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Wrangler sta intraprendendo diverse iniziative per ridurre il proprio impatto ambientale, lavorando ad esempio per migliorare la salute del suolo, guadagnando così un vantaggio competitivo sugli altri produttori.
I jeans non sono solo uno dei capi di abbigliamento più popolari al mondo, sono anche tra i più impattanti dal punto di vista ambientale. Per produrre un paio di jeans vengono emessi in media 33,4 chili di CO2 e vengono impiegati 1.800 litri di acqua. La produzione di cotone, necessario per la realizzazione del denim, occupa una vasta superficie delle terre arabili globali e riversa nel suolo, nell’aria e nelle falde acquifere ingenti quantità di pesticidi. L’industria della moda, nel suo complesso, è responsabile dell’8 per cento di tutte le emissioni di gas serra e utilizza ogni anno quasi 80 miliardi di tonnellate di acqua. Per invertire questa allarmante tendenza, anche in ottica del previsto incremento dei consumi, alcuni grandi marchi di moda hanno iniziato a rendere più sostenibili le proprie produzioni. Tra questi c’è Wrangler, storico brand statunitense produttore di jeans.
Let the view dictate the trail, not your gear. All Terrain Gear x Wrangler is ready for the road less traveled.https://t.co/Dd8PWr6Qkx#WranglerJeans #WearWithAbandon pic.twitter.com/pDDuTYHsAW
— Wrangler Jeans (@Wrangler) 28 settembre 2019
Il marchio, di proprietà del colosso Vf Corporation, ha iniziato ad affrontare le grandi sfide del settore ritenendo la corretta gestione ambientale e sociale la chiave del successo. In effetti, grazie alle iniziative intraprese fino ad ora, Wrangler sta ottenendo un vantaggio competitivo sugli altri produttori, ma allo stesso tempo sta stimolando la concorrenza a migliorare le proprie pratiche.
Attualmente Wrangler, in controtendenza con l’insostenibile e dilagante moda fast fashion, sta concentrando i suoi sforzi su una catena di fornitura circolare, per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e preservare le risorse per le generazioni future. Il marchio sta inoltre investendo nella ricerca di nuove tecniche per migliorare la salute del suolo e ridurre l’utilizzo di acqua.
Conservation is a collective effort. We’re proud to support @DucksUnlimited’s wildlife preservation efforts in our home state of North Carolina. pic.twitter.com/AT4nTeN9Sw
— Wrangler Jeans (@Wrangler) 4 ottobre 2019
Il suolo è uno degli ecosistemi più complessi e variegati in natura e ospita un’incredibile varietà di organismi, i quali svolgono funzioni ecosistemiche imprescindibili. Preservarne la salute è dunque essenziale, sia per contrastare i cambiamenti climatici che per garantire la produttività dell’agricoltura. “Tutelare e migliorare la salute del nostro suolo è fondamentale e necessario per la conservazione del patrimonio rappresentato dal denim americano e per le generazioni future”, ha affermato Roian Atwood, direttore della sostenibilità di Wrangler.
L’azienda americana sta lavorando con scienziati e specialisti per adottare tecniche di gestione del suolo più sostenibili, come il sod seeding, tecnica conservativa che mira a mantenere una fertilità fisica paragonabile a quella dei terreni naturali, e l’impiego di colture di copertura, note come cover crop, colture erbacee piantate tra le colture principali, non destinate alla raccolta ma coltivate per migliorare la fertilità del suolo.
Da tempo Wrangler promuove l’agricoltura sostenibile del cotone, l’elemento principale del denim. Nel 2017 ha avviato una coalizione per il cotone sostenibile, dedicata al miglioramento dell’agricoltura del cotone e costituita da aziende, studiosi e organizzazioni no profit, mentre lo scorso anno ha pubblicato un rapporto che mostra i benefici economici, ambientali e sociali dell’agricoltura sostenibile di cotone. Entro il 2025 Wrangler prevede di ridurre del 35 per cento l’impatto delle sue materie prime.
Per produrre un singolo paio di jeans, come detto, occorre un’esorbitante quantità di acqua, risorsa vitale e in rarefazione. Per ridurre tale spreco Wrangler sta adottando tecnologie di conservazione dell’acqua nei suoi impianti di produzione. Tra il 2007 e il 2016, Wrangler ha ridotto il consumo di acqua di 3 miliardi di litri. L’obiettivo è ridurre il consumo del 20 per cento, rispetto ai livelli del 2012, in tutti gli impianti entro il 2020.
Il percorso di sostenibilità intrapreso dal brand statunitense può avere ripercussioni positive sull’intero settore. Wrangler condivide infatti le proprie scoperte e innovazioni favorendo l’adozione condivisa delle pratiche virtuose.
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