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Il paesino siciliano di Montelepre si è aggiudicato il premio Comuni virtuosi 2017, voltandosi le spalle alla mafia per riqualificare il proprio patrimonio. Un vero esempio di rinascita sostenibile.
Succede che dalla Sicilia, da un comune di seimila abitanti vicino a Palermo commissariato per mafia, arrivi la ricetta per la rinascita dei territori e della fiducia nella politica in Italia. È fatta di scelte attente e virtuose rivolte all’ambiente e ai rifiuti, alla partecipazione a all’attivazione civica, alla valorizzazione nel mondo delle tradizioni locali e alla riqualificazione del patrimonio degradato, alla tutela della biodiversità e delle radici locali. Non sarà un caso se il percorso nato dalla tenacia di una sindaca donna prese avvio da una lista civica chiamata Reset. E oggi non è un caso che il comune siciliano di Montelepre si sia aggiudicato l’undicesima edizione del premio Comuni virtuosi, bando promosso dall’Associazione comuni virtuosi con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), spiccando tra 61 comuni finalisti e oltre 200 progettualità.
Il comune di Montelepre, in provincia di Palermo, dimostra che le buone pratiche costituiscono la risorsa su cui poggiare i percorsi di rinnovata legalità indicando una strada a tanti territori feriti e sfiduciati. Abbiamo apprezzato oltre al percorso rifiuti zero che ha portato il comune su percentuali superiori al 60 per cento, la promozione nel parco urbano della conoscenza e conservazione della macchia mediterranea e il programma Servizio civico, un sussidio economico attivato dal comune di Montelepre per riconosce contributi economici a chiunque si impegni in azioni di custodia, pulizia, vigilanza di strutture pubbliche, aiuto a persone anziane e disabili, cura del patrimonio.
Montelepre ha reagito alle infiltrazioni mafiose nell’amministrazione comunale con un percorso di risanamento basato sul cittadino, orientato alla sostenibilità ambientale e alla riqualificazione del patrimonio urbano degradato come il recupero della zona del centro storico sottostante la cinquecentesca torre Ventimiglia, simbolo del paese.
Così il comune, tristemente famoso per aver nascosto il bandito Salvatore Giuliano oggi inizia a essere noto come “il paese della pasta all’antica”, dolce tipico della tradizione monteleprina, grazie all’opportunità di Terra Madre, la rete mondiale creata da Slow Food che raggruppa le realtà impegnate a salvaguardare la qualità delle produzioni agro-
E non è un caso unico: sui territori, su tanti fronti, ci sono amministratori poco noti che stanno cambiando l’Italia e trasformando problemi irrisolti come la mancanza di fondi e policy chiare in soluzioni e indirizzi. L’Associazione dei comuni virtuosi li tiene in rete e una volta all’anno ne premia i migliori, come è avvenuto anche quest’anno a Bergamo il 16 dicembre.
Ad esempio, Cassina de’ Pecchi, in provincia di Milano, si è aggiudicato il primo posto nella categoria gestione del territorio grazie all’approvazione di un piano urbanistico a consumo di suolo zero e al contestuale recupero di aree e immobili dismessi. Per la categoria impronta ecologica il primo classificato è stato il comune di Calcinaia, in provincia di Pisa, “per i numerosi progetti tesi a ridurre drasticamente l’impronta ecologica della macchina comunale e, al contempo, dare il buon esempio alla comunità locale”. Per i rifiuti la vittoria è andata al comune di Sestri Levante, in provincia di Genova “per aver conseguito eccellenti risultati sia in termini di avvio al riciclo che di successo delle numerose iniziative di coinvolgimento e sensibilizzazione della cittadinanza, nonché delle iniziative volte al riuso dei materiali e alla prevenzione dei rifiuti”.
Per la mobilità sostenibile il primo classificato è stato il comune di Pomezia, in provincia di Roma, “per essersi dotata di un importante strumento di pianificazione della mobilità e per aver introdotto progettualità concrete volte all’incentivazione della mobilità sostenibile nella comunità locale”. Infine, nella categoria nuovi stili di vita, il migliore è risultato il comune di Chiari, in provincia di Brescia, “per aver coniugato le politiche sociali con quelle urbanistiche, tramite la rifunzionalizzazione di esercizi commerciali di vicinato. Tale riconversione, oltre ad un rilancio di un’economia locale e più equa, ridà dignità ai centri storici e si presenta come un’esperienza replicabile in altre realtà, configurandosi così come un modello di urbanistica virtuosa.
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