Stati Uniti e Cina presenteranno un piano per la “carbon neutrality”

Al termine di un summit tenuto sabato 17 aprile, Stati Uniti e Cina si sono impegnati a cooperare per contrastare la crisi climatica.

Commercio estero, diritti umani, Birmania, Corea del Nord. Gli Stati Uniti e la Cina sono particolarmente distanti su numerose questioni di primo piano. Forse, però, le basi di una rinnovata collaborazione tra Washington e Pechino potranno essere fondate sulla battaglia contro i cambiamenti climatici.

Stati Uniti e Cina impegnati “a cooperare con serietà e urgenza” sul clima

Sabato 17 aprile due delegazioni delle principali potenze economiche mondiali si sono incontrate proprio per dibattere di come ridurre le emissioni di gas ad effetto serra. Al termine dell’incontro, in un comunicato comune firmato dall’inviato speciale per il clima degli Stati Uniti, John Kerry, e dal suo omologo cinese, Xie Zhenhua, le diplomazie delle due nazioni hanno affermato in un comunicato congiunto di volersi “impegnare a cooperare assieme, ma anche con altre nazioni, per affrontare la crisi climatica, che deve essere trattata con la serietà e l’urgenza necessarie”.

I due dirigenti hanno dichiarato inoltre di voler “rafforzare le loro rispettive azioni in un quadro multilaterale, a partire dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) e dall’Accordo di Parigi”. Per farlo, Stati Uniti e Cina dichiarano di voler “sviluppare una strategia di lungo termine” per il raggiungimento della carbon neutrality, ovvero l’azzeramento delle emissioni nette di CO2. Essa dovrebbe essere presentata entro la Cop 26 di Glasgow, che si terrà (salvo sorprese) nel novembre di quest’anno.

L’ex ministro dell’Ambiente cinese Xie Zhenhua nel corso della Cop 21 di Parigi, nel 2015 © Thierry Chesnot/Getty Images

Accordi di massima anche sui finanziamenti ai paesi in via di sviluppo

Nel corso del summit si è inoltre convenuto sulla necessità di incrementare gli investimenti e i finanziamenti internazionali per effettuare la transizione verso energie pulite nei paesi in via di sviluppo. È stata poi indicata come prioritaria la progressiva eliminazione della produzione e del consumo di idrofluorocarburi, gas utilizzati principalmente nei frigoriferi, negli impianti di climatizzazione e negli aerosol.

Si punta quindi ad imporre delle road map per la riduzione delle emissioni di CO2 delle industrie e dei sistemi di produzione energetica, aumentando la quota di rinnovabili. Ma Cina e Stati Uniti vogliono anche fornire nuovo slancio allo sviluppo di una mobilità sostenibile e di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e resiliente di fronte ai cambiamenti climatici.

John Kerry è il primo dirigente dell’era-Biden a recarsi in Cina

Dal punto di vista politico, inoltre, è significativo il fatto che sia proprio Kerry il primo dirigente dell’amministrazione presieduta da Joe Biden ad effettuare una visita ufficiale in Cina. Benché occorra verificare se le parole si tradurranno in fatti concreti, la scelta segna inevitabilmente un cambiamento diametrale rispetto alle politiche adottate dall’ex presidente americano Donald Trump nel corso del suo mandato.

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