Ora i rifiuti elettrici ed elettronici si riciclano in carcere

Raee in carcere ha un doppio valore: quello sociale col reinserimento lavorativo e quello ambientale, con il recupero e il riciclo dei materiali.

Si chiama “Raee in carcere” ed è un progetto pensato per favorire l’inclusione sociale e lavorativa di persone in esecuzione penale o che hanno concluso il periodo di detenzione, attraverso il riciclo e il recupero di rifiuti elettrici ed elettronici.

 

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Il progetto alla Casa circondariale di Bologna. Foto Gianluca Perticoni / Eikon

 

Reso possibile grazie alla collaborazione tra il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, le direzioni degli Istituti di pena dei territori di Bologna, Forlì-Cesena e Ferrara e di partner come Erp Italia, il progetto continua fin dal 2009 e ha permesso di raggiungere ottimi risultati.

 

Solo nel 2015 il sistema collettivo che si occupa di gestione a norma dei Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) – Erp Italia appunto -, ha fornito alla cooperativa Il Germoglio più di 120 tonnellate di elettrodomestici appartenenti ai grandi bianchi, come le lavatrici. Di questi oltre il 96 per cento è stato recuperato, mentre solo il 3 per cento del materiale è finito in discarica.

 

Si tratta di un progetto dal duplice valore, ambientale e sociale. Perché da una parte favorisce il reinserimento di persone che hanno trascorso o stanno passando un periodo in carcere, dall’altro permette di recuperare materiali preziosi provenienti dal recupero degli elettrodomestici. Fino ad oggi più di 60 persone in esecuzione penale sono state coinvolte nei tre laboratori. Di queste, 22 sono state assunte dalle cooperative sociali che gestiscono i 3 laboratori: It2 a Bologna, Gulliver a Forlì e Il Germoglio a Ferrara.

 

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Lavatrici pronte per essere disassemblate e riciclate.

 

“È importante individuare soluzioni e percorsi efficaci per promuovere e incrementare l’inclusione sociale e lavorativa delle persone detenute ed in misura alternativa – spiega Pietro Buffa Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria – oltre al fatto che una detenzione caratterizzata da un impegno lavorativo ha conseguenze meno destrutturanti ed effettivamente più responsabilizzanti per le persone che le vivono”.

 

Nel 2014 l’iniziativa è stata premiata come “Miglior progetto italiano”, dal comitato italiano promotore della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti “per la sua capacità di coniugare finalità sociali e attenzione all’ambiente”. “Dal 2014 a oggi abbiamo rinnovato il nostro supporto a Raee in carcere per supportare il percorso di inclusione sociale e lavorativa attraverso l’acquisizione di nuove competenze nel settore ambientale”, ha dichiarato invece Alberto Canni Ferrari, direttore di Erp Italia.

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