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È la scoperta astronomica più importante degli ultimi tempi. Ancor più del rilevamento di Kepler 452b. Sì, perché Proxima b, così è stato ribattezzato l’esopianeta, orbita intorno alla stella più vicina al nostro sistema solare, ovvero Proxima Centauri. E, cosa più importante, presenta caratteristiche fisiche simili alla Terra. Proxima b si trova a 4,2
È la scoperta astronomica più importante degli ultimi tempi. Ancor più del rilevamento di Kepler 452b. Sì, perché Proxima b, così è stato ribattezzato l’esopianeta, orbita intorno alla stella più vicina al nostro sistema solare, ovvero Proxima Centauri. E, cosa più importante, presenta caratteristiche fisiche simili alla Terra.
Proxima b si trova a 4,2 anni luce di distanza per la precisione, ruota intorno alla sua stella in un periodo di 11,2 giorni terrestri, è grande 1,3 volte la Terra e ha ottime possibilità di essere un pianeta roccioso.
La scoperta è stata diffusa lo scorso 24 agosto dall’European Southern Observatory (Eso), che ha confermato la presenza di un’anomalia gravitazionale osservata durante il progetto denominato Pale Red Dot, a cui Eso appunto partecipa.
“Molti esopianeti sono stati scoperti e molti altri lo saranno, ma cercando quello più vicino e potenzialmente simile alla Terra e riuscirci, è stata l’esperienza della vita per tutti noi”, ha dichiarato l’astronomo Guillem Anglada-Escudé, della Queen Mary University di Londra, a capo del progetto.
#Proximab is a little more massive than the Earth and is the closest exoplanet to us #PaleRedDot https://t.co/p9I2qVa0q2
— ESO (@ESO) 24 agosto 2016
Il pianeta orbita intorno alla nana rossa a circa 7 milioni di chilometri di distanza – ovvero il 5 per cento della distanza Terra-Sole. Ma essendo Proxima Centauri molto più fredda del Sole, fa sì che il pianeta vada a trovarsi nella zona che in gergo viene definita “abitabile”. In questo caso Proxima b ruota intorno alla sua stella ad una distanza simile a quella di Mercurio, nel nostro sistema solare.
Ciò permette, almeno nelle zone più “soleggiate”, di avere temperature che permettano la presenza di acqua liquida in superficie. Il che sta a significare la possibilità di ospitare segni di vita organica.
La scoperta si fa ancora più esaltante proprio perché, come spiegano gli stessi scienziati: “dovremmo sviluppare le tecnologie necessarie per poter raggiungere il pianeta fuori dal Sistema Solare”.
E tutto questo non è fantascienza, anzi. Ci stanno già lavorando scienziati come Stephen Hawking e milionari come Mark Zuckerberg e Yuri Milner, nel progetto Starshot, che mira a realizzare mini sonde spaziali capaci di volare a circa 160 milioni di km/h. Il che significherebbe raggiungere il sistema stellare dove si trova Proxima Centauri in circa 20 anni.
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