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Vengono per lo più dalla Romania, dal Marocco, dalla Cina e dal Bangladesh, ma sono in forte aumento anche gli ingressi dei cittadini dell’Africa subsahariana. Partono per la Gran Bretagna, per la Germania, per la Svizzera. Sono state queste le rotte principali delle migrazione da e per l’Italia, registrate dall’Istat durante tutto il 2015, con
Vengono per lo più dalla Romania, dal Marocco, dalla Cina e dal Bangladesh, ma sono in forte aumento anche gli ingressi dei cittadini dell’Africa subsahariana. Partono per la Gran Bretagna, per la Germania, per la Svizzera. Sono state queste le rotte principali delle migrazione da e per l’Italia, registrate dall’Istat durante tutto il 2015, con un saldo leggermente positivo: le persone che sono arrivate in Italia sono state 280mila, un numero più o meno in linea con quelli degli anni precedenti; quelle che hanno lasciato l’Italia sono state 147mila, ma è una cifra che indica un aumento dell’8 per cento (che diventa il 15 per cento in più se si calcolano soltanto gli italiani che vanno via, e non gli stranieri che tornano in patria o cambiano paese). Insomma: l’immigrazione è ancora più forte dell’emigrazione, ma le distanze si stanno assottigliando.
Va detto che tra i 280mila che nel 2015 si sono iscritti all’anagrafe, più di uno su dieci erano italiani di ritorno: un numero inferiore solamente all’arrivo di cittadini romeni (46mila), e superiore a quello di marocchini (15mila), cinesi (15mila) e bengalesi (12mila). Ma il vero aumento riflette il dramma dell’immigrazione africana sulle rotte del Mediterraneo: dal Gambia sono arrivati in oltre 5mila, (il 209 per cento in più dell’anno precedente), dal Mali quasi 5mila (+135 per cento), dalla Nigeria 9mila (+68 per cento), dalla Costa d’Avorio 2mila (+61 per cento). Sono in calo, invece, le immigrazioni di filippini, peruviani e moldavi.
Contemporaneamente, continua a crescere il numero delle emigrazioni, e a emigrare sono più gli italiani (89mila in un anno) che gli stranieri. Chi parte, sceglie essenzialmente di rimanere in Europa: le principali mete di destinazione per gli emigrati italiani sono infatti Gran Bretagna (17,1 per cento, ma prima della Brexit), Germania (16,9 per cento), Svizzera (11,2 per cento) e Francia (10,6 per cento), mentre sembra essere in calo l’appeal della Spagna. L’età media di chi decide di lasciare l’Italia è molto bassa: sono sempre di più i laureati italiani con più di 25 anni di età che lasciano il Paese (quasi 23mila nel 2015 2014). Ma l’emigrazione aumenta anche fra chi ha un titolo di studio medio-basso.
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