![I cambiamenti climatici rendono più fragili le foreste: spetta a noi tutelarle](https://cdn.lifegate.it/Uo8O3bcCWmXU02BcE2tjGePvH2w=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/foreste-fao.jpg, https://cdn.lifegate.it/qqdIw0SCwubwy7bixl7Zzz9dx0A=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/foreste-fao.jpg 2x)
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L’intera linea di prodotti certificata lungo tutta la filiera. La storica azienda di Cremona riduce emissioni e certifica il proprio impegno ambientale.
Con due secoli di storia alle spalle, l’oleificio Zucchi oggi produce fino a 1 milione di litri al giorno di olii confezionati. In quest’ottica l’azienda, guidata da Giovanni Zucchi, ha scelto un percorso che l’ha portata negli anni a investire in tecnologia e innovazione, sostenibilità e responsabilità sociale.
Un percorso che dura da 20 anni, quando di sostenibilità nemmeno si parlava, e che ha portato l’oleificio a investire sugli impianti produttivi, aumentandone efficienza e riducendone i consumi. I numeri parlano da soli: -5 per cento di metano, -14 per cento di elettricità, -28 per cento di acqua e -35 per cento della quantità di rifiuti prodotti.
Percorso che continua oggi, grazie al calcolo dell’impronta di carbonio (carbon footprint), realizzato in collaborazione e co-finanziato dal ministero dell’Ambiente. L’intera gamma di oli di semi, composta da 7 prodotti, sono certificati ISO TS 14067, certificazione che va ad aggiungersi a quelle raggiunte dall’azienda negli anni, come la UNI EN ISO 14001, la SA 8000 e la BS OHSAS 18001. Sigle che stanno a significare impegno nella qualità, nella sicurezza e nella riduzione dell’impatto ambientale. Ma anche rispetto dei diritti del lavoratore, e delle misure aziendali a tutela della salute.
“Con queste azioni ci aspettiamo che il consumatore percepisca il nostro impegno e la nostra trasparenza”, dichiara Giovanni Zucchi. La trasparenza infatti è oggi un valore imprescindibile per fare corporate social responsability.
Prendiamo ad esempio l’olio di mais e di soia. “L’azienda – si legge in una nota – ha scelto fornitori di prodotti non geneticamente modificati, richiedendo una certificazione ulteriore, al fine di garantire una contaminazione massima accidentale con prodotti ogm dello 0,1 per cento, invece dello 0,9 per cento, come previsto dalla normativa”.
Attenzione confermata da Zucchi: “Proprio perché riteniamo sia necessario migliorare ulteriormente, stiamo pensando a nuove operazioni, in particolar modo sulla filiera”. L’impegno volontario dell’oleificio ha portato inoltre l’azienda a compensare le emissioni tramite l’acquisto di crediti di carbonio, quantificabili in 180 tonnellate di CO2.
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