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Con il concorso “Vinci e Aiuta”, Monini ha assegnato il primo dei tre premi sociali in palio, dando al vincitore la possibilità di donare 5mila euro a un apicoltore per un progetto di salvaguardia delle api.
Cambiamenti climatici, malattie, perdita di biodiversità stanno minacciando la sopravvivenza delle api e la produzione di miele. La primavera scorsa, per esempio, le forti gelate hanno fatto cadere i boccioli fiorali e costretto gli apicoltori a nutrire gli alveari affinché le api non morissero di fame. Gli alveari devono essere spesso visitati e curati e le colonie di api vengono spostate più volte nel corso dell’anno in cerca di territori adatti al pascolo. I tempi di intervento per il prelievo del miele sono sempre più ridotti e i costi di gestione aumentano.
Monini, storica azienda olearia da tempo impegnata per la tutela delle api e della biodiversità, conosce queste problematiche e, attraverso il concorso “Vinci e Aiuta” (in corso fino al 31 dicembre 2021) ha dato un nuovo contributo al settore apistico coinvolgendo i propri consumatori per renderli protagonisti di un progetto concreto. Nella prima fase del concorso (conclusasi il 6 luglio scorso), Monini ha estratto un vincitore al quale è stata data la possibilità di donare 5mila euro messi in palio dall’azienda per supportare un progetto a sua scelta legato alla salvaguardia delle api.
Il fortunato ad essere estratto è stato Ivan Artistico, 31enne di Roma, impiegato come cuoco in un ristorante di Firenze. Ivan acquista l’olio extravergine Monini per il proprio consumo domestico, ma non è solito partecipare ai concorsi, dunque è stato piacevolmente sorpreso da questa vincita. Ha scelto di devolvere i 5mila euro a un’apicoltura di sua conoscenza in Toscana: “Sono apicoltori molto seri che sapranno come investire al meglio la donazione – ha detto. – Sono felice di poter contribuire alla salute del Pianeta sostenendo le api. Io stesso seguo uno stile di vita ecosostenibile, muovendomi ogni giorno in bici e in treno”.
Il progetto dell’apicoltura toscana da realizzare grazie alla donazione prevede l’installazione di dispositivi di controllo da remoto in alcuni alveari (si tratta in tutto di 400mila api divise in 8 colonie) distribuiti sul territorio in cui opera l’azienda, ovvero il Valdarno Superiore, la periferia di Firenze e il Chianti.
Sempre più aziende apistiche, per mantenere in salute le proprie colonie di api e ottimizzare la produzione, valutano la possibilità di utilizzare questa tecnologia, in modo da ricevere online, costantemente, informazioni sullo stato degli alveari e intervenire così tempestivamente sui problemi. Questi strumenti possono misurare, ad esempio, il peso dell’arnia che permette di fare una stima dell’importazione di nettare dell’apiario e di eventuali perdite di api in seguito ad eventi quali sciamatura o avvelenamento. Ancora, si può misurare la temperatura interna dell’alveare, utile per stimare la grandezza della famiglia di api e capire se vi è presenza o meno di covata o per limitare il rischio di moria delle api durante lo spostamento delle arnie.
I dati raccolti dall’azienda toscana saranno utili per capire se le api possono vivere e produrre miele in una determinata area considerando il rischio di contaminazione da pesticidi e l’urbanizzazione. Il rilevamento coinvolge una superficie molto estesa (224 km quadrati in tutto) che, se condiviso online sui canali social, potrà essere utile a tutto il comparto apistico toscano e non solo all’azienda che detiene i dispositivi.
Come dicevamo, non è la prima iniziativa di Monini a favore delle api. Attraverso la campagna “Le api e l’olio”, in collaborazione con LifeGate, Monini ha adottato 650mila api dell’apicoltore Matteo Maccarone che opera nel Gargano secondo il disciplinare biologico e a cui l’azienda ha anche donato un sistema di biomonitoraggio. Lo scorso anno, inoltre, per celebrare il centenario dell’azienda, Monini ha adottato 100mila api nell’Area Metropolitana di Milano attraverso il progetto Bee my Future di LifeGate. A conti fatti, è già arrivata a quota 850mila ed è quindi abbondantemente sulla buona strada per tagliare in anticipo il traguardo del milione prefissato per il 2030.
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