Nei Paesi Bassi è nata la competizione “Tegelwippen”, che ha l’obiettivo di rimuovere pavimentazioni artificiali per sostituirle con terra e piante.
Our planet, la fragile meraviglia della natura su Netflix
La serie di otto episodi, narrati da David Attenborough, oltre a mostrare straordinarie immagini di animali, racconta i pericoli che la natura corre a causa dell’impatto umano.
Lo scorso novembre George Monbiot, ambientalista, scrittore e giornalista britannico, aveva accusato David Attenborough, il più noto divulgatore scientifico del mondo, di stare tradendo il mondo naturale escludendo dai suoi documentari gli aspetti negativi, come il degrado degli habitat, restituendo così un’immagine distorta e falsa della natura. La nuova serie di cui Attenborough è narratore si differenzia però dalle precedenti, come Planet Earth. Our planet (Il nostro pianeta) racconta infatti le minacce di origine antropica che gli ecosistemi e le creature che li abitano devono affrontare. Our planet non si limita a celebrare la magnificenza della natura, ci richiama alle nostre responsabilità invitandoci ad agire, prima che sia troppo tardi.
Dove vedere Our planet
La serie, realizzata da Netflix in collaborazione con il Wwf e prodotta da Silverback Films, è composta da otto puntate, la prima delle quali è andata in onda venerdì 5 aprile. Il primo episodio è introduttivo e generale, mentre i restanti sono dedicati ad ambienti specifici. I titoli delle prossime sette puntate sono: “Mondi congelati”, “Giungle”, “Acque costiere”, “Dai deserti alle praterie”, “Mare aperto”, “Acqua dolce” e “Foreste”. La serie è disponibile per gli abbonati a Netflix, mentre sul sito del programma è possibile accedere liberamente a tante risorse, come i dietro le quinte dei documentari.
This really captures my good side. pic.twitter.com/vDx0axIuVo
— Our Planet (@ourplanet) 6 aprile 2019
La nostra casa è in pericolo
Our planet mostra, attraverso immagini spettacolari, il declino del mondo naturale, come lo scioglimento dei ghiacci artici e lo sbiancamento delle barriere coralline, ricordandoci che quello che faremo nei prossimi venti anni determinerà il futuro della vita sul pianeta. “Oggi siamo diventati la più grande minaccia per la salute della nostra casa – ha dichiarato sir David Attenborough – ma possiamo ancora affrontare le sfide e rimediare ai nostri guasti, se agiamo subito. Ma in tutto il mondo le persone devono sapere qual è la posta in gioco, ecco perché ho sposato la causa Our planet. L’Homo sapiens è una specie in grado di affrontare e risolvere problemi. Ce lo racconta la nostra stessa storia. Ma non ci siamo ancora concretamente impegnati per risolvere questo problema”.
Cosa possiamo fare per il pianeta
L’obiettivo della serie è quello di far riflettere gli spettatori, invitandoli ad agire in prima persona, modificando le proprie abitudini per tutelare il mondo naturale. Sul sito del programma sono presenti appositi programmi di educazione per scuole e famiglie, proprio per aumentare la consapevolezza degli spettatori. “Siamo la prima generazione a conoscere l’impatto di ciò che stiamo facendo al nostro pianeta e l’ultima che ha la possibilità di fare qualcosa al riguardo – ha affermato Colin Butfield, direttore esecutivo di Wwf-Uk e consulente per la serie Our planet. – Se le persone in tutto il mondo si mobilitano chiedendo apertamente che il nostro pianeta venga protetto, i nostri leader non avranno altra scelta e dovranno agire”. C’è un pianeta pieno di meraviglie, è ancora vivo e noi ne facciamo parte.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Con un grande progetto di ripristino, Baltimora vuole riportare in salute oltre 200mila metri quadrati di zone umide lungo 18 km di costa.
Il riscaldamento globale ha spinto la Federazione internazionale dello sci e l’Organizzazione meteorologica mondiale a firmare un protocollo d’intesa.
Con Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, abbiamo esplorato i temi chiave degli Stati generali della green economy 2024 il 5 e 6 novembre.
Entro il 2025, 40 porti italiani saranno dotati di spugne per assorbire gli oli. Si inizia da cinque tappe simboliche: Napoli, Messina, Brindisi, Ravenna e Trieste.
Una stretta opera di sorveglianza anti-bracconaggio ha dato i suoi frutti: il parco nazionale di Kaziranga ha quasi azzerato le uccisioni di rinoceronti.
A Palazzo Bovara apre al pubblico una tre giorni di confronto e conoscenza della moda sostenibile dal titolo Smart Closet.
Un aumento del 30% rispetto all’anno precedente, che risente anche delle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Dall’11 al 13 ottobre a Parma c’è Fragile: il festival per trovare soluzioni e strategie per ridurre il nostro impatto sul pianeta.