Nelle foto di Los Angeles sfigurata dagli incendi si notano case, terreni, automobili e boschi coperti da una polvere rosa. Vediamo di cosa si tratta.
Il segreto di Pulcinella. La Terra dei fuochi arriva al cinema
Ci sono le lacrime, c’è la denuncia, c’è l’urlo di una terra intera che chiede aiuto. È questo ciò che racconta il film documentario “Il segreto di Pulcinella – Viaggio nella Terra dei fuochi”, in uscita nelle sale cinematografiche in queste settimane. Un documentario che parte da quella che un tempo era chiamata Campania Felix
Ci sono le lacrime, c’è la denuncia, c’è l’urlo di una terra intera che chiede aiuto. È questo ciò che racconta il film documentario “Il segreto di Pulcinella – Viaggio nella Terra dei fuochi”, in uscita nelle sale cinematografiche in queste settimane.
Un documentario che parte da quella che un tempo era chiamata Campania Felix e che, dagli anni ’90, è stata trasformata in discarica d’Italia. La pellicola scritta e diretta dalla giovane regista Mary Griffo e prodotta da Socialmovie, in coproduzione con Movie Factory, racconta con testimonianze ed immagini ciò che è oggi la Terra dei fuochi, una terra avvelenata, che produce frutti che uccidono.
Il segreto di pulcinella? Non lo è più
Tutti lo sanno, ma nessuno ne parla. Un segreto che non è più tale. È di questo che parla il film, girato grazie a due anni di riprese tra le terre martoriate da rifiuti tossici e da roghi clandestini. E abitate da centinaia di famiglie. Tra di loro c’è chi non si è mai arreso, e non si arrende tutt’oggi.
“Ho voluto raccontare la storia di un viaggio. La storia di come sia costruisce la resistenza in un territorio come la Terra dei fuochi”, racconta Mary Griffo, davanti alla stampa. “Di come si vive in queste terre. E farlo attraverso le testimonianze e le emozioni di chi qua ci vive”.
Ecco allora la testimonianza di Speranza Piu, tra le più agguerrite nel denunciare l’emergenza rifiuti del paese e nel richiamare quell’attenzione delle istituzioni. O quella di don Maurizio, parroco del Parco Verde di Caivano, che racconta di cittadini stremati dal fetore dei roghi continui, impreparati ad affrontare la situazione e avviliti dall’impossibilità di dialogare con le istituzioni.
O la storia del poliziotto Roberto Mancini, che ha donato letteralmente la vita in un lavoro preciso e puntuale per la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti tra la fine degli anni ‘90 e i primi del 2000, morto di cancro a causa dei fumi e delle inalazioni tossiche.
Una delle ultime apparizioni di Carmine Schiavone
Ci sono partecipazioni importanti ne Il segreto di Pulcinella. Come l’ultima intervista pubblica resa dall’ex camorrista e pentito Carmine Schiavone, il primo a scoperchiare il vaso di Pandora nei primi anni ’90. “Perché nessuno ne parla? Tanto che gliene frega che la gente muore, i bambini nascono deformi o muoiono di leucemia. Ho ancora gli incubi e la notte salto dal letto pensando ai miei errori passati”, dice l’ormai vecchio cassiere della famiglia Schiavone, mandante di decine di omicidi. “Chi me lo ha fatto fare”. Queste le sue ultime parole, a pochi mesi dalla sua morte. Quasi un lascito, quello di un vecchio disilluso dalla vita, che sa di aver tradito la sua terra.
Ad interpretare la moglie di Schiavone, Marisa Laurito, da sempre fervente attivista nei confronti di questo tema: “Partecipare a lavori di questo tipo significa cercare di portare un messaggio. Non ho mai abbandonato la mia terra, col cuore, con la testa, con la carne”, dice la Laurito. “Ma oggi è la più grande discarica di rifiuti tossici d’Europa e siamo lasciati soli”.
Il segreto di Pulcinella svela l’attivismo del Sud
C’è poi chi non si arrende. Non solo protestando, ma lavorando fianco a fianco con chi è colpito in famiglia dalla malattia, sempre più spesso dalla morte, in particolare di piccoli e piccolissimi. Da vittime però si sono trasformate in volontarie, per la vita. Tredici madri che dal dolore hanno trovato la forza per tentare di cambiare qualcosa. “Oggi siamo sei mamme e due papà che tentano di stare vicino ai bambini malati e alle loro famiglie”, racconta Marzia Caccioppoli, giovane mamma della Terra dei fuochi e fondatrice dell’associazione Stop Biocidio. “Siamo indignati. Non solo ci ammaliamo, ma non possiamo nemmeno curarci perché non ci sono fondi, non c’è terapia domiciliare in Campania. Non sappiamo come fare per non soffrire questi bambini”. Un grido di dolore e di aiuto, quello delle persone che vivono tra roghi e rifiuti tossici che emanano dal suolo odori fetidi. Ma un grido di chi oggi si è unito: medici, ricercatori, società civile collaborano fianco a fianco per condurre studi, recepire fondi e aiutare questa terra ad uscire dall’ombra.
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