La rinascita sostenibile di Ostana, il borgo alpino che stava scomparendo

Ostana, sulle pendici del Monviso, nel secolo scorso aveva perso quasi tutti i suoi abitanti. Ora è tornata a essere una comunità viva.

Sul curvone della borgata La Villo, nel comune cuneese di Ostana, in Piemonte, si è accumulata parecchia neve. Alcune automobili dirette verso le borgate più alte lo superano slittando, altre decidono di parcheggiare poco prima. Nel giro di poco tempo il silenzio ovattato della nevicata, che va avanti da un paio di giorni, è rotto dal frastuono dello spazzaneve, che in pochi secondi libera la strada. Poi prosegue il suo lavoro di pulizia in Via Roma, la strada dove ci sono il municipio, la scuola e alcuni esercizi commerciali.

La fitta nevicata di inizio febbraio è arrivata nel momento giusto a Ostana. Fino a qualche giorno prima il comune dell’alta Valle Po, situato ai piedi del Monviso, non aveva più lo spazzaneve a causa di un guasto. Soldi per ripararlo o comprarne uno nuovo non ce n’erano perché negli ultimi anni i trasferimenti statali a sostegno delle attività ordinarie dei piccoli comuni hanno subito tagli drastici. La cooperativa locale VISO A VISO ha allora avuto un’idea. Lanciare una raccolta fondi per comprare un nuovo spazzaneve.

Ostana, il borgo montano nel Parco del Monviso
Ostana, il borgo montano nel Parco del Monviso © Luigi Mastrodonato/LifeGate

La cittadinanza, gli amministratori del paese e la stessa cooperativa hanno fatto diverse donazioni e questo ha permesso di comprare il mezzo, giusto in tempo per evitare che la nevicata bloccasse le attività e la vita del paese. Come tante volte in passato, la comunità di Ostana si è rimboccata le maniche per affrontare in modo partecipato uno degli ostacoli che le si sono posti davanti. È l’anima di Ostana, uno dei tanti borghi montani che alla fine del secolo scorso stava scomparendo a causa di abbandono e spopolamento. Ma che ha saputo rinascere grazie alla determinazione dei suoi abitanti e di chi a quel paese ci era affezionato. Diventando un modello di rigenerazione montana.

La rinascita di Ostana

A Ostana negli anni Ottanta non c’era quasi più nessuno. I censimenti dicono che a inizio del secolo scorso la popolazione superava i mille abitanti, ma con il passare dei decenni sempre più persone se ne sono andate e a risiederci in modo stabile sono rimasti in meno di dieci, tutti anziani.

Da una parte l’assenza di servizi, dall’altra la ricerca di nuove opportunità in pianura verso Torino, che dista poco più di un’ora di macchina. Questo ha dato vita a una vera e propria migrazione dal borgo montano dell’alta Valle Po. Nel capoluogo piemontese gli abitanti di Ostana e i loro discendenti si sono dedicati soprattutto all’attività di rigattieri, popolando il mercato del Balon, a Borgo Dora. Qualcuno ha conservato le proprietà sulle pendici del Monviso, tornandoci d’estate, ma la gran parte delle strutture sono rimaste in stato d’abbandono e questo non ha fatto altro che accelerare ulteriormente lo spopolamento e la scomparsa del paese così com’era una volta. Poi negli anni Settanta gli emigrati torinesi di Ostana hanno iniziato a incontrarsi e a ragionare sul paese tanto amato che quasi non c’era più. E hanno deciso che era arrivato il momento di fare qualcosa.

Ostana, il borgo montano nel Parco del Monviso
Ostana, il borgo montano nel Parco del Monviso © Luigi Mastrodonato/LifeGate

Giacomo Lombardo, che oggi ha 81 anni ed è al sesto mandato (non consecutivo) da sindaco, insieme ad altre persone originarie di Ostana è tornato e ha deciso di entrare in politica, offrendo un’alternativa a decenni di amministrazioni che osservavano passive l’abbandono del paese. “Abbiamo capito che non potevamo lasciare morire il paese dove eravamo cresciuti e che era arrivato il momento di fare qualcosa”, ricorda Lombardo. “Nel 1980 abbiamo prima fatto una lista con cui siamo stati cinque anni all’opposizione per capire meglio come poter lavorare. Poi nel 1985 abbiamo creato una lista forte”. Le elezioni vengono vinte, Lombardo è stato eletto sindaco e da lì è iniziata una nuova storia per Ostana.

I primi interventi hanno riguardato la ristrutturazione delle numerose case in pietra abbandonate, nel rispetto dell’architettura alpina locale ma aggiungendo elementi di modernità. Come il bagno, che un tempo in quelle abitazioni non c’era. “Abbiamo scelto di ristrutturare piuttosto che costruire, nel rispetto del territorio e della storia del paese”, sottolinea Lombardo. Poi la nuova amministrazione, che si è affermata anche nelle elezioni successive, ha deciso di puntare sulla cultura locale, quella occitana. “Abbiamo insistito molto sulle nostre radici linguistiche e culturali, sull’orgoglio dell’appartenenza”, ricorda Lombardo. “Questo ha creato un senso di comunità e di maggiore legame col territorio per chi era rimasto, ma anche per chi se n’era andato”.

Ostana, il borgo montano nel Parco del Monviso
Ostana, il borgo montano nel Parco del Monviso © Luigi Mastrodonato/LifeGate

La ristrutturazione delle case e la rinascita culturale di Ostana, unita alla posizione unica nel Parco del Monviso, hanno ridato linfa al paese. A partire dai primi anni Duemila qualcuno ha deciso di tornare a viverci, mentre l’affluenza soprattutto estiva degli amanti della montagna è cresciuta. I semi della rinascita hanno iniziato a germogliare, grazie anche alla collaborazione con centri di ricerca e università come il Politecnico di Torino. E nel decennio successivo il modello Ostana si è affermato una volta per tutte.

La valorizzazione del territorio

La domenica mattina sul banco di Quel Po di Pan, la panetteria di Ostana, stazionano in fila indiana brioches, bugie e focacce appena sfornate. La signora in cassa è al telefono con un fornitore, la fitta nevicata ha creato qualche problema nelle consegne ma niente di grave. Per 40 anni Ostana è rimasta senza un forno, poi nel 2019 Flavio, che oggi ha 37 anni, e Chiara, che ne ha 29, hanno vinto un bando per aprire l’attività e dalla pianura torinese, dove abitavano, si sono trasferiti nel borgo sulle pendici del Monviso. La signora in cassa è la mamma di Chiara, il weekend dà una mano in negozio. Flavio e Chiara sono particolarmente indaffarati in questo periodo perché pochi mesi fa sono diventati genitori.

Ostana, il borgo montano nel Parco del Monviso
Ostana, il borgo montano nel Parco del Monviso © Luigi Mastrodonato/LifeGate

Le brioches di Quel Po di Pan vengono farcite al momento con le marmellate che arrivano da L’Orto di Ostana, l’azienda agricola che sta nella borgata più alta del comune. Serena Giraudo ha 33 anni e nel 2016, dopo la laurea in Tecniche erboristiche, ha deciso di trasferirsi con il marito a Ostana e aprire questa attività agricola, che produce ortaggi, marmellate e anche segale, usata dal panificio del paese per realizzare il pane. Anche Serena è diventata mamma a Ostana, nel 2021. In paese ci sono sempre più bambini e nel 2020 la cooperativa VISO A VISO ha lanciato una scuola estiva, che poi si è trasformata in un presidio permanente. La “Scuola di “O” oggi è frequentata da cinque bambini.

Un tempo qui erano rimaste poche persone anziane. Oggi la popolazione è molto più eterogenea, siamo una comunità intergenerazionale.

Maria, 26 anni, abitante di Ostana.

Negli ultimi anni il territorio del comune di Ostana ha visto sorgere diverse nuove realtà sociali, culturali e commerciali, tra cui anche un presidio medico, un’attività di commercialista, un agriturismo che alleva alpaca e diverse strutture ricettive. Dietro molti progetti c’è la cooperativa VISO A VISO, realtà comunitaria senza scopo di lucro nata nel 2020 dall’idea di nove persone molto giovani, residenti o legate a Ostana, per rispondere ai bisogni del territorio offrendo servizi che vanno dal benessere e la salute al welfare comunitario, dal turismo sostenibile alla cultura, dall’accoglienza turistica alla valorizzazione dei prodotti locali. Nella borgata Sant’Antonio, a 1.350 metri di altitudine, VISO A VISO gestisce una foresteria con 12 posti letto e il centro culturale Lou Pourton, un bellissimo spazio in pietra e legna su tre piani dove si trovano una biblioteca, uno spazio di coworking, un’area per esposizioni, una portineria, una sala congressi e la Merenderia Alpina, un bar-vineria ricco di prodotti a chilometro zero.

Ostana, il borgo montano nel Parco del Monviso
Ostana, il borgo montano nel Parco del Monviso © Luigi Mastrodonato/LifeGate

Una comunità viva

Tra i membri della cooperativa, dietro al bancone del bar, c’è Maria, 26 anni, un’altra giovane donna che ha deciso di trasferirsi a Ostana e ricostruirsi una vita qui. “Sono qui da qualche anno, ero venuta per stare qualche mese in una casa della mia famiglia ma poi ho deciso di lasciare la pianura e di stabilirmici in modo definitivo”, racconta. “Negli ultimi tempi ci sono state altre storie come la mia, per esempio due persone che sono venute a Ostana per fare il servizio civile, lavorando per la comunità, e che poi hanno deciso di non andarsene più. Un tempo qui erano rimaste poche persone anziane, oggi la popolazione è molto più eterogenea, siamo una comunità intergenerazionale”.

In Italia non ci sono politiche per la montagna perché la montagna non interessa a livello nazionale.

Giacomo Lombardo, sindaco di Ostana.

Oggi a Ostana vivono stabilmente circa 50 persone e l’età media è di 37 anni. In certi periodi dell’anno come l’estate, o in occasione dei numerosi festival e delle iniziative culturali come il Premio Ostana nato per difendere e promuovere la biodiversità linguistico-culturale in tutto il mondo, nel paese c’è un gran via vai di persone. Anche il Centro per lo studio dei fiumi alpini comporta una certa affluenza e a gennaio sono arrivati una quarantina di accademici da tutto il mondo per uno studio sui cambiamenti climatici a partire dalle analisi delle acque del Po, che nasce proprio poco sopra Ostana. Ma al di là delle occasioni particolari e dell’alta stagione turistica, anche in una normale domenica nevosa di inizio febbraio a Ostana c’è vita e fermento. La sensazione è che il borgo fantasma sia solo un lontano ricordo.

La raccolta fondi per comprare il nuovo spazzaneve di Ostana
La raccolta fondi per comprare il nuovo spazzaneve di Ostana © Luigi Mastrodonato/LifeGate

“In questi anni abbiamo stimolato la nascita di numerose attività sul territorio perché per ripopolare serve creare economia. Lo abbiamo fatto attraverso un modello di sviluppo non estrattivo, rispettoso del territorio, sostenibile. Quindi non è che uno può venire qui e progettare un impianto di risalita. Quello non ha nulla a che vedere con Ostana”, spiega il sindaco Giacomo Lombardo.  Negli ultimi anni il modello di rigenerazione alpina di Ostana è stato preso a caso studio in tutto il mondo, portandolo anche a premi e manifestazioni come Constructive Alps e Rassegna architetti Arco alpino. La rinascita di Ostana, che è stato anche inserito nella lista dei Borghi più belli d’Italia, non è però conclusa. Ora l’obiettivo ambizioso è raddoppiare il numero di abitanti, arrivando a cento, stimolando la nascita di nuove attività legate soprattutto all’agricoltura.

“Non è facile perché il sostegno della politica è pari a zero o quasi, stiamo in piedi grazie ai bandi. Ci siamo dovuti inventare la raccolta fondi per avere perfino uno spazzaneve senza il quale la vita in paese si sarebbe fermata”, chiosa Lombardo. “In Italia non ci sono politiche per la montagna perché la montagna non interessa a livello nazionale. Non ci si accorge che la montagna potrebbe essere una risorsa per tanti motivi. Noi ci abbiamo creduto, abbiamo unito le forze in un progetto lungo e accidentato ma oggi possiamo dire che Ostana è tornata a essere una comunità viva”. 

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