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Presentato il report sostenibilità 2013 di Ecopneus. Ecco come il recupero di pneumatici fuori uso può aiutare l’economia e l’ambiente.
Ogni anno nel nostro Paese migliaia di tonnellate di pneumatici dismessi devono essere smaltiti, comportando sia un elevato costo economico che, soprattutto, ambientale. Molti copertoni vengono ancora oggi bruciati negli inceneritori, rilasciando così nell’atmosfera una grande quantità di agenti inquinanti.
Per far fronte a questo problema è nata Ecopneus, società senza scopo di lucro costituita nel 2009 dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia per gestire il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e il recupero dei pneumatici fuori uso. Ecopneus ha presentato il proprio report di sostenibilità del 2013, realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, rendendo noti i risultati raggiunti nell’ultimo anno, e i numeri sono impressionanti.
È stata evitata l’emissione di 347 milioni di tonnellate di CO2 grazie all’utilizzo di gomma riciclata al posto di gomma vergine, sono stati risparmiati 3,2 miliardi kWh e 1,3 milioni di metri cubi di acqua, solitamente impiegati nel ciclo produttivo della produzione di gomma vergine, dell’acciaio e degli altri componenti del pneumatico.
Nel 2013 Ecopneus, che si basa su una rete di imprese, ha recuperato oltre 247mila tonnellate di pneumatici che le hanno consentito di reimpiegare in modo efficiente un capitale complessivo di 73,9 milioni di euro raccolto attraverso i contributi ambientali.
«In Italia le barriere culturali e burocratiche – commenta Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus – rallentano l’utilizzo della gomma da pneumatici fuori uso, viceversa diffusissimo in tutta Europa e in tanti altri paesi, per le due applicazioni principali, che sono i manti stradali e i campi di calcio artificiali e le pavimentazioni sportive. Un cambio di passo in questa direzione ci consentirebbe lo sviluppo di quella recycling society che è un pilastro della politica comunitaria sull’ambiente».
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