Si punta arrivare al net zero del 2050 con almeno l’11 per cento di energia prodotta dai nuovi reattori, tutto fermo però sulla gestione delle scorie.
L’Europa sarà al 70% rinnovabile entro il 2040 (ma non basterà)
Il “New Energy Outlook” di Bloomberg conferma il boom delle energie rinnovabili. Ma spiega che la strada è ancora in salita.
Le energie rinnovabili sono destinate ad un autentico boom nei prossimi anni, sia in Europa che negli Stati Uniti. Grazie infatti al calo dei costi di produzione di pale eoliche e pannelli solari, le fonti pulite nel 2040 garantiranno fino al 70 per cento dell’approvvigionamento elettrico nei paesi del Vecchio Continente. E negli Usa riusciranno a superare il gas.
A confermare lo sviluppo deciso e costante del settore delle rinnovabili è il “New Energy Outlook 2016”, curato da Bloomberg New Energy Finance, che spiega come quello prospettato per il comparto rappresenti un raddoppio rispetto ai valori attuali. Oggi, infatti, le energie pulite garantiscono il 32 per cento della produzione in Europa, e arriveranno appunto a superare i due terzi. Meno avanzati, su questo fronte, risultano gli Stati Uniti, dove la quota di rinnovabili nel mix energetico ad oggi è attorno al 14 per cento (e raggiungerà il 44 per cento nel 2040). Per gli Usa si tratta in ogni caso di un buon risultato: in barba a chi immaginava il gas (soprattutto lo “shale”) come il futuro del paese, saranno le fonti pulite a garantire la maggior parte della produzione.
Decisivo il calo dei costi delle rinnovabili
“I prezzi del gas e del carbone resteranno bassi in futuro – si legge nel rapporto di Bloomberg – ma questo non impedirà una trasformazione fondamentale del sistema elettrico mondiale nei prossimi decenni, verso energie rinnovabili come eolico e solare”. In particolare, il gas sarà superato dalle fonti pulite già nel 2027; tuttavia, occorrerà aspettare il 2037 perché ciò avvenga anche nei confronti del carbone.
A garantire lo sviluppo delle rinnovabili sarà in particolare il calo dei costi delle tecnologie solari (previsto un -60 per cento di qui al 2040) e di quelle eoliche (-41 per cento). In questo modo esse diventeranno di gran lunga le fonti meno care in numerosi paesi del mondo già nel 2020, e nella quasi totalità del pianeta entro il 2030.
La domanda di elettricità, invece, è prevista in crescita, anche a causa dell’impatto dei veicoli elettrici: questi ultimi rappresenteranno infatti, secondo Bloomberg, il 35 per cento delle vendite nel 2040, con circa 41 milioni di esemplari in tutto il mondo. A ciò occorrerà aggiungere poi uno sviluppo generalizzato del mercato delle batterie, legato soprattutto alla necessità di stoccare la produzione garantita dal fotovoltaico.
“Non basterà per centrare gli obiettivi della Cop 21”
In termini di investimenti, infine, la previsione è di ben 7.800 miliardi di dollari che finiranno nel comparto delle energie verdi di qui al 2040. Nello stesso anno, al contrario, i finanziamenti alle fonti fossili non dovrebbero superare i 2.100 miliardi.
Ciò nonostante, però, secondo il rapporto tali cifre non basteranno a rispettare la “road map” necessaria per limitare l’aumento della temperatura media globale sulla superficie terrestre a due gradi centigradi rispetto all’età pre-industriale. Bloomberg spiega infatti che, per farlo, occorrerà aumentare gli investimenti nelle rinnovabili di ulteriori 5.300 miliardi nei prossimi decenni.
Immagine di apertura: Valerie Gache/Afp/Getty Images
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il 30 settembre, la Ratcliffe-on-Soar, la 18esima centrale più inquinante d’Europa, ha smesso di bruciare carbone. D’ora in poi produrrà idrogeno verde.
L’energia solare continua a battere tutti i pronostici. Per Ember, il fotovoltaico supererà, a livello globale, la maggior le previsioni del settore nel 2024.
Il leader dell’Azerbaigian, che a novembre ospita la Cop29, è stato accolto in Italia come un partner strategico. Cruciali le intese sul gas. Ma non sono mancate le critiche degli attivisti per la linea dittatoriale che continua a perseguire.
Entro tre anni, entrerà in funzione uno dei giacimenti di gas più imponenti d’Italia. Per Eni, il gas è ancora indispensabile per la transizione energetica. Per la scienza, la transizione deve essere rapida.
La più grande compagnia energetica del Paese il 31 agosto ha chiuso l’ultima centrale elettrica a carbone: uno step importante per il futuro danese.
L’enorme centrale solare si chiamerà Sun Cable e prevede anche un cavo sottomarino da 4.300 chilometri per fornire energia a Singapore.
Se continuerà a investire nel solare e nell’eolico, l’Unione europea riuscirà a svincolarsi dalla dipendenza dalle fonti fossili. Lo dimostrano i dati del think tank Ember.
Perché gli Stati Uniti sono il più grande produttore di petrolio al mondo, nonostante la transizione
In un momento in cui la transizione energetica sta accelerando e le energie rinnovabili sono in crescita, la produzione di petrolio negli Stati Uniti non si ferma.