Sulle Dolomiti sono apparsi degli adesivi che invitano a riflettere sugli impatti dell’overtourism. Dopo Spagna e Grecia, il dibattito arriva anche in Italia.
Cosa si respira nelle città europee
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Vivere in città ha i suoi lati positivi e le sue
comodità ma se si parla di ambiente i cittadini devono fare
i conti con uno dei problemi più fastidiosi in assoluto:
quello dell’inquinamento. L’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) ha
pubblicato il
nuovo rapporto sulla qualità dell’aria che prende in
esame il biennio che va dal 2009 al 2011.
I settori che più di ogni altro causano lo smog in
Europa sono quattro: il trasporto su strada, l’industria,
l’agricoltura e il settore residenziale.
Secondo Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Aea, “l’inquinamento
atmosferico sta causando danni alla salute umana e agli ecosistemi.
Un’ampia parte della popolazione non vive in un ambiente sano
secondo gli standard attuali. Per avviare un percorso che porti
alla sostenibilità, l’Europa deve essere ambiziosa e rendere
più severa l’attuale normativa”.
Negli ultimi dieci anni le emissioni di particolato e di ozono
sono calati.
In Italia la flessione delle polveri sottili è stata del 37
per cento. Nonostante questo, i livelli sono ancora
preoccupanti.
Nel nostro paese, la zona più colpita è la
Pianura padana dove non vengono risparmiate nemmeno le aree rurali.
Monza è la città italiana più colpita dal Pm10
(al dodicesimo posto in Europa), seguita da Brescia e Cremona.
Padova è la peggiore, anche in Europa, per quanto riguarda i
livelli di ozono. Il nostro paese, infatti, è il peggiore su
questo fronte con 23 città tra le prime 30. L’Italia
settentrionale (e Roma) condivide questo primato negativo insieme
ad alcune città della Francia meridionale.
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