Il governo spagnolo sta valutando una proposta di legge sul congedo mestruale

C’è anche il congedo mestruale tra le misure per i diritti delle donne che il Consiglio dei ministri spagnolo discuterà martedì 17 maggio.

  • Martedì 17 maggio il Consiglio dei ministri spagnolo prenderà in esame una legge messa a punto dal ministero della Parità.
  • Per chi soffre di dolori invalidanti durante il ciclo, il testo introduce la possibilità di usufruire di un congedo mestruale di tre giorni al mese.
  • La legge, inoltre, intende garantire a ogni donna il diritto all’aborto. Le ragazze dai 16 anni in su non dovranno più chiedere l’autorizzazione dei genitori.

Tre giorni al mese di congedo mestruale, Iva azzerata sugli assorbenti, meno ostacoli per le donne che decidono di abortire. Sono alcuni dei punti chiave di una corposa bozza di legge (una cinquantina di pagine) messa a punto dal ministero spagnolo della Parità, guidato da Irene María Montero Gil. Le proposte saranno discusse martedì 17 maggio dal Consiglio dei ministri.

La testata El País, che ha potuto consultare il testo in anteprima, precisa comunque che l’iter di approvazione sarà ancora lungo, perché richiede di trovare un accordo tra i vari ministeri coinvolti (Sanità, Finanze e Previdenza sociale) e di abrogare la precedente legge sull’interruzione di gravidanza, con il voto favorevole della maggioranza assoluta del Congresso.

Irene Montero
La ministra spagnola della Parità, Irene Montero © Aea1994/Wikimedia Commons

Come funziona il congedo mestruale

Il testo di legge sancisce che la salute mestruale è parte integrante del più ampio diritto alla salute. Uno dei modi con cui mette in atto questo principio è, appunto, il congedo mestruale.

Se sarà approvato, le donne che soffrono di dolori invalidanti legati al ciclo potranno usufruire – previo controllo medico – di tre giorni di assenza retribuita per malattia ogni mese, con possibilità di estenderli fino a cinque. Stando all’Accademia americana dei medici di famiglia, dal 50 al 90 per cento delle adolescenti e delle donne in età riproduttiva prova dolore durante le mestruazioni; una percentuale non irrilevante (dal 10 al 15 per cento) è costretta ad assentarsi da scuola o dal lavoro. Si parla di dismenorrea primaria quando alla base non sono state riscontrate patologie ginecologiche; è secondaria, invece, quando è dovuta a problematiche come i fibromi o l’endometriosi (una patologia, quest’ultima, che in media viene diagnosticata dopo 7-8 anni di controlli medici).

Sempre in merito alla salute mestruale, la legge propone di eliminare l’Iva sugli assorbenti e metterli a disposizione gratuitamente, iniziando dalle strutture sociali, carcerarie ed educative, per poi allargare il campo a tutte le sedi pubbliche.

Le nuove regole sull’aborto proposte in Spagna

Un altro capitolo rilevante della bozza di legge è relativo all’interruzione volontaria di gravidanza. Attualmente in Spagna è gratuita fino alla quattordicesima settimana, con la possibilità di ricorrere all’aborto terapeutico fino alla ventunesima settimana in caso di gravi patologie del feto o rischi per la salute della madre. La legge conferma queste scadenze, ma vuole abolire alcuni ostacoli.

Prima di tutto, permetterà alle ragazze dai 16 anni in su di abortire senza il permesso dei genitori o dei tutori. Vuole inoltre eliminare i tre giorni di riflessione previsti dalle normative attuali, e anche l’obbligo di informare le pazienti sugli aiuti che spettano loro se decidono di portare avanti la gravidanza.

diritto all'aborto in Spagna
La bozza di legge discussa in Spagna vuole eliminare alcuni ostacoli per le donne che intendono abortire © Gayatri Malhotra/Unsplash

La presenza di medici non obiettori dovrà essere assicurata all’interno di almeno un ospedale pubblico per ogni capoluogo di provincia; laddove questo non sarà possibile, spetterà alle strutture sanitarie private o accreditate garantire il diritto all’aborto, senza costringere le donne a viaggiare per chilometri per essere accolte. Nella bozza si legge anche che i medici potranno continuare a praticare l’obiezione di coscienza, ma stabilendolo per iscritto; e la loro scelta sarà valida sia nel pubblico sia nel privato.

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