Climate museum, a New York nasce il primo grande museo dedicato ai cambiamenti climatici

Combattere il cambiamento climatico è la sfida del nostro tempo. Il Museo del clima a New York invita i cittadini a trattare questo argomento in modo consapevole, genuino e accessibile.

È stato inaugurato a New York, negli Stati Uniti il Climate museum (museo del clima), uno spazio pubblico concepito per dare la possibilità ai cittadini di potersi riunire per conoscere il tema dei cambiamenti climatici da vicino, impegnandosi realmente per combatterli. Il museo, concepito dall’avvocato per i diritti umani Miranda Massie cinque anni fa in seguito agli effetti devastanti dell’uragano Sandy che ha colpito gli Stati Uniti nel 2012, servirà da punto di riferimento per promuovere l’educazione e l’impegno civico, motivando le persone a orientarsi verso soluzioni ambientaliste.

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Miranda Massie, fondatrice del Climate museum, il museo del clima a New York © Climate museum

Climate museum, la storia e gli obiettivi

L’idea e la volontà di realizzare il museo è venuta a Massie quando si è resa conto che negli Stati Uniti, benché esistano organizzazioni e centri accademici inerenti al tema come l’Earth institute dell’università di Columbia a New York, nessuna di queste è pensata per essere accessibile al grande pubblico. “Abbiamo bisogno di un cambiamento radicale nel modo in cui la nostra cultura si rapporta alla sfida climatica – afferma –. Coltivando una comunità istruita sui rischi e impegnata collettivamente nel trovare nuove soluzioni potremmo amplificare e sostenere il progresso nell’affrontarla”

La missione del museo è quella di ispirare il dialogo e l’innovazione attraverso un’esplorazione del tema in ambito scientifico, artistico e del design per portare il tema dei cambiamenti climatici al centro della nostra vita quotidiana, coinvolgendo la comunità.

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In human time, la prima mostra del Climate museum

Il Climate museum ha inaugurato la sua prima mostra lo scorso 20 dicembre a New York, intitolata In human time: An exhibition in two parts, aperta ai visitatori fino all’11 febbraio. Quest’ultima presenta installazioni in sequenza che mirano a mostrare la condizione dei ghiacci sul nostro pianeta, prima in Antartide e poi nell’Artico. È stata presentata in collaborazione con la Parsons, la scuola di design newyorkese presso il Sheila C. Johnson design center e Arnold and Sheila Aronson galleries sulla Fifth Avenue.

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Massie si dichiara molto orgogliosa di questa prima mostra, sebbene non catturi pienamente ciò che si augura sia la direzione futura del museo. La speranza, infatti, è che le prossime mostre possano far vedere più esplicitamente sull’impatto devastante che i cambiamenti climatici stanno avendo e avranno sulle comunità insulari, sulle popolazioni indigene e anche sul resto del mondo.

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Un percorso ancora lungo, ma con obiettivi ben precisi

Il desiderio è che il museo del clima abbia un lungo futuro davanti a sé, nonostante una sede permanente non sia ancora disponibile. Nel frattempo Massie continuerà a promuovere un dialogo che coinvolga maggiormente il pubblico attraverso eventi, conferenze e appuntamenti in giro per la città utilizzando spazi temporanei, come quelli della Parsons. Una volta realizzato, il museo diventerà il primo dedicato ai cambiamenti climatici negli Stati Uniti e il secondo al mondo – l’altro è un piccolo museo regionale vicino a Hong Kong

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Allestimento della mostra In human time, la prima del Climate museum © Climate museum

Chiunque dubiti ancora della reale gravità del problema nonostante l’evidenza, cioè che il nostro clima sta già cambiando e causando danni a lungo termine, avrà modo di convincersi visitando il museo. Per agire le persone hanno bisogno di consapevolezza, ed è proprio su questa che cerca di agire il Climate museum, ponendo le persone davanti alla realtà dei fatti.

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