Il 2018 è stato scelto come Anno del cibo italiano, e dedicato allo chef Gualtiero Marchesi. L’obiettivo è quello di valorizzare la tradizione enogastronomica del nostro paese, che si è meritata riconoscimenti a livello internazionale: l’arte del pizzaiuolo napoletano e la dieta mediterranea sono patrimonio Unesco dell’umanità, così come la vite ad alberello di Pantelleria, la città di Parma, i paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e del Monferrato in Piemonte. Il Prosecco e l’Amatriciana potrebbero presto aggiungersi alla lista. Leggi anche: Itinerario. Le dieci città dove assaggiare i piatti più famosi d’Italia “L’arte del pizzaiuolo napoletano” è patrimonio Unesco dell’umanità dal dicembre 2017 © Christopher Furlong/Getty Images Cos’è l’Anno del cibo italiano A pochi mesi dall’apertura di Fico e a tre anni dall’Expo di Milano, “l’esperienza agroalimentare nazionale torna ad essere protagonista in maniera diffusa in tutti i territori”, ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina che insieme a Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle attività culturali, ha proclamato il 2018 “Anno nazionale del cibo italiano”. Verranno coinvolti i protagonisti della filiera alimentare – agricoltori, allevatori, pescatori, cuochi – allo scopo di realizzare manifestazioni, iniziative ed eventi legati alla cultura gastronomica italiana, con particolare attenzione alla lotta agli sprechi e alla valorizzazione dei paesaggi rurali storici. Tutte le iniziative saranno connotate da un logo ufficiale. Siamo quello che mangiamo. Per questo il cibo è prima di tutto patrimonio culturale di un popolo. Da oggi al via #2018Annodelciboitaliano pic.twitter.com/ID1QTbM7hi — Maurizio Martina (@maumartina) 1 gennaio 2018 #annodelciboitaliano “Grazie alla collaborazione dei Ministeri della Cultura e dell’Agricoltura, l’Italia potrà promuoversi anche all’estero in maniera integrata e intelligente valorizzando l’intreccio tra cibo, arte e paesaggio che è sicuramente uno degli elementi distintivi dell’identità italiana”, ha infatti aggiunto il ministro Franceschini. Non a caso durante l’Anno del cibo sono previste una strategia di promozione turistica, realizzata dall’Agenzia nazionale del turismo (Enit) e dalle ambasciate italiane nel mondo, e una campagna social volta alla conoscenza delle opere d’arte legate al cibo. L’account Instagram @museitaliani si impegna a postare e condividere circa 50 locandine digitali, tra cui la stele di Karo al Museo egizio di Torino, l’Ultima Cena di Leonardo e gli affreschi di Pompei. Tutti i visitatori sono invitati a cercare, fotografare e condividere le opere con l’hashtag #annodelciboitaliano. Una delle locandine condivise dall’account Instagram @museitaliani. I visitatori sono invitati a trovare le opere, fotografarle e postarle sui social con l’hashtag #annodelciboitaliano La dedica allo chef Gualtiero Marchesi Nel 2018 sono previste importanti novità per il Made in Italy: a partire dal mese di febbraio sarà obbligatorio indicare l’origine del riso e del grano usato per la pasta sull’etichetta. Ne sarebbe stato felice Gualtiero Marchesi, lo chef italiano più noto al mondo che ci ha lasciato a dicembre del 2017. Come ingrediente simbolo, infatti, aveva scelto proprio il grano: “Penso che sia il prodotto che più ci rappresenta. La pasta è il nostro patrimonio forse più importante, e dobbiamo imparare a rispettarla di più. Sovente la si distrugge con tanti ingredienti, con tante salse… dei paciughi terrificanti”. Ecco perché l’Anno nazionale del cibo è dedicato a lui, Gualtiero Marchesi, che ha saputo rispettare e interpretare al meglio le materie prime del territorio italiano.