
Una spedizione di ricercatori svedesi nel mar Baltico si è imbattuta in bolle di metano molto più in superficie del previsto. E potrebbero essercene altre.
Cotone biologico, taglio degli sprechi di acqua ed energia e rispetto dei lavoratori, Patagonia lancia la nuova linea di jeans.
La produzione di jeans, capo di abbigliamento universale indossato da milioni di persone in tutto il mondo, cela pratiche dall’elevato impatto ambientale e sociale. Questo settore spreca ingenti quantità di risorse primarie, per produrre un solo paio di jeans occorrono circa 9.500 litri d’acqua, impiega talvolta sostanze chimiche pericolose e mette in pericolo i lavoratori nella fase della lavorazione detta sabbiatura, quella che conferisce l’aspetto usato ai pantaloni.
Patagonia, l’azienda di abbigliamento outdoor fondata da Yvon Chouinard, ha lanciato una nuova linea di jeans che adotta standard più elevati in termini di pratiche ambientali e di diritti umani più equi, con l’ambizioso scopo di cambiare concretamente il modo in cui viene realizzato il denim.
La nuova collezione dell’azienda californiana impiega esclusivamente cotone biologico, coltivato senza l’uso di fertilizzanti inquinanti né di pesticidi. La novità principale è però rappresentata dall’innovativo processo di tintura che consente al colore di aderire al tessuto più velocemente, accorciando il processo di produzione e generando un notevole risparmio sull’utilizzo di acqua (-84 per cento) ed energia elettrica (-30 per cento) e riducendo le emissioni di CO2 del 25 per cento, rispetto ai volumi previsti dalla tradizionale tintura del denim con indaco sintetico.
Patagonia conferma così la sua vocazione ambientalista, votata sì al profitto ma anche alla riduzione dell’impatto ambientale. Proprio in quest’ottica ha deciso di non brevettare il nuovo processo di tintura e di renderlo disponibile anche ad altre aziende.
“Volevamo individuare una soluzione alternativa all’utilizzo dei tradizionali metodi di tintura con indaco a cui anche noi ricorrevamo in passato per la creazione del denim – ha spiegato Helena Barbour, Business Unit Director di Patagonia. – Sono stati necessari anni di ricerche, ma il risultato ottenuto inaugura un nuovo percorso per il denim. Ci auguriamo che altri produttori seguano il nostro esempio, aiutandoci a cambiare questo settore di produzione”.
Per garantire la giusta retribuzione e qualità del lavoro degli operai, i capi della collezione denim Patagonia sono dotati di certificazione Fair Trade Certified per la realizzazione delle cuciture.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Una spedizione di ricercatori svedesi nel mar Baltico si è imbattuta in bolle di metano molto più in superficie del previsto. E potrebbero essercene altre.
In Russia si vuole autorizzare l’abbattimento di oltre 762 ettari di foresta. Le ruspe, oltre al turismo di massa, sono l’ennesima minaccia al fragile ecosistema del Bajkal, che contiene il venti per cento dell’acqua dolce non congelata di tutto il Pianeta.
Una mappa del Guardian mostra come l’inquinamento dell’aria in Europa sia diffusissimo. La Pianura Padana tra le aree peggiori in assoluto.
Nove giudici si sono espressi contro il marco temporal, la legge che avrebbe tolto il diritto dei popoli indigeni a vivere sulle loro terre.
Arriva anche in Italia una proposta di legge per il reato di ecocidio. Jojo Mehta, fondatrice di Stop ecocide International, spiega perché è essenziale.
Nonostante indicazioni contrastanti da parte degli studi, la Commissione europea non vuole applicare un principio di precauzione sul glifosato.
L’università Queen Margaret di Edimburgo ha annunciato la scoperta di una sostanza in grado di sostituire l’olio di palma.
L’ong African parks ha acquistato il più grande allevamento di rinoceronti bianchi del mondo e ha deciso di reintrodurli nel loro ambiente naturale.
Il Sinodo dei Vescovi che si terrà a ottobre compenserà le proprie emissioni di CO2 con il supporto del progetto Impatto Zero di LifeGate.