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Per cambiare la finanza, bisogna partire dai suoi luoghi chiave: fa passi avanti il programma delle Nazioni Unite per la sostenibilità in Borsa.
Se si vuole promuovere la sostenibilità nei mercati finanziari, da dove partire se non dalla Borsa? Nasce così l’iniziativa Borse Sostenibili delle Nazioni Unite, che sta raccogliendo un favore sempre più diffuso. Ad oggi, rivela il report 2016 appena pubblicato dai promotori, ben 58 Borse hanno aderito al programma, impegnandosi formalmente a fare passi avanti in termini di sostenibilità. Si tratta di più del settanta per cento del totale delle piazze borsistiche internazionali.
L’iniziativa Borse Sostenibili è stata lanciata nel 2009 da una cordata composta da Unctad (Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo), Global Compact, Unep-Fi (la partnership fra il settore finanziario globale e il Programma per l’ambiente delle Nazioni unite) e Pri (Principi per l’investimento responsabile).
L’ultima adesione in ordine di tempo è stata quella di Singapore, annunciata pochi giorni fa. Delle 58 piazze borsistiche che hanno sposato l’iniziativa, dodici hanno già incluso tra i loro requisiti di quotazione il report sulle informazioni ESG (ambientali, sociali e di governance). Quindici, invece, forniscono linee guida sulle istanze ESG alle aziende che emettono titoli. Altre ventitré si sono impegnate a farlo in futuro.
La Borsa, sottolineano le Nazioni Unite, può essere un attore importante per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il riferimento, in particolare, è a questi:
Obiettivo 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze. Tra i capofila c’è la Borsa egiziana, che di recente ha formato un comitato esecutivo con una rappresentanza femminile del 50 per cento, incoraggiando le società quotate a fare altrettanto.
Obiettivo 8: Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti. In questo caso si cita il programma Elite a sostegno della crescita delle piccole e medie imprese, che ad aprile è sbarcato anche in Marocco, grazie alla collaborazione tra la Borsa di Londra e quella di Casablanca.
Obiettivo 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e consumo. Un buon esempio arriva dalla Borsa di Santiago, che in questi mesi sta lavorando su due fronti: incoraggia le società quotate a emettere dei report sulle questioni ESG e, dall’altro lato, invita gli investitori a prenderli in considerazione quando scelgono dove stanziare il loro denaro.
Obiettivo 13: Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze. La Borsa di Oslo, ad esempio, è in prima linea nel comparto dei green bond.
Obiettivo 17: Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile. Il Gruppo Deutsche Börse è un ottimo case study, con il suo lavoro per la trasparenza e l’efficienza nel no profit.
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