Tra gli ortaggi di primavera, i ravanelli spiccano per le peculiarità organolettiche e le proprietà sorprendenti. Vediamo perché fanno bene e come proporli a tavola.
Perché il 2018 è l’Anno del cibo italiano
Il nostro paese vanta un patrimonio enogastronomico unico al mondo: per questo nel 2018 si festeggia l’Anno del cibo italiano. Sarà un’occasione per valorizzare prodotti, persone, terre, ma anche per condividere esperienze sui social. E, naturalmente, per mangiare.
Il 2018 è stato scelto come Anno del cibo italiano, e dedicato allo chef Gualtiero Marchesi. L’obiettivo è quello di valorizzare la tradizione enogastronomica del nostro paese, che si è meritata riconoscimenti a livello internazionale: l’arte del pizzaiuolo napoletano e la dieta mediterranea sono patrimonio Unesco dell’umanità, così come la vite ad alberello di Pantelleria, la città di Parma, i paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e del Monferrato in Piemonte. Il Prosecco e l’Amatriciana potrebbero presto aggiungersi alla lista.
Leggi anche: Itinerario. Le dieci città dove assaggiare i piatti più famosi d’Italia
Cos’è l’Anno del cibo italiano
A pochi mesi dall’apertura di Fico e a tre anni dall’Expo di Milano, “l’esperienza agroalimentare nazionale torna ad essere protagonista in maniera diffusa in tutti i territori”, ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina che insieme a Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle attività culturali, ha proclamato il 2018 “Anno nazionale del cibo italiano”. Verranno coinvolti i protagonisti della filiera alimentare – agricoltori, allevatori, pescatori, cuochi – allo scopo di realizzare manifestazioni, iniziative ed eventi legati alla cultura gastronomica italiana, con particolare attenzione alla lotta agli sprechi e alla valorizzazione dei paesaggi rurali storici. Tutte le iniziative saranno connotate da un logo ufficiale.
Siamo quello che mangiamo. Per questo il cibo è prima di tutto patrimonio culturale di un popolo. Da oggi al via #2018Annodelciboitaliano pic.twitter.com/ID1QTbM7hi
— Maurizio Martina (@maumartina) 1 gennaio 2018
#annodelciboitaliano
“Grazie alla collaborazione dei Ministeri della Cultura e dell’Agricoltura, l’Italia potrà promuoversi anche all’estero in maniera integrata e intelligente valorizzando l’intreccio tra cibo, arte e paesaggio che è sicuramente uno degli elementi distintivi dell’identità italiana”, ha infatti aggiunto il ministro Franceschini. Non a caso durante l’Anno del cibo sono previste una strategia di promozione turistica, realizzata dall’Agenzia nazionale del turismo (Enit) e dalle ambasciate italiane nel mondo, e una campagna social volta alla conoscenza delle opere d’arte legate al cibo. L’account Instagram @museitaliani si impegna a postare e condividere circa 50 locandine digitali, tra cui la stele di Karo al Museo egizio di Torino, l’Ultima Cena di Leonardo e gli affreschi di Pompei. Tutti i visitatori sono invitati a cercare, fotografare e condividere le opere con l’hashtag #annodelciboitaliano.
La dedica allo chef Gualtiero Marchesi
Nel 2018 sono previste importanti novità per il Made in Italy: a partire dal mese di febbraio sarà obbligatorio indicare l’origine del riso e del grano usato per la pasta sull’etichetta. Ne sarebbe stato felice Gualtiero Marchesi, lo chef italiano più noto al mondo che ci ha lasciato a dicembre del 2017. Come ingrediente simbolo, infatti, aveva scelto proprio il grano: “Penso che sia il prodotto che più ci rappresenta. La pasta è il nostro patrimonio forse più importante, e dobbiamo imparare a rispettarla di più. Sovente la si distrugge con tanti ingredienti, con tante salse… dei paciughi terrificanti”. Ecco perché l’Anno nazionale del cibo è dedicato a lui, Gualtiero Marchesi, che ha saputo rispettare e interpretare al meglio le materie prime del territorio italiano.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La produzione alimentare industriale ha portato a diete ricche di grassi, sale e zuccheri aggiunti e povere di micronutrienti. Il libro “trappole alimentari” aiuta a prenderne consapevolezza e a rimediare.
Una sfogliata di pasta fillo con un delizioso contrasto dolce salato, dovuto alla presenza dei cipollotti caramellati e del camembert .
Non è raro che i cibi importati vengano segnalati per allerte alimentari. Per gli agricoltori italiani gli alimenti prodotti all’estero dovrebbero seguire lo stesso percorso di qualità per salute e ambiente.
Il maggior produttore al mondo di cacao annuncia un aumento del costo del prodotto, sempre più minacciato dal clima.
Questi pancake salati con piselli ed erbe sono frittelline vegetariane cotte in padella, profumate di curcuma e croccanti grazie alla presenza dei semi.
Il Consiglio dei ministri dell’Agricoltura ha varato una revisione della Politica agricola comune per venire incontro alle proteste degli agricoltori.
A livello globale, il cibo sprecato equivale a un miliardo di pasti al giorno, mentre sono 783 milioni le persone che soffrono la fame.
Le coltivazioni di banane sono minacciate dagli eventi estremi che compromettono i raccolti. La risposta alla crisi è puntare sulle diverse varietà.