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Ricondizionato non è sinonimo di usato, ma di sicuro è sinonimo di sostenibile. Refurbed offre dispositivi economici, ecologici e di altissima qualità.
“Non possiamo più pensare al nostro Pianeta come a un’infinita riserva di risorse da sfruttare e, d’altra parte, come a una discarica”. Peter Windischhofer è amministratore delegato e co-fondatore di refurbed, startup austriaca ed e-commerce del ricondizionato presente dal 2018 anche sul mercato italiano. Esordisce così quando gli chiediamo come pensa che l’innovazione tecnologica possa viaggiare sugli stessi binari della tutela dell’ambiente.
Come dargli torto. Se davvero consideriamo la Terra come una discarica, vuol dire che la nostra casa non è diversa da quelle che si vedono in quel programma televisivo dedicato agli accumulatori seriali. Tuttavia, sono sempre di più le persone che stanno “tornando alle origini” scegliendo di condurre uno stile di vita più sostenibile. Optando per capi d’abbigliamento che possano durare nel tempo, alimenti venduti senza imballaggio, acqua del rubinetto, creme per viso e maschere per capelli fai da te. C’è però qualcos’altro che a volte ci sfugge, pur essendo una costante nelle nostre giornate: lo smartphone.
Dobbiamo iniziare a considerare il nostro cellulare come se fosse un abito. Se paragonassimo la tecnologia alla moda, refurbed sarebbe un’alternativa alla fast fashion. Differenziandosi però anche da quella “slow”: “Quest’ultima infatti è molto più costosa rispetto alla sua controparte, risultando così difficilmente accessibile a tutti. Refurbed, che appartiene al segmento slow tech, è in grado di offrire dispositivi fino al 40 per cento più economici rispetto ai nuovi prodotti non sostenibili. Questo aspetto giocherà un ruolo importante nella diffusione della grande rivoluzione sostenibile di cui ci sentiamo di far parte”, prosegue Windischhofer. Una rivoluzione che la startup intende promuovere fornendo una via d’uscita in una società fondata sul consumo “usa e getta”.
Dobbiamo poi cominciare a considerare i rifiuti elettronici, che nel 2019 ammontavano a 53,6 milioni di tonnellate metriche, come “una risorsa che potrebbe non solo ridurre la pressione sulla domanda devastante di materie prime, ma anche limitare la quantità di beni smaltiti”. Evitando così che il nostro Pianeta sia sfruttato senza ritegno da un lato e trattato come una discarica dall’altro, promuovendo piuttosto un modello di economia circolare. Sapevate che la produzione di uno smartphone richiede 13mila litri d’acqua e comporta l’emissione di molteplici chili di anidride carbonica – 72 nel caso dell’iPhone 11?
Refurbed recupera questi preziosi “scarti” elettronici. È una piattaforma fondata nel 2017 da Peter Windischhofer insieme a Jürgen Riedl e Kilian Kaminski, specializzata in dispositivi completamente ricondizionati con i più alti standard di qualità, prezzo, sicurezza e garanzia, provenienti perlopiù da fiere, esposizioni o grandi aziende. Il catalogo comprende più di settemila prodotti di elettronica, come smartphone, portatili e tablet, ma anche smartwatch, fotocamere ed e-bike.
Ai consumatori viene così data la possibilità di acquistare dispositivi sostenibili con facilità e senza rischi. Ricondizionato, infatti, è ben diverso da usato: “Gli apparecchi usati non sono testati da esperti e non sono coperti da garanzia, al contrario dei prodotti che proponiamo sulla piattaforma refurbed”, spiega Windischhofer. “Tutti i nostri dispositivi sono completamente rinnovati in 40 passi (tra cui pulizia dei dati, sostituzione delle componenti, revisione estetica e disinfezione con detergenti biodegradabili, ndr) e vengono testati da specialisti. Per poter essere venduti sulla nostra piattaforma, devono soddisfare i più elevati requisiti di qualità”. Inoltre, possono essere testati dai clienti – attualmente più di 250mila – per 30 giorni senza impegno.
Per concludere con uno dei motti dell’azienda, rigenerato non è cheap, è cool. Quando ci chiediamo cosa possiamo fare nel nostro piccolo per il Pianeta, ora sappiamo di avere un’opportunità in più.
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