Australia e Tuvalu confermano l’intenzione di adottare il primo trattato al mondo che concede asilo climatico. Ma c’è ancora un ostacolo da superare.
La nuova barca anti-baleniere viene dai Simpson e dal Giappone
Il produttore Sam Simon, fondatore della serie tv dei Simpson, ha finanziato l’acquisto (dal governo giapponese!) di un nuovo vascello per Sea Shepherd per combattere la caccia alle balene.
La Sea Shepherd Conservation Society ha
varato la sua nuova nave, una fregata di 56 metri interamente
dipinta di bianco e battezzata SSS Sam Simon dal nome del
produttore televisivo dei Simpson che ne ha finanziato con 2 milioni di dollari
l’acquisto.
La flotta di Sea Shepherd
La barca sta già solcando le acque di Hobart, in
Australia. “Adesso abbiamo quattro navi, un elicottero, svariati
droni e più di 120 volontari da tutto il mondo – afferma
il capitano Paul Watson, fondatore di Sea
Shepherd – pronti a difendere le maestose balene dalle illegali
operazioni della flotta baleniera giapponese”. Watson si
unirà anche quest’anno alle azioni di disturbo della caccia
alle balene e alla ricerca della famigerata nave-officina Nisshin
Maru, nonostante su di lui penda un mandato di cattura Interpol per
l’accusa di aver messo a rischio l’equipaggio di un peschereccio
avversario nel 2002. Nel gennaio 2010 invece è stata
un’altra imbarcazione di Sea Shepherd, il trimarano ad alta
velocità Ady Gil, ad affondare dopo una collisione con una
baleniera.
Dal governo giapponese
È ironico notare la provenienza del vascello. Che,
prima di essere passato di proprietà attraverso una
società americana nel porto di Shimonoseki e registrato
presso una società di Tuvalu del Pacifico, era di
proprietà del governo giapponese: dell’osservatorio
meteorologico di stato Maizuru.
La caccia alle balene
Praticata dal Giappone con la copertura di “fini scientifici”
in spregio a un divieto mondiale che dura dal 1986, è ora
sotto esame alla Corte internazionale dell’Aja, chiamata nel 2013 a
decidere su ricorso di Australia e Nuova Zelanda, che vorrebbero
sanzionare il Giappone ed escludere anche questa clausola che
prevede l’uccisione di 1000 balene all’anno. E’ da due stagioni che
la stagione di pesca
si conclude però anticipatamente.
Secondo una ricerca Ifaw, più dell’88% dei
giapponesi non ha acquistato né mangiato carne di balena
nell’ultimo anno.
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