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Da tre anni i numeri della fame del mondo non accennano a diminuire e non si registrano passi avanti verso gli obiettivi di sostenibilità per il 2030.
Coltivare la terra, ma non solo: sempre più aziende agricole aprono le loro porte ai visitatori per proporre esperienze e condividere valori.
Un antico rudere recuperato, il cotto, il sasso, il camino, l’ampia vetrata con vista sui vigneti della Maremma e sul Monte Amiata: solo a immaginarla, la sala degustazioni dell’azienda agricola Gramineta di Roccastrada (Gr) fa desiderare di trovarsi lì, con un buon calice di vino in mano, tra amici e chiacchiere. Alberto Checcucci e la figlia Rossella l’hanno voluta proprio così: uno spazio dove far sentire i loro ospiti a casa e dove organizzare degustazioni del vino e dell’olio che producono.
Alberto ha sempre lavorato in banca, poi a 52 anni ha deciso di occuparsi in prima persona dei terreni di proprietà della famiglia dal 1800. Lo contattiamo in una giornata di inizio marzo. Ci racconta che in Toscana splende il sole e che mimose e peschi sono già in fiore: “Ho sempre avuto la passione per la terra e giorni come questi ti fanno amare la campagna ancora di più”. Insieme a lui c’è la figlia, sommelier e tanta esperienza maturata in campo fin da bambina quando con i nonni andava in campagna a raccogliere a mano le olive. “Ci troviamo nella parte più selvaggia della Maremma tra ulivi, vigneti, pescheti e la macchia mediterranea dove non è raro che facciano capolino caprioli, cinghiali e altri animali selvatici”.
Un territorio unico che la famiglia rispetta utilizzando il metodo biologico per le colture e che cerca di valorizzare condividendone la scoperta. “La soddisfazione più grande è prenderci cura del luogo dove viviamo e dare ad esso un futuro invogliando le persone a frequentarlo. Dalla coltivazione alla trasformazione, noi crediamo al 100 per cento nel prodotto che facciamo e ci spendiamo in prima persona per raccontarlo. E tra una visita in cantina, una passeggiata tra i filari, un boccone condiviso, i clienti diventano amici. Così è successo, per esempio, con alcune persone che hanno adottato i nostri alberi con Biorfarm e che ci sono venute a trovare”.
Anche Gianfranco, proprietario dell’azienda agricola Maltese di Marsala (Tp) crede fortemente nel proporre forme di turismo esperienziale. Enologo, da quando ha preso in mano la gestione dei terreni posseduti dalla sua famiglia fin dal 1800, ha immaginato un progetto che portasse le persone a contatto con la natura. Il cuore dell’azienda sono i 15 ettari di vigneto, ma ci sono anche aranceti, uliveti, mandorleti, alberi di fichi, di limoni e un orto, tutto coltivato senza chimica e con un sistema di autosostentamento energetico. Nella sua proprietà, con l’aiuto dei genitori, organizza laboratori di cucina contadina, pic nic in vigna, cene sotto le stelle. “I nostri ospiti possono anche raccogliere le verdure nell’orto e poi gustarle sul posto per una cucina davvero a km zero. Diamo la possibilità inoltre di pernottare in masseria e proponiamo anche il glamping in mezzo alla natura”.
Per Gianfranco la multifunzionalità è la chiave per far tornare i giovani in campagna allettandoli con attività che non riguardano prettamente l’agricoltura, ma è anche un modo per tenere vive le tradizioni famigliari e territoriali: “In passato non c’era famiglia con un orto o un frutteto che non condividesse il raccolto con parenti e amici. Sono contento quando riesco a far emozionare i nostri ospiti, ma anche i miei genitori, che all’inizio non credevano in questo tipo di attività”. In autunno l’azienda agricola Maltese organizza anche la festa della vendemmia, due giorni in cui clienti, visitatori, fornitori, produttori sono invitati a celebrare insieme la fine del raccolto: la sera si fa un aperitivo al tramonto nel vigneto, il giorno dopo si raccoglie l’uva. E si può anche provare l’esperienza di pigiare i grappoli con i piedi in un grande tino posizionato all’aperto.
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