
Francesca Albanese è accusata dall’amministrazione Trump di condurre una campagna economica e politica contro Usa e Israele.
Buone notizie per la Terra: uno studio ha recensito per la prima volta le foreste presenti in regioni considerate aride: “Sono 1,1 miliardi di ettari”.
La copertura boschiva del pianeta Terra potrebbe essere decisamente maggiore rispetto a quanto immaginato finora. A spiegarlo è stata un’equipe internazionale di ricercatori, che in uno studio pubblicato sulla rivista Science lo scorso 11 maggio ha recensito per la prima volta con grande precisione le foreste presenti in zone classificate come aride, ovvero quelle nelle quali ogni anno l’evaporazione è superiore alla quantità di precipitazioni.
È noto infatti come le formazioni silvestri occupino in tutto il mondo circa il 30 per cento della superficie delle terre emerse, ovvero quasi 4 miliardi di ettari. Ma le immagini che sono state raccolte nel recente studio indicano che a tale estensione si dovrebbe aggiungere, all’incirca, un altro dieci per cento. Le “nuove” foreste sono state individuate all’interno delle aree cosiddette “sub-umide secche” (costituite principalmente dalla savana sudanese, dalle praterie dell’America latina e in Canada, assieme alle steppe in Europa dell’Est e nel sud della Siberia), ma anche in alcune regioni “iper-aride”, nelle quali dominano i deserti.
Al fine di valutarne l’estensione, gli scienziati hanno analizzato le immagini satellitari fornite da Google Earth: “Le stime precedenti – ha spiegato il principale autore dello studio, Jean-François Bastin, ricercatore presso l’università di Bruxelles e consulente della Fao – si basavano su metodi classici, con una risoluzione media che andava dai 30 ai 250 metri. In questo modo era difficile differenziare chiaramente la vegetazione al suolo. Quest’ultima nelle zone considerate aride è infatti particolare, capace di adattarsi alla siccità perdendo le foglie durante una larga parte dell’anno, al fine di ridurre la traspirazione”.
L’analisi di Bastin si basa su immagini che raggiungono un grado di precisione inferiore al metro. E il risultato indica che la superficie totale delle foreste presenti nelle regioni aride potrebbe essere pari a 1,1 miliardi di ettari, ovvero 467 milioni di ettari in più rispetto a quanto immaginato fino ad ora. Un’estensione complessiva paragonabile a quella delle foreste tropicali umide.
Did you know that #GoogleEarth has found more forests in the world? https://t.co/YPkwa3Qxau pic.twitter.com/W40Dh7TFBd
— ITMO University (@spbifmo_en) 15 maggio 2017
“Si tratta di un lavoro innovativo e particolarmente interessante – ha commentato un esperto del laboratorio Evoluzione e biodiversità di Tolosa, parlando al quotidiano francese Le Monde-, perché le immagini ad altissima risoluzione permettono di ottenere uno sguardo globale sulle zone aride”. Tuttavia, lo scienziato sottolinea che “si può discutere la definizione di foreste utilizzata, che è quella della Fao: essa abbraccia realtà molto differenti, non operando ad esempio una distinzione tra copertura forestale continua o frammentata. Si tratta di una concezione più politica che ecologica”.
La questione dell’estensione boschiva mondiale è dunque oggetto non solo di studio ma anche di dibattito nella comunità scientifica. Ciò nonostante, l’analisi pubblicata da Science rappresenta un punto di partenza importante. E al contempo, una volta tanto, una buona notizia per il pianeta Terra.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Francesca Albanese è accusata dall’amministrazione Trump di condurre una campagna economica e politica contro Usa e Israele.
L’obiettivo è quello di colmare lacune regolatorie su tecnologie considerate strategiche per decarbonizzare l’industria, ma non mancano le criticità.
Nel luglio 1976 Seveso fu epicentro del peggior disastro ambientale mai avvenuto in Italia. Oggi un’autostrada fa riemergere ricordi e paure
Già 13 Regioni hanno emesso ordinanze anti-caldo basate sulla piattaforma Worklimate: “siesta” dalle 12.30 alle 16. E i musei diventano rifugi climatici.
A Vicenza il maxiprocesso per contaminazione da Pfas si è concluso con 140 anni di reclusione per 11 dirigenti dell’azienda Miteni, per disastro ambientale, avvelenamento delle acque e reati fallimentari. Una sentenza storica, dopo 4 anni di procedimento.
Il caldo non è uguale per tutti: servono soluzioni accessibili come i rifugi climatici. A Bologna ne sono stati attivati quindici in biblioteche, musei e spazi pubblici.
Riduzione delle emissioni in agricoltura, mobilità sostenibile, efficientamento degli edifici e sensibilizzazione i i pilastri. Ma ora servono i fatti.
Un nuovo murales al Gazometro sarà l’ulteriore tassello di un processo di rigenerazione che sta interessando uno dei quadranti più dinamici della Capitale.
Accordo in Senato: a decidere non sarebbe il paziente, ma un “Comitato etico”. Ma spunta una controproposta popolare che punta all’eutanasia legale.