
L’umanità raggiunge l’Overshoot day già il 24 luglio: per il resto del 2025 consumerà più risorse di quelle che il Pianeta può rigenerare.
Raee in carcere ha un doppio valore: quello sociale col reinserimento lavorativo e quello ambientale, con il recupero e il riciclo dei materiali.
Si chiama “Raee in carcere” ed è un progetto pensato per favorire l’inclusione sociale e lavorativa di persone in esecuzione penale o che hanno concluso il periodo di detenzione, attraverso il riciclo e il recupero di rifiuti elettrici ed elettronici.
Reso possibile grazie alla collaborazione tra il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, le direzioni degli Istituti di pena dei territori di Bologna, Forlì-Cesena e Ferrara e di partner come Erp Italia, il progetto continua fin dal 2009 e ha permesso di raggiungere ottimi risultati.
Solo nel 2015 il sistema collettivo che si occupa di gestione a norma dei Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) – Erp Italia appunto -, ha fornito alla cooperativa Il Germoglio più di 120 tonnellate di elettrodomestici appartenenti ai grandi bianchi, come le lavatrici. Di questi oltre il 96 per cento è stato recuperato, mentre solo il 3 per cento del materiale è finito in discarica.
Si tratta di un progetto dal duplice valore, ambientale e sociale. Perché da una parte favorisce il reinserimento di persone che hanno trascorso o stanno passando un periodo in carcere, dall’altro permette di recuperare materiali preziosi provenienti dal recupero degli elettrodomestici. Fino ad oggi più di 60 persone in esecuzione penale sono state coinvolte nei tre laboratori. Di queste, 22 sono state assunte dalle cooperative sociali che gestiscono i 3 laboratori: It2 a Bologna, Gulliver a Forlì e Il Germoglio a Ferrara.
“È importante individuare soluzioni e percorsi efficaci per promuovere e incrementare l’inclusione sociale e lavorativa delle persone detenute ed in misura alternativa – spiega Pietro Buffa Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria – oltre al fatto che una detenzione caratterizzata da un impegno lavorativo ha conseguenze meno destrutturanti ed effettivamente più responsabilizzanti per le persone che le vivono”.
Nel 2014 l’iniziativa è stata premiata come “Miglior progetto italiano”, dal comitato italiano promotore della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti “per la sua capacità di coniugare finalità sociali e attenzione all’ambiente”. “Dal 2014 a oggi abbiamo rinnovato il nostro supporto a Raee in carcere per supportare il percorso di inclusione sociale e lavorativa attraverso l’acquisizione di nuove competenze nel settore ambientale”, ha dichiarato invece Alberto Canni Ferrari, direttore di Erp Italia.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’umanità raggiunge l’Overshoot day già il 24 luglio: per il resto del 2025 consumerà più risorse di quelle che il Pianeta può rigenerare.
Storica sentenza della Corte costituzionale: la mamma non biologica di una coppia di donne ha stessi diritti e responsabilità in ambito lavorativo.
Parigi, Copenaghen e tante altre: le città europee vogliono far tornare balneabili i propri fiumi con la rete Swimmable cities. E ci pensa anche Roma.
Il Tribunale superiore di Galizia ha obbligato le autorità statali e regionali a riparare i danni degli allevamenti intensivi della regione di A Limia.
Francesca Albanese è accusata dall’amministrazione Trump di condurre una campagna economica e politica contro Usa e Israele.
L’obiettivo è quello di colmare lacune regolatorie su tecnologie considerate strategiche per decarbonizzare l’industria, ma non mancano le criticità.
Nel luglio 1976 Seveso fu epicentro del peggior disastro ambientale mai avvenuto in Italia. Oggi un’autostrada fa riemergere ricordi e paure
Già 13 Regioni hanno emesso ordinanze anti-caldo basate sulla piattaforma Worklimate: “siesta” dalle 12.30 alle 16. E i musei diventano rifugi climatici.
A Vicenza il maxiprocesso per contaminazione da Pfas si è concluso con 140 anni di reclusione per 11 dirigenti dell’azienda Miteni, per disastro ambientale, avvelenamento delle acque e reati fallimentari. Una sentenza storica, dopo 4 anni di procedimento.