0,4% su mese (+53mila) dopo 4 mesi di calo, l’aumento riguarda le donne (+52mila) https://t.co/DPurG6m79u
— Istat (@istat_it) 31 agosto 2016
Il calo dell’occupazione, dice l’Istat, è attribuibile sia agli uomini sia in misura maggiore alle donne, ma non va meglio neanche ai giovani: la disoccupazione infatti risulta in calo solamente tra gli ‘over 50’ (“ma ciò è dovuto solo al brutale innalzamento dei requisiti per il pensionamento determinato dalla Legge Fornero” attacca Stefano Fassina, ieri viceministro all’Economia, oggi all’opposizione) mentre aumenta di ben due punti percentuali tra i giovanissimi, sotto i 24 anni: il 32,9 percento di questi non ha lavoro.
585mila occupati in più in #italia negli ultimi #trenta mesi di questo Governo. #Istat pic.twitter.com/YvWl5kjIXi
— Stefano Esposito (@stefanoesposito) 31 agosto 2016
E allora perché il premier Matteo Renzi, proprio nel giorno dell’uscita di questi dati, afferma quasi trionfante che “dire la verità in modo semplice e chiaro, offrire numeri e cifre è possibile” e che “ognuno si fa una propria opinione, ma i numeri sono chiari e cifre non mentono” ? Perché il bollettino dell’Istituto statistico, oltre a quelli mensili, riporta anche i dati su base annuale, e in quelli effettivamente i numeri sull’occupazione continuano a tornare: negli ultimi mesi infatti, come evidenza il il governo in alcune slide, gli occupati sono aumentati di 600 mila unità (oggi sono 22,7 milioni), la disoccupazione è scesa dal 13,1 all’11,4 percento mentre quella giovanile a nel luglio scorso era ben sopra il 40 percento.
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