Qatar 2022. Due giornalisti sono morti in circostanze sospette nelle ultime ore

Grant Wahl era stato fermato dalle autorità qatariote perché aveva provato a entrare allo stadio con una maglietta arcobaleno. Secondo il fratello sarebbe stato ucciso per le sue prese di posizione contro le autorità del Qatar. Khalid Al-Misslam è morto poche ore dopo e questa coincidenza ha sollevato preoccupazione a livello internazionale. Due giornalisti che

  • Grant Wahl era stato fermato dalle autorità qatariote perché aveva provato a entrare allo stadio con una maglietta arcobaleno.
  • Secondo il fratello sarebbe stato ucciso per le sue prese di posizione contro le autorità del Qatar.
  • Khalid Al-Misslam è morto poche ore dopo e questa coincidenza ha sollevato preoccupazione a livello internazionale.

Due giornalisti che seguivano i mondiali di calcio in Qatar sono morti a distanza di poche ore. Prima è toccato allo statunitense Grant Wahl, che ha avuto un malore nella serata del 9 dicembre durante la partita Olanda-Argentina. L’11 dicembre ha invece perso la vita per cause ignote il qatariota Khalid Al-Misslam

Il ricordo del giornalista Grant Wahl, morto in Qatar
Il ricordo del giornalista Grant Wahl, morto in Qatar © Clive Brunskill/Getty Images

Una coincidenza che ha destato sospetti, in un paese dove la libertà di stampa e il lavoro giornalistico sono costantemente sotto attacco. Tanto che il fratello di Wahl si è detto convinto che il giornalista americano, che aveva preso posizione in favore dei movimenti Lgbt+, sia stato ucciso.

La morte sospetta di Grant Wahl

Grant Wahl, 48 anni, era invitato in Qatar dalla rete televisiva Cbs per seguire i mondiali. Era all’ottavo mondiale della sua carriera, in passato aveva lavorato per altri media importanti come Sport illustrated

A inizio dicembre non era stato bene e si era fatto visitare, affermando che probabilmente si era preso una bronchite. Gli avevano somministrato delle medicine e aveva detto di essersi ripreso. La sera del 9 dicembre si trovava allo stadio per il quarto finale Olanda-Argentina, quando verso la fine dei tempi supplementari ha avuto un malore ed è spirato. Le persone che erano con lui hanno lamentato un certo ritardo nei soccorsi e l’assenza di un defibrillatore.

Nei giorni precedenti alla morte Grant Wahl era stato fermato dalle autorità qatariote perché aveva provato a entrare allo stadio per Stati Uniti-Galles per una maglietta arcobaleno. Il fratello Eric in un video dagli Stati Uniti ha detto di essere gay e che proprio per questo il cronista ha voluto accendere i riflettori sulla causa Lgbt+.

Sui social il giornalista aveva poi più volte criticato le autorità del Qatar sul tema, ma anche sulla questione dei diritti dei lavoratori e delle migliaia di morti per realizzare gli stadi. Secondo il fratello, proprio per questo potrebbe essere stato ucciso.

Il bavaglio in Qatar

L’11 dicembre, dopo neanche 48 ore dal decesso di Grant Wahl, è morto un altro giornalista. Si tratta del fotoreporter qatariota Khalid Al-Misslam, che lavorava per il media locale Al Kass TV. Le cause del decesso non sono però state rese note.

La morte di due giornalisti nel giro di poche ore in Qatar ha sollevato una certa preoccupazione a livello internazionale. Il paese è infatti tra i fanalini di coda globali per quanto riguarda la libertà di stampa, con il 119° posto nel World Press Freedom Index 2022. Come ha sottolineato Craig LaMay, direttore del Journalism and Strategic Communication Program alla Northwestern University, il regime cerca di controllare la stampa e di silenziare il giornalismo indipendente. Un caso esemplificativo è quello di Malcolm Bidali, cittadino keniano che curava anonimamente un blog dove denunciava lo sfruttamento lavorativo dei migranti, arrestato e imprigionato per circa un mese nel 2021.

La diffidenza delle autorità del Qatar nei confronti della stampa è emersa anche durante i mondiali di calcio. Questo è successo per esempio a inizio novembre, quando il reporter di TV 2 Denmark Rasmus Tantholdt è stato interrotto nel bel mezzo di una diretta televisiva e minacciato da alcuni agenti di sicurezza.

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