
Uno studio di Ipes-Food rivela fino a che punto la produzione di generi alimentari sia legata ancora ai combustibili fossili.
Il 21 giugno si è conclusa la più lunga rivendicazione territoriale nella storia dell’Australia, quella di Kenbi (Kenbi land claim). Questa data segna la fine della battaglia, durata 37 anni, del popolo aborigeno Larrakia contro il governo australiano: una lotta per riottenere la titolarità delle loro terre tradizionali. La vittoria dei Larrakia Per i Larrakia, un
Il 21 giugno si è conclusa la più lunga rivendicazione territoriale nella storia dell’Australia, quella di Kenbi (Kenbi land claim). Questa data segna la fine della battaglia, durata 37 anni, del popolo aborigeno Larrakia contro il governo australiano: una lotta per riottenere la titolarità delle loro terre tradizionali.
Per i Larrakia, un popolo aborigeno di duemila anime, questa importantissima vittoria prevede la restituzione di 52mila ettari di terra nel Territorio del Nord, inclusa la contea di Wagait, nei pressi di Darwin. La richiesta di rivendicazione era stata rifiutata nel 2006, ma nonostante ciò hanno continuato a lottare per i loro diritti fino al 6 aprile di quest’anno, quando è stato raggiunto un accordo.
Durante la cerimonia ufficiale, tenutasi il 21 giugno, il primo ministro australiano Malcolm Turnbull ha affermato che la battaglia è stata una “storia che rappresenta la sopravvivenza e la resilienza dei nostri indigeni australiani”. L’accordo prevede anche la cessione di altri 13mila ettari di terra che “fornisce i mezzi necessari per lo sviluppo economico di questa popolazione aborigena”, come ha affermato il ministro per gli Affari indigeni Nigel Scullion. Inoltre, il governo australiano ha promesso 31,5 milioni di dollari australiani (circa 21 milioni di euro) per il recupero dei terreni che sono stati contaminati dalle sue attività.
At #Kenbi hand back event Larrakia elder Eric Fejo takes aim at NT Chief Minister. https://t.co/UE4yCP83Yb #ausvoteshttps://t.co/qvCO42dowN
— Anna Henderson (@annajhenderson) June 21, 2016
Jordan Singh, un membro del popolo Larrakia, ha espresso la sua gioia per la vittoria, ma anche la tristezza per i tempi lunghissimi con cui è giunta. Nel discorso che ha tenuto durante la cerimonia ha detto: “Sono felicissimo che dopo 37 anni abbiamo riottenuto le nostre terre. Ma sono anche molto triste per il fatto che le nostre madri oggi non siano qui”.
La vittoria si inserisce in un contesto più ampio. Quando gli inglesi hanno colonizzato l’Australia, le terre aborigene erano considerate vuote (terra nullius) e, quindi, sono state espropriate. Il tutto accompagnato da numerosi abusi ai danni degli abitanti. Questo ha portato a effetti intergenerazionali di lungo termine, ad esempio un numero esagerato di detenuti tra gli aborigeni e la scarsa qualità di vita di questo popolo rispetto al resto del paese.
Si stanno facendo passi avanti per cercare di invertire questa tendenza di abusi e sofferenze. Ad esempio, una sentenza emessa dalla Corte suprema australiana nel 1992, il caso Mabo, ha ribaltato il precedente che definiva la loro terra come di nessuno riconsegnandola ai legittimi proprietari. Il caso Mabo è diventato l’esempio da seguire le successive rivendicazioni territoriali nonostante la maggior parte di queste non si sia conclusa positivamente.Resta il fatto che il caso Kenbi è un passo avanti non solo per i Larrakia ma per tutti gli aborigeni d’Australia.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Uno studio di Ipes-Food rivela fino a che punto la produzione di generi alimentari sia legata ancora ai combustibili fossili.
Descritto dai dati delle piattaforme Microsoft, il lavoro d’ufficio è un flusso incessante di mail, riunioni e notifiche che soffocano la concentrazione.
La pista da bob di Cortina, dopo mesi di polemiche, è stata effettivamente costruita. Il commissario di Governo Simico racconta come ha portato in porto il progetto.
Troppe generalizzazioni, troppo spazio a guerre e povertà, poco ad ambiente e cultura e alle voci vere: lo dice il rapporto di Amref e Osservatorio Pavia.
Nel 2024 spesi 2.718 miliardi di dollari in armi, in un clima crescente di tensione. E le guerre rischiano di trasformarsi in profezie che si avverano.
Il cardinale Robert Francis Prevost è il nuovo Pontefice della Chiesa cattolica, successore di Jorge Mario Bergoglio. Ha scelto il nome di Leone XIV.
Un libro raccoglie storie ed esperienze dei primi quattro decenni di Fondazione Cesvi. Abbiamo intervistato il suo autore, il Presidente onorario Maurizio Carrara.
Il ritratto di un bambino mutilato a causa dei bombardamenti israeliani a Gaza ha vinto il World press photo 2025, il concorso fotografico che da 70 anni documenta le complessità del presente.
Il parlamento dell’Ungheria ha approvato una nuova stretta repressiva che inserisce in Costituzione il divieto a manifestazioni come il Pride.