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Banda larga, turismo dolce, riqualificazione dei centri storici, filiera agroalimentare: finalmente arrivano gli investimenti sui borghi storici.
Arriva nuova linfa vitale per le migliaia di piccoli borghi italiani da anni a rischio di spopolamento e progressivo abbandono: grazie alla legge sui piccoli comuni, approvata in via definitiva in Parlamento, arrivano per oltre 5 mila paesini d’Italia misure per favorire l’arrivo dalla banda larga, per la promozione di un sistema di turismo dolce (cammini e alberghi diffusi), per il recupero e la manutenzione dei centri storici, per l’efficientamento energetico e per la promozione delle produzioni agroalimentari locali a filiera corta. La nuova norma, che prevede anche uno stanziamento di 100 milioni fino al 2023 per le aree in condizioni di maggiore difficoltà, come quelle montane o interessate dai recenti terremoti, riguarda tutti i paesi con meno di 5mila residenti.
“Questo testo – spiega Ermete Realacci, deputato del Pd, presidente di Symbola, la Fondazione per le qualità italiane e promotore della legge – è un’opportunità per tutto il paese per un’idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità, che coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l’innovazione, le nuove tecnologie e la green economy. L’importanza dei piccoli comuni, del resto, si è vista anche nel terremoto con il ruolo fondamentale per la tenuta delle comunità svolto da tanti sindaci. Non sono un’eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e proiettarle nel futuro. Un’idea ambiziosa di Italia passa anche dalla giusta valorizzazione di territori, comunità e talenti”. La legge sui piccoli comuni aveva trovato sin dall’inizio del suo iter anche l’appoggio di Legambiente: oggi, secondo la presidente Rossella Muroni, “finalmente i borghi italiani hanno gli strumenti per concorrere a creare un ‘sistema Italia’ capace di migliorare la qualità della vita dei cittadini e di generare competitività”. I piccoli comuni d’Italia sono 5.567, amministrano più della metà del territorio nazionale e in essi vivono oltre 10 milioni di italiani.
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